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Interviste

Diego Abatantuono presenta Belli di papà: “Chiedete ai miei figli se sono stato un bravo padre”

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Si è tenuta questa mattina al cinema Adriano la conferenza stampa della nuova divertente commedia della Colorado Film: Belli di papà. Diretta da Guido Chiesa e interpretata da Diego Abatantuono, Andrea Pisani, Matilde Gioli, Francesco di Raimondo, Marco Zingaro, Barbara Tabita, Antonio Catania e Francesco Facchinetti, Belli di papà racconta la storia di Vincenzo (Diego Abatantuono), un imprenditore di successo afflitto da un grande cruccio, i suoi tre figli; Matteo (Andrea Pisani), Chiara (Matilde Gioli) e Andrea (Francesco di Raimondo) sono infatti tre giovani ventenni che, ignari di qualsiasi responsabilità, vivono una vita piena di agi e vizi. Toccherà a Vincenzo fingere la bancarotta per costringerli a fare qualcosa che non hanno mai fatto prima, lavorare. Potete trovare qui sotto le dichiarazioni del produttore Maurizio Totti, del regista Guido Chiesa e degli interpreti Diego Abatantuono, Andrea Pisani, Matilde Gioli, Francesco di Raimondo, Marco Zingaro, Barbara Tabita e Francesco Facchinetti:

belli di papà centro

Quale è il vostro rapporto con la commedia?

Guido Chiesa: Ho lavorato con la Colorado Film per la serie tv Quo Vadis, Baby. Quando mi hanno chiamato abbiamo analizzato una serie di titoli e questo era il più adatto per me. Non ho mai avuto niente contro la commedia. Ho lavorato con Jim Jarmusch che utilizza spesso nei suoi film un registro comico.

Diego Abatantuono: Amo il cinema che viene bene. Le commedie di Scola, Monicelli, Risi, Sordi, Gassmann e Tognazzi, pur essendo inarrivabili, sono dei punti di riferimento. Mi sono trovato molto bene su questo set.

Come è stato debuttare nel ruolo di attore?

Francesco Facchinetti: È stata una grandissima esperienza. Sono cresciuto con i film di Diego. A tredici anni, dopo aver visto Attila, mi sono recuperato tutta la sua filmografia. È stato emozionante trovarmelo accanto. Poi la spiritualità e la poesia sono due aspetti molto forti nel cinema. In un momento storico in cui i conduttori sono mestieranti, l’attore è ancora un lavoro ricco di magia.

Quali sono le differenze tra Belli di papà e il film Nosotros los nobles a cui è ispirato?

Guido Chiesa: Il film messicano è più vicino alle soap-opera che a un prodotto cinematografico vero e proprio. Molte modifiche le ha fatte il produttore stesso, Maurizio Totti, che ha deciso di ambientare il film al sud. Inoltre le parti drammatiche sono state molto alleggerite.

Come ha scelto il cast del film?


Maurizio Totti: Il cinema italiano viene spesso criticato. Noi ci divertiamo tentando di fare qualcosa di nuovo. Quando ad esempio facciamo un casting scegliamo le persone più giuste per i ruoli. Nel precedente film abbiamo puntato su Ornella Vanoni, questa volta su Francesco Facchinetti. È importante lavorare con le persone giuste.

Si rispecchia in Vincenzo?

Diego Abatantuono: Solitamente interpreto personaggi molto diversi da me. Il padre del film è stato molto assente mentre io, in quaranta anni di cinema, ho sempre cercato di portare la mia famiglia con me. Il genitore è un ruolo difficile e fare figli è un’avventura. La cosa più importante è sempre cercare di fare qualcosa per cambiare. Poi, se volete proprio sapere se sono stato un bravo padre, chiedetelo ai miei figli.

Che cosa pensate dei ragazzi di oggi?

Guido Chiesa: Gli adulti devono chiedere scusa per il moralismo con cui i giovani vengono sempre criticati. Sento oggi le stesse parole che si dicevano trenta anni fa. In un discorso di un faraone di tremila anni fa ho trovato le stesse identiche espressioni contro i giovani. Il moralismo non serve a niente. Se i giovani sono così è per i modelli sbagliati che hanno avuto.

