Abbiamo visto il sequel di So cosa hai fatto ed ecco qui cosa ne pensiamo in una recensione sincera e completa.
Dopo quasi tre decenni, So Cosa Hai Fatto torna sul grande schermo con un sequel che omaggia lo spirito originale del cult del 1997, senza rinunciare a una vena moderna e adrenalinica.
Diretto con mano sicura da e una buona dose di curiosità stilistica da Jennifer Kaytin Robinson, il film si presenta come un efficace horror di intrattenimento, capace di regalare brividi, nostalgia e qualche momento decisamente gore. Ma qualcosa non funziona!
La trama di So Cosa hai Fatto 2025
Ventotto anni dopo gli omicidi che hanno sconvolto la cittadina costiera di Southport, un nuovo gruppo di adolescenti riceve un messaggio inquietante: “So cosa hai fatto l’estate scorsa“. Quando uno di loro viene trovato morto in circostanze misteriose, i sopravvissuti capiscono di essere diventati il bersaglio di un killer che sembra conoscere ogni dettaglio del loro passato.
Mentre il numero delle vittime cresce, segreti sepolti tornano alla luce e vecchie conoscenze riemergono, pronte a chiudere i conti rimasti in sospeso. Ma chi si nasconde dietro la maschera del pescatore incappucciato questa volta?

Il ritmo c’è, la tensione pure
Il ritmo di So Cosa hai Fatto funziona, scandito da una narrazione che non perde mai di vista il suo obiettivo principale: tenere lo spettatore incollato allo schermo. Le scene cruente, ben dosate lungo il racconto, non mancano e si intrecciano con momenti ad alta tensione che fanno leva su una regia dinamica e una fotografia suggestiva, in grado di valorizzare tanto gli ambienti bui e minacciosi quanto i dettagli dei momenti più splatter.
I vari omicidi sono creativi ed efferati, sicuramente più brutali dell’originale. Le apparizioni del mietitore sono costruite in modo suggestivo a livello estetico con la sagoma che emerge dall’oscurità attaccando alle spalle, o parole minacciose che appaiono su un vetro appannato tra il vapore di un bagno turco. In uno slasher movie quando il pubblico ha paura del serial killer vuol dire già che il regista sta facendo qualcosa di buono.
Cameo nostalgici e omaggi agli anni ’90
Tra i punti forti del film spiccano i cameo delle vecchie glorie del franchise. Freddie Prinze Jr. e Jennifer Love Hewitt riportano immediatamente al sapore pop dei primi due film anni 90, strizzando l’occhio a chi ha vissuto l’epoca dei teen-slasher.
E l’apparizione di Sarah Michelle Gellar completa questo guilty pleasure ben confezionato, in grado di divertire anche grazie a dialoghi che non si prendono troppo sul serio. Quando la Julie ormai adulta e in carriera dice un’altra volta la celebre battuta “Cosa stai aspettando?” in questa nuova avventura da brivido, il pubblico non può che emozionarsi e abbandonarsi alla spassosa eccitazione di quel momento.

Un finale sottotono
Purtroppo, a frenare l’entusiasmo ci pensa il finale. L’idea poteva anche avere il suo perchè, ma la sceneggiatura si avverte frettolosa e sconnessa, con alcune lacune narrative evidenti. L’epilogo di So Cosa hai Fatto 2025 lascia l’amaro in bocca proprio quando sarebbe stato necessario tirare le fila e chiudere con un colpo di scena degno del genere. Una chiusura poco incisiva che rischia di smorzare l’impatto complessivo dell’opera.
In definitiva il film è un ritorno riuscito a metà: funziona come horror da pop-corn, diverte e coinvolge con intelligenza visiva e omaggi nostalgici, ma inciampa su un epilogo che avrebbe meritato maggiore cura. Non scendiamo nel dettaglio per evitare spoiler! Rimane comunque una visione consigliata per gli amanti del genere e per chi, nei corridoi bui e nelle urla nel silenzio, cerca ancora quel brivido adolescenziale di fine anni ’90.