Si è tenuta questa mattina al cinema Adriano la conferenza stampa di presentazione de La pazza gioia, il nuovo film di Paolo Virzì. Scritto da Francesca Archibugi e interpretato da Micaela Ramazzotti e Valeria Bruni Tedeschi, La pazza gioia racconta la storia di Beatrice Morandini Valeriana (Valeria