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Interviste

Helen Mirren a Roma: “La mia doppia vita, attrice e contadina salentina”

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Si è tenuta questa mattina all’hotel Bernini di Roma, la conferenza stampa di presentazione di Woman in Gold. Diretto da Simon Curtis ed interpretato da Helen Mirren, Ryan Reynolds, Daniel Brühl e Katie Holmes, Woman in Gold racconta l’emozionante storia vera di Maria Altmann (Helen Mirren), una donna che scopre, attraverso una serie di lettere della sorella, che il celebre quadro ‘Ritratto di Adele Blochbabuer I’ di Gustav Klimt era originariamente appartenuto alla sua famiglia. Aiutata dal giovane avvocato Randy Schoenberg (Ryan Reynolds), Maria intraprende così una dura battaglia legale per riavere ciò che le è stato indebitamente portato via. Potete trovare qui sotto le dichiarazioni del regista Simon Curtis e dell’interprete Helen Mirren:

woman in gold centro

Quale è il suo rapporto con l’Italia?

Helen Mirren: In Italia mi sento a casa. Amo la cultura italiana e adoro passare il mio tempo in Salento a produrre con le mie oltre 400 piante di melograno un succo che è un vero toccasana per la salute. La mia vita da “contadina salentina” è molto importante per me.

Che cosa pensa di un momento buio della nostra storia come la Seconda Guerra Mondiale e come ha affrontato il personaggio di Maria Altmann?

Helen Mirren: Sono cresciuta in Europa. Quello che posso dire è che è stato veramente un momento terribile. È impossibile comprendere quello che hanno fatto a molte persone in quegli anni. Questo film ci aiuta a ricordare quello che è avvenuto. Girare Woman in Gold mi ha fatto comprendere quello che ha passato la generazione dei miei genitori. Ho anche pensato molto alla mia bisnonna e alle mie prozie che, durante la Rivoluzione d’Ottobre, hanno dovuto lasciare tutte le loro proprietà in Russia per vivere in una piccola stanza. Ma il mio obiettivo più grande è stato assorbire i ricordi di Maria, quello che ha vissuto. Ho letto il libro “Ascesa e Caduta del Terzo Reich” per rendere le sue memorie vive nella mia testa.

Perché ha deciso di realizzare questo film?

Simon Curtis: Attraverso questo film ho cercato di raccontare quello che ci succede quando siamo costretti ad abbandonare la nostra famiglia. Volevo che le persone ricordassero quanto è accaduto. Anche oggi potremmo avere molti di quei terribili problemi. È importante non scordare mai che questa orribile realtà non è successa molti anni fa.

Avete potuto mai utilizzare il quadro originale per le riprese?

Simon Curtis: Non abbiamo mai potuto usare l’originale perché era impossibile trasferirlo a Londra per le riprese. La copia era comunque realizzata molto bene e, dopo l’uscita del film, si è registrato un ingente aumento dei visitatori.

Come ha scelto il cast del film?


Simon Curtis: Sono stato molto fortunato. Ho sempre voluto dirigere Helen Mirren e lavorare con Ryan Reynolds. Tra di loro è nata subito una forte alchimia. Mi sento molto grato per aver lavorato con questo cast.

I quadri possono essere considerati gli ultimi prigionieri politici della guerra?

Simon Curtis: Alla fine della seconda guerra mondiale i costi in termini di esseri umani erano così elevati che nessuno si sognava di parlare di Arte. Dopo molti anni si è cominciato a parlare della restituzione di queste opere d’arte. Infatti anche Maria, dopo aver vissuto cinquanta anni in California, pensava fosse tardi per combattere una battaglia di questo genere.

Quale è il suo rapporto con l’età che avanza e con i ruoli che sceglie?

Helen Mirren: Amiamo tutti la bellezza e la gioventù, ma abbiamo solo due scelte, vivere ed invecchiare o morire giovani. L’idea di morire giovani non mi piace perché la vita è straordinaria. Credo sia importante essere sempre pronti ed interessati ad accogliere tutto ciò che è nuovo, come la tecnologia. Ad esempio mi sento molto grata di avere il Gps. Ma, battute a parte, è importare incoraggiare i giovani ad essere idealisti. Come attrice penso sia importante impegnarsi per i cambiare i ruoli cinematografici che una donna può affrontare. Ad esempio  Greta Garbo pensava di ritirarsi a soli 38 anni, mentre oggi, attrici come Nicole Kidman, Cate Blanchett e Jennifer Aniston hanno raggiunto l’apice della carriera proprio dopo quella età. La situazione si è evoluta molto rispetto al passato.

Se Maria fosse vissuta in Italia, avrebbe ricevuto il quadro?

Helen Mirren: Il sistema giudiziario italiano è sicuramente molto complesso, ma ha affrontato sfide importanti come quella contro la mafia. Quello che posso dire è che uno straniero per vivere qui deve avere una grande pazienza. Dopotutto l’Italia è talmente bella che ne vale la pena.

