Cannes 70: Rodin, un ritratto d’artista privo di forma e contenuto

Durante la 70° edizione del Festival di Cannes non è mai capitato che una proiezione non fosse seguita da almeno un applauso, fino a Rodin, il film francese in concorso scritto e diretto da Jacques Doillon. Nel silenzio assoluto qualche fischio e riflessione a voce alta hanno rispecchiato la delusione del pubblico festivaliero, di fronte a questo ritratto poco riuscito del famoso scultore dell’800.

Scena dal film Rodin

Un malinconico ritratto d’artista

August Rodin, interpretato da Vincent Lindon, ha 40 anni ed è sposato con Rose, anche se ha un debole per il genere femminile che lo porta ad avere numerose relazioni extraconiugali. Il rapporto con Camille Claudel (Izia Higelin) però sembra essere diverso, un amore passionale e dirompente che dura dieci anni tra alti e bassi, in seguito al conflitto costante tra vita privata e arte nella mente dell’artista. Doillon si concentra su un momento della vita di Rodin, rifiutando il classico biopic.

Piuttosto cattura le suggestioni, i sentimenti e le contraddizioni di un uomo fragile, un po’ egoista e schiavo della sua opera, mentre lavora su commissione a “La Porta dell’Inferno”. Avere le mani ricoperte di gesso lo rende felice ma anche malinconico, all’interno del suo atelier in cui gli fanno compagnia corpi sensuali, volti ruvidi e le prime bozze di future sculture.

Una sceneggiatura senza cuore

Non viene fatto alcuni riferimento al passato, ma la sceneggiatura racconta l’essenza dell’artista in un periodo storico definito solo dalla breve interazione di Rodin con i colleghi Manet, Cezanne e altre personalità dell’arte dell’epoca. Per il resto Rodin è un film che si limita agli ambienti interni, lasciando più spazio al triangolo amoroso, piuttosto che approfondire il contenuto della struttura narrativa che, infatti, presenta diversi punti deboli.

Rodin appare come una figura materica che si muove trascinandosi nella sua vita confusa e in balia degli eventi, e il regista sembra non preoccuparsi di delineare il suo protagonista in modo completo ed emotivo. Vincent Lindon non riesce a rendere interessante questo artista, a causa di un film imperfetto che non coinvolge e non offre niente allo spettatore. Le sue poche parole e i suoi sguardi alle opere che crea, misurando, sperimentando e plasmando secondo la propria visione creativa, non lasciano il segno a causa di una regia superficiale e dei personaggi scritti male.