Matilde Gioli: Sono ottimista. Tutti definiscono la nostra generazione come pigra ma abbiamo tanta voglia di fare. Il sistema italiano è poco incentivante ed è dura riuscire a emergere. Sono molto felice del messaggio positivo del film.

Francesco di Raimondo: Ho incontrato tanti ragazzi che si danno da fare e tanti che sono effettivamente pigri. Non dobbiamo stigmatizzare i ruoli perché c’è comunque una diversità tra le persone.

Andrea Pisani: È il secondo film che faccio e sono molto contento che inizino ad esserci finalmente dei volti nuovi nel cinema. Fino a quattro anni fa era impossibile vedere un ragazzo come tanti al cinema. Internet ha reso possibile passare da una semplice cameretta al grande schermo.

Nel film sono presenti molti Youtubers. Come li ha scovati?

Guido Chiesa: Ho conosciuto il mondo Youtube grazie ai miei figli e alla Colorado. Alcuni Youtubers fanno piccoli film professionali da soli e ottengono milioni di visualizzazioni. Hanno veramente talento.

Che cosa vi ha spinto a prendere parte a questo film?

Barbara Tabita: Adoro lavorare con Diego Abatantuono. Inoltre con Guido abbiamo sviluppato a fondo il personaggio facendo attenzione al dialetto e alle molteplici sfumature che lo contraddistinguono. Siamo riusciti a vivere sul set quel divario generazionale che separa due mondi che riescono comunque a dialogare tra di loro.

Marco Zingaro: Questa è la mia prima esperienza cinematografica. Sono pugliese ed è la prima volta che lavoro in Puglia. Abbiamo girato il film ad Avetrana e abbiamo incontrato tante persone pronte a tutto per sostenerci. Il progetto è venuto bene perché è stato costruito su fondamenta solide.

La Medusa Film distribuirà Belli di papà in tutti i cinema il prossimo 29 ottobre.

Segnato da un amore incondizionato per la settima arte, cresciuto a pane e cinema e sopravvissuto ai Festival Internazionali di Venezia, Berlino e Cannes. Sono sufficienti poche parole per classificare il mio lavoro, diviso tra l’attenta redazione di approfondimenti su cinema, tv e musica e interviste a grandi personalità come Robert Downey Jr., Hugh Laurie, Tom Hiddleston e tanti altri.

Interviste

Carlo Verdone, l’attrice della sua serie terrorizzata: fiumi di sangue ovunque | VIDEO

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Verdone scioccato – Newscinema.it

L’attrice di Vita da Carlo 2 ha vissuto un’esperienza assurda che l’ha segnata e fatta crescere, come persona e come professionista. 

La giovane attrice romana è stata ospite della rassegna cinematografica Castiglione del Cinema 2023 e abbiamo avuto il piacere di incontrarla e realizzare una video intervista esclusiva con lei.  Ludovica Martino è diventata la star dei teenager con la serie tv SKAM Italia, è attualmente protagonista della seconda stagione di Vita da Carlo su Paramount Plus. A Castiglione del Lago ha incontrato il pubblico, ripercorrendo la sua carriera tra cinema e serie tv.

A fine Ottobre ad Alice nella Città Martino presenterà Resvrgis, il suo primo film horror che le ha richiesto uno sforzo fisico non indifferente, ma soprattutto le ha permesso di andare oltre i limiti e mettersi alla prova superando alcune paure personali. Un’esperienza forte e coinvolgente che non dimenticherà molto facilmente.

Ludovica Martino condivide la sua esperienza “da incubo”

Nella video intervista qui sotto, realizzata dal nostro partner YouTube MADROG, Ludovica Martino confessa i dettagli più inquietanti e curiosi di questa avventura sul set di un film horror indipendente diretto da Francesco Carnesecchi che promette alta tensione, una buona dose di suspance ma anche molto sangue.

