Cannes 70: Dopo la guerra, un dramma politico incompleto

Si apre con una protesta politica Dopo la guerra, il film di Annarita Zambrano presentato nella sezione Un Certain Regard della settantesima edizione del Festival di Cannes. La rivoluzione culmina nel feroce assassinio di un magistrato con tre colpi di pistola. Un omicidio che apre delle ferite tra Italia e Francia mai rimarginate.

Marco (Giuseppe Battiston), un ex militante di sinistra rifugiato in Francia per la Dottrina Mitterrand, è il sospettato numero uno. L’unico modo per sfuggire all’estradizione è scappare con Viola (Charlotte Cétaire), la figlia adolescente che non vuole rinunciare alla sua vita. Nel frattempo la famiglia di Marco tenta di sopravvivere alle accuse della gente e a un passato che torna a ferire.

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Giuseppe Battiston è un ex militante di sinistra rifugiato in Francia in Dopo la guerra di Annarita Zambrano

Un cast sorprendente

Tra i punti di forza di Dopo la guerra c’è lo straordinario cast capitanato da Giuseppe Battiston. L’interprete di Perfetti sconosciuti è Marco Lamberti, un rifugiato politico che si scontra con un crimine commesso venti anni prima. Un ruolo che l’attore friulano interpreta sospendendo il personaggio tra il criminale redento e la vittima della società.

Barbora Bobulova è Anna, sua sorella, una professoressa di lettere costretta a vivere sulla pelle i crimini del fratello. Un ruolo esaltato dall’interprete di Cuore Sacro ma minato da una sceneggiatura che non delinea a fondo i suoi personaggi. Menzione d’onore per l’eccezionale Charlotte Cétaire che, nei panni della figlia di Marco, supera in talento ed emozioni i celebri protagonisti di Dopo la guerra.

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Barbara Boubolova è Anna, la sorella di Marco, una donna tormentata dalla società in Dopo la guerra

Un dramma statico

È difficile capire che cosa abbia spinto Annarita Zambrano a dirigere Dopo la guerra, un film che, al di là della tematica politica, arriva fuori tempo massimo. La vita tra Roma e Parigi ha giocato un ruolo nella analisi dei suoi personaggi, divisi da una linea di confine che separa il ricercato politico dal terrorista.

L’abrogazione della Dottrina Mitterrand ha trasformato Marco Lamberti in un criminale e i membri della sua famiglia nei complici di un omicidio. Questo è il punto di inizio di un film che convince quando abbandona il lato storico e si focalizza sul rapporto padre-figlia tra Marco e Viola. Nato come un dramma politico, Dopo la guerra delude quando concentra l’attenzione su un sotto-testo storico che l’eccessiva dilatazione della narrazione e le fragilità della sceneggiatura rendono caotico e irreale.

Annarita Zambrano costringe i suoi personaggi a vagare come le anime del Purgatorio dantesco che Anna insegna ai suoi alunni. Una caoticità esaltata dalle musiche lynchiane di Grégoire Hetzel ma sminuita da una drammaticità statica e inattuale. Dopo la guerra è un dramma ben confezionato ma incompleto. Un tragico affresco di una realtà che non ferisce quanto dovrebbe.

Dopo la guerra verrà distribuito da I Wonder Pictures nei cinema italiani il prossimo autunno.