La Eagle Pictures distribuirà Woman in Gold in tutti i cinema italiani il prossimo 15 ottobre.

Segnato da un amore incondizionato per la settima arte, cresciuto a pane e cinema e sopravvissuto ai Festival Internazionali di Venezia, Berlino e Cannes. Sono sufficienti poche parole per classificare il mio lavoro, diviso tra l’attenta redazione di approfondimenti su cinema, tv e musica e interviste a grandi personalità come Robert Downey Jr., Hugh Laurie, Tom Hiddleston e tanti altri.

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Carlo Verdone, l’attrice della sua serie terrorizzata: fiumi di sangue ovunque | VIDEO

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Verdone scioccato – Newscinema.it

L’attrice di Vita da Carlo 2 ha vissuto un’esperienza assurda che l’ha segnata e fatta crescere, come persona e come professionista. 

La giovane attrice romana è stata ospite della rassegna cinematografica Castiglione del Cinema 2023 e abbiamo avuto il piacere di incontrarla e realizzare una video intervista esclusiva con lei.  Ludovica Martino è diventata la star dei teenager con la serie tv SKAM Italia, è attualmente protagonista della seconda stagione di Vita da Carlo su Paramount Plus. A Castiglione del Lago ha incontrato il pubblico, ripercorrendo la sua carriera tra cinema e serie tv.

A fine Ottobre ad Alice nella Città Martino presenterà Resvrgis, il suo primo film horror che le ha richiesto uno sforzo fisico non indifferente, ma soprattutto le ha permesso di andare oltre i limiti e mettersi alla prova superando alcune paure personali. Un’esperienza forte e coinvolgente che non dimenticherà molto facilmente.

Ludovica Martino condivide la sua esperienza “da incubo”

Nella video intervista qui sotto, realizzata dal nostro partner YouTube MADROG, Ludovica Martino confessa i dettagli più inquietanti e curiosi di questa avventura sul set di un film horror indipendente diretto da Francesco Carnesecchi che promette alta tensione, una buona dose di suspance ma anche molto sangue.

“Non ho mai corso così tanto, faceva freddo, fango ovunque” ha raccontato l’attrice, aggiungendo poi alcuni particolari su alcune scene particolarmente sanguinolente che difficilmente dimenticherà.

Resvrgis: la trama del film

Resvrgis è un thriller in cui una battuta di caccia si trasforma in una lotta per la sopravvivenza, annientando i confini tra prede e predatori. A vestire i panni dei protagonisti, alcuni tra i giovani attori più promettenti del panorama cinematografico nazionale: Ludovica Martino, Beatrice Fiorentini, Blu Yoshimi, Beatrice Modica, Daniele Mariani e Thomas Santu.

Una prova fisica e psicologica per la giovane attrice romana con una carriera in continua ascesa che è iniziata sul grande schermo con il film Il Campione, seguito da Sotto il Sole di Riccione, Mio Fratello Mia Sorella, I Migliori Giorni, per citarne alcuni.

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Interviste

Paolo Genovese rivela il suo rituale: “Lo faccio da quando avevo 14 anni” | Intervista esclusiva

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PAOLO GENOVESE

Intervista a Paolo Genovese – Newscinema.it

Il 30 Settembre Paolo Genovese è stato ospite alla prima edizione di Castiglione del Cinema. Lo abbiamo incontrato ed ecco cosa ci ha raccontato in una video intervista esclusiva.

Sul palco con il Direttore Artistico Emanuele Rauco, il regista di successi come Tutta Colpa di Freud, The Place, Immaturi e Perfetti Sconosciuti, ha tenuto una masterclass a Castiglione del Cinema 2023 per parlare del mestiere del regista, di cinema e della sua carriera. A fine Ottobre sarà alla Festa del Cinema di Roma con la serie tv Leoni di Sicilia, solo ultimo lavoro che andrà in onda su Disney+, ma ricordando i suoi esordi ha raccontato soddisfazioni e delusioni con umiltà e sincerità.

Incantesimo Napoletano è stato il primo corto che ho fatto in assoluto ed è stato selezionato al Festival di Locarno. Lì davano molta attenzione ai giovani poiché i corti selezionati venivano proiettati prima dei film importanti in una piazza che è probabilmente il più grande cinema all’aperto del mondo. Nemmeno quando ho vinto il David ero così emozionato e quando è toccato a me il corto è stato proiettato completamente sfocato per un errore tecnico. Mi veniva da piangere, eppure ho vinto con la motivazione che avevo avuto il coraggio di aver raccontato una storia di disagio per la tecnica del fuorifuoco e mi ha segnato per sempre”.

Il “piccolo rituale” di Paolo Genovese

“Ho cominciato a scrivere le mie primissime cose a 14 anni forse 13, perchè mi regalarono una Olivetti Lettera 32 con cui cominciai a giocare. Da allora la prima scena di tutti i miei film io la scrivo con quella Olivetti Lettera 32, è il mio piccolo rituale. Solo la prima scena, perchè altrimenti mi ci vorrebbe più tempo a scriverla che a pensarla” ci ha rivelato in una video intervista che potete vedere per intero qui sotto grazie al nostro canale YouTube MADROG (se non siete ancora iscritti cliccate qui, è gratuito e sarete aggiornati sui vari nuovi video pubblicati di cinema e serie tv).