“Non ho mai corso così tanto, faceva freddo, fango ovunque” ha raccontato l’attrice, aggiungendo poi alcuni particolari su alcune scene particolarmente sanguinolente che difficilmente dimenticherà.

Resvrgis: la trama del film

Resvrgis è un thriller in cui una battuta di caccia si trasforma in una lotta per la sopravvivenza, annientando i confini tra prede e predatori. A vestire i panni dei protagonisti, alcuni tra i giovani attori più promettenti del panorama cinematografico nazionale: Ludovica Martino, Beatrice Fiorentini, Blu Yoshimi, Beatrice Modica, Daniele Mariani e Thomas Santu.

Una prova fisica e psicologica per la giovane attrice romana con una carriera in continua ascesa che è iniziata sul grande schermo con il film Il Campione, seguito da Sotto il Sole di Riccione, Mio Fratello Mia Sorella, I Migliori Giorni, per citarne alcuni.

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Interviste

Paolo Genovese rivela il suo rituale: “Lo faccio da quando avevo 14 anni” | Intervista esclusiva

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PAOLO GENOVESE

Intervista a Paolo Genovese – Newscinema.it

Il 30 Settembre Paolo Genovese è stato ospite alla prima edizione di Castiglione del Cinema. Lo abbiamo incontrato ed ecco cosa ci ha raccontato in una video intervista esclusiva.

Sul palco con il Direttore Artistico Emanuele Rauco, il regista di successi come Tutta Colpa di Freud, The Place, Immaturi e Perfetti Sconosciuti, ha tenuto una masterclass a Castiglione del Cinema 2023 per parlare del mestiere del regista, di cinema e della sua carriera. A fine Ottobre sarà alla Festa del Cinema di Roma con la serie tv Leoni di Sicilia, solo ultimo lavoro che andrà in onda su Disney+, ma ricordando i suoi esordi ha raccontato soddisfazioni e delusioni con umiltà e sincerità.

Incantesimo Napoletano è stato il primo corto che ho fatto in assoluto ed è stato selezionato al Festival di Locarno. Lì davano molta attenzione ai giovani poiché i corti selezionati venivano proiettati prima dei film importanti in una piazza che è probabilmente il più grande cinema all’aperto del mondo. Nemmeno quando ho vinto il David ero così emozionato e quando è toccato a me il corto è stato proiettato completamente sfocato per un errore tecnico. Mi veniva da piangere, eppure ho vinto con la motivazione che avevo avuto il coraggio di aver raccontato una storia di disagio per la tecnica del fuorifuoco e mi ha segnato per sempre”.

Il “piccolo rituale” di Paolo Genovese

“Ho cominciato a scrivere le mie primissime cose a 14 anni forse 13, perchè mi regalarono una Olivetti Lettera 32 con cui cominciai a giocare. Da allora la prima scena di tutti i miei film io la scrivo con quella Olivetti Lettera 32, è il mio piccolo rituale. Solo la prima scena, perchè altrimenti mi ci vorrebbe più tempo a scriverla che a pensarla” ci ha rivelato in una video intervista che potete vedere per intero qui sotto grazie al nostro canale YouTube MADROG (se non siete ancora iscritti cliccate qui, è gratuito e sarete aggiornati sui vari nuovi video pubblicati di cinema e serie tv).

“In Italia si fa poca cultura in generale, ma soprattutto poca cultura del cinema e quindi i vari valorosi direttori di festival che si sobbarcano l’onere di organizzare questi eventi per fare in modo che i professionisti del grande schermo possano incontrare il pubblico e trasmettere l’esperienza diretta e la passione per questa arte credo sia veramente importante e un modo per avvicinare il pubblico al cinema” ha osservato il regista romano, riflettendo sul modo per riportare i giovani in sala.

