Joaquin Phoenix: i 5 ruoli più carismatici dell’attore | Impossibili restare indifferenti

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I ruoli carismatici di Joaquin Phoenix – Newscinema.it

Joaquin Phoenix mette d’accordo un po’ tutti perchè è difficile negare il suo talento di fronte alla macchina da presa. Abbiamo selezionato cinque suoi ruoli travolgenti che non lasciano indifferenti.

Bisogna ammetterlo, pur essendo stato sempre un grande attore negli ultimi anni Joaquin Phoenix è riuscito a fare uno scatto da centometrista all’interno della settima arte. Tra scelte più mainstream e interpretazioni di maggiore spessore autoriale, ha saputo intervallare in maniera totalmente versatile figure realmente esistite a personaggi immaginari.

In un caso o nell’altro, toccando anche differenti generi, ha lasciato comunque un segno inconfondibile, talvolta addirittura iconico nell’immaginario comune. Così, a pochi mesi da Napoleon di Ridley Scott, abbiamo esplorato cinque sue carismatiche prove attoriali.

Maria Maddalena di Garth Davis (2018)

Un ritratto religioso che ha saputo conquistare il pubblico ma meno la critica, girato quasi nella sua totalità nel nostro sud Italia. Il film si concentra sul viaggio che Maria, interpretata da colei che sarà poi la futura moglie nella vita reale di Phoenix Rooney Mara, intraprende insieme a Gesù abbandonando la propria famiglia e la città di Magdala per scoprire il suo vero destino.

Joaquin invece veste i panni proprio del Messia in questo lungo cammino verso Gerusalemme, calzando con profonda enfasi l’intenso e ruvido percorso umano che è chiamato ad attraversare e di conseguenza a farci vivere.

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Joaquín Phoenix a Venezia (Foto: ANSA) – Newscinema.it

I fratelli Sisters di Jacques Audiard (2018)

Adattamento cinematografico del romanzo Arrivano i Sisters di Patrick deWitt vede perennemente in scena il duo John C. Reilly e Joaquin Phoenix. I due funzionano perfettamente insieme, dimostrando un feeling innato che ovviamente rende ancor più verosimile il legame fraterno nelle vesti dei Sisters.

Questo lungometraggio è sostanzialmente un’avventura road-movie capace di districarsi tra dramma e commedia, attingendo a piene mani dal genere western. Siamo nel 1851 e i due fratelli del titolo sono anche due assassini professionisti, i quali si mettono in viaggio attraverso il nord-ovest degli Stati Uniti lungo un percorso soprattutto personale che li metterà alla prova. Caratteri differenti, battibecchi continui, minacce e un equilibrio labile forgiato però su un legame robusto.

Joker di Todd Phillips (2019)

Divenuto senza alcun dubbio un fenomeno globale, il cinecomic che non è un cinecomic ha di certo fatto schizzare la carriera di Phoenix nell’Olimpo hollywoodiano. Partito dal Festival di Venezia dove è stato presentato in anteprima mondiale e fin da subito acclamato quasi all’unanimità, Joker ha sugellato il momento portandosi a casa il Leone d’Oro e in seguito, tra i molti premi vinti, ha chiuso la stagione dei premi con tanto di Oscar proprio all’attore protagonista.

Oltre che sulla critica il suo impatto è stato mostruoso anche sul pubblico che l’ha amato per la carica drammatica e il valore artistico, identificandolo come un film dalla forte impronta autoriale seppur fondato sulla figura di un iconico villain dei fumetti come Joker.

Phoenix dal canto suo ha saputo regalare un’interpretazione magistrale capace di distaccarsi dalla visione dei precedenti attori che l’avevano caratterizzato, e portando il personaggio più vicino alla realtà che alla fantasia.

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Todd Phillis e Joaquín Phoenix (Foto: ANSA) – Newscinema.it

C’mon C’mon di Mike Mills (2021)

Totalmente in bianco e nero, molto intimo e avvolto da un sapore intensamente emotivo, il film scritto e diretto in solitaria da Mike Mills si affida nel suo intento principale al rapporto costruito tra i due protagonisti. Da un lato il nostro Joaquin appunto e dall’altro un talento attoriale giovanissimo Woody Norman.

I due attraverso le loro performance raccontano una storia molto sensibile che vede un giornalista radiofonico in giro per il paese impegnato ad intervistare persone per lavoro, finché un giorno si trova in una situazione imprevista, deve prendersi cura del nipote.

Da qui nascerà un legame potente che tra alti e bassi li porterà soprattutto il personaggio di Phoenix a vedere la vita da una differente e più umana prospettiva. Tenero e dal sapore autentico questo C’mon C’mon è costato appena 8,3 milioni di dollari ma grazie alle intuizioni registiche, di scrittura e il modo di recitare del duo, si può considerare uno dei migliori titoli della sua annata.

Beau ha paura di Ari Aster (2023)

Chiudiamo con il più criptico dei cinque, partorito dalla mente contorta ma affascinante di Ari Aster, un lungometraggio basato su un corto dello stesso regista datato 2011. Il film si apre su uno scenario molto attuale ma anche tanto distopico, esplorando poi per tutta la sua durata il viaggio che Beau Wasserman compie.

Da quando si imbottisce di farmaci per sopperire al modo insopportabilmente angosciante in cui vive fino a quando giunge a casa della madre, una donna molto autoritaria che all’inizio gli viene detto sia morta. Alternando fantasia e realtà ma pur sempre fedele al suo temperamento psicologico, quest’avventura grottesca a tratti delirante gioca su diversi aspetti della psiche umana in maniera più o meno metaforica.

Phoenix è forse il vero punto di forza dell’opera che non ha saputo investire di soddisfazione il suo pubblico, cadendo in un flop commerciale. Straniante e visionario dunque questo Beau ha paura deve molto al suo protagonista, come un po’ tutto il cinema che questo prodigioso attore tocca.