“In Italia si fa poca cultura in generale, ma soprattutto poca cultura del cinema e quindi i vari valorosi direttori di festival che si sobbarcano l’onere di organizzare questi eventi per fare in modo che i professionisti del grande schermo possano incontrare il pubblico e trasmettere l’esperienza diretta e la passione per questa arte credo sia veramente importante e un modo per avvicinare il pubblico al cinema” ha osservato il regista romano, riflettendo sul modo per riportare i giovani in sala.

Come riportare i giovani al cinema

“Quando si conosce si ama, conoscere la storia del cinema, quanto amore e quanta passione c’è dietro a un film probabilmente ti fa venire voglia di vederlo nel suo massimo splendore. I film sono pensati per essere proiettati in una sala cinematografica, sia per la qualità dell’audio e del video, sia per la condivisione delle emozioni con il pubblico, sia per potersi prendere due ore di tempo e farsi raccontare una storia” ha detto.

“Per i giovani sicuramente c’è la concorrenza delle piattaforme che ben venga, un nuovo modo di fruire le storie con tv, iPhone o iPad in qualunque momento e luogo. Non lo demonizzo, va benissimo, ma dobbiamo preservare la sala cinematografica perchè l’emozione che ci dà un film in sala non sarà mai equiparabile un film a casa o su lo smartphone. Inserire nelle scuole dei corsi di cinema credo sia qualcosa di fondamentale, se ne parla da tanto ma non si è fatto molto. La cultura è l’unico modo per riavvicinare i giovani, come la musica o il teatro. Poi ovviamente c’è anche una responsabilità da parte degli autori perchè comunque non è un automatismo, faccio un film che il pubblico deve vedere. Noi autori dobbiamo meritarci il pubblico, e quindi abbiamo la responsabilità di raccontare storie interessanti e accattivanti” ha aggiunto Genovese.

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Festival

Svevo Moltrasio: “Mi piacciono i film che lasciano in sospeso” | video intervista a Castiglione del Cinema 2023

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Svevo Moltrasio Gli Ospiti

Svevo Moltrasio a Castiglione del Cinema – Newscinema.it

Svevo Moltrasio, famoso youtuber e regista italiano, ha presentato in anteprima a Castiglione del Cinema 2023 il suo primo film Gli Ospiti. Lo abbiamo intervistato ed ecco cosa ci ha raccontato.

Dopo un percorso produttivo tortuoso e un crowdfunding riuscito, Svevo Moltrasio riesce a portare in sala il suo primo film, gli Ospiti, che arriverà nelle sale il 12 Ottobre 2023. L’anteprima ha avuto a luogo a Castiglione del Lago in occasione della prima edizione della rassegna cinematografica Castiglione del Cinema, a cura del Direttore Artistico Emanuele Rauco.

Il famoso youtuber italiano che ha iniziato la sua avventura sul web raccontato la vita degli italiani in Francia, dopo aver vissuto molti anni a Parigi, è tornato in Italia per provare a rivoluzionare il cinema italiano che spesso non è abbastanza coraggioso da dare fiducia a progetti indipendenti.

La video intervista a Svevo Moltrasio

Abbiamo avuto il piacere di scambiare quattro chiacchiere con Svevo Moltrasio sulle sponde del Lago Trasimeno subito dopo la proiezione de Gli Ospiti al Nuovo Cinema Caporali, una sala di riferimento per Castiglione del Lago che ha riaperto dopo una ristrutturazione capillare durata anni.

“Ho sempre scritto, diretto e montato da solo fin da quando facevo i corti a vent’anni. Quindi faccio fatica a non farlo, ho bisogno di avere il controllo totale di tutto e finché sono progetti indipendenti ci riesco. Poi la scrittura e il montaggio sono le fasi che preferisco” dice Moltrasio nella video intervista.

Gli Ospiti: di cosa parla

Durante una nottata in un casale nella campagna romana, dieci personaggi, perlopiù amici sui 30 e 40 anni, sono costretti a un confronto a suon di attriti, incomprensioni e sorprese che li metteranno a più riprese uno contro uno, tutti contro uno e uno contro tutti. Un film che ricorda le litigate del cinema di Muccino, o la struttura narrativa di Perfetti Sconosciuti e le commedie alleniane, ma denuncia una forte identità d’autore.

Moltrasio non nasconde le influenze di cineasti che ama da sempre come Woody Allen, Roman Polanski, ma spera di proporre le storie con una cifra stilistica personale. “Questo è un film in cui i personaggi si confrontano costantemente, e ho inserito temi di attualità proprio per rendere tangibile la scrittura di questo gruppo che si muove anche tra gli stereotipi volutamente” ha sottolineato.

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