Come riportare i giovani al cinema

“Quando si conosce si ama, conoscere la storia del cinema, quanto amore e quanta passione c’è dietro a un film probabilmente ti fa venire voglia di vederlo nel suo massimo splendore. I film sono pensati per essere proiettati in una sala cinematografica, sia per la qualità dell’audio e del video, sia per la condivisione delle emozioni con il pubblico, sia per potersi prendere due ore di tempo e farsi raccontare una storia” ha detto.

“Per i giovani sicuramente c’è la concorrenza delle piattaforme che ben venga, un nuovo modo di fruire le storie con tv, iPhone o iPad in qualunque momento e luogo. Non lo demonizzo, va benissimo, ma dobbiamo preservare la sala cinematografica perchè l’emozione che ci dà un film in sala non sarà mai equiparabile un film a casa o su lo smartphone. Inserire nelle scuole dei corsi di cinema credo sia qualcosa di fondamentale, se ne parla da tanto ma non si è fatto molto. La cultura è l’unico modo per riavvicinare i giovani, come la musica o il teatro. Poi ovviamente c’è anche una responsabilità da parte degli autori perchè comunque non è un automatismo, faccio un film che il pubblico deve vedere. Noi autori dobbiamo meritarci il pubblico, e quindi abbiamo la responsabilità di raccontare storie interessanti e accattivanti” ha aggiunto Genovese.

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Festival

Svevo Moltrasio: “Mi piacciono i film che lasciano in sospeso” | video intervista a Castiglione del Cinema 2023

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Svevo Moltrasio Gli Ospiti

Svevo Moltrasio a Castiglione del Cinema – Newscinema.it

Svevo Moltrasio, famoso youtuber e regista italiano, ha presentato in anteprima a Castiglione del Cinema 2023 il suo primo film Gli Ospiti. Lo abbiamo intervistato ed ecco cosa ci ha raccontato.

Dopo un percorso produttivo tortuoso e un crowdfunding riuscito, Svevo Moltrasio riesce a portare in sala il suo primo film, gli Ospiti, che arriverà nelle sale il 12 Ottobre 2023. L’anteprima ha avuto a luogo a Castiglione del Lago in occasione della prima edizione della rassegna cinematografica Castiglione del Cinema, a cura del Direttore Artistico Emanuele Rauco.

Il famoso youtuber italiano che ha iniziato la sua avventura sul web raccontato la vita degli italiani in Francia, dopo aver vissuto molti anni a Parigi, è tornato in Italia per provare a rivoluzionare il cinema italiano che spesso non è abbastanza coraggioso da dare fiducia a progetti indipendenti.

La video intervista a Svevo Moltrasio

Abbiamo avuto il piacere di scambiare quattro chiacchiere con Svevo Moltrasio sulle sponde del Lago Trasimeno subito dopo la proiezione de Gli Ospiti al Nuovo Cinema Caporali, una sala di riferimento per Castiglione del Lago che ha riaperto dopo una ristrutturazione capillare durata anni.

“Ho sempre scritto, diretto e montato da solo fin da quando facevo i corti a vent’anni. Quindi faccio fatica a non farlo, ho bisogno di avere il controllo totale di tutto e finché sono progetti indipendenti ci riesco. Poi la scrittura e il montaggio sono le fasi che preferisco” dice Moltrasio nella video intervista.

Gli Ospiti: di cosa parla

Durante una nottata in un casale nella campagna romana, dieci personaggi, perlopiù amici sui 30 e 40 anni, sono costretti a un confronto a suon di attriti, incomprensioni e sorprese che li metteranno a più riprese uno contro uno, tutti contro uno e uno contro tutti. Un film che ricorda le litigate del cinema di Muccino, o la struttura narrativa di Perfetti Sconosciuti e le commedie alleniane, ma denuncia una forte identità d’autore.

Moltrasio non nasconde le influenze di cineasti che ama da sempre come Woody Allen, Roman Polanski, ma spera di proporre le storie con una cifra stilistica personale. “Questo è un film in cui i personaggi si confrontano costantemente, e ho inserito temi di attualità proprio per rendere tangibile la scrittura di questo gruppo che si muove anche tra gli stereotipi volutamente” ha sottolineato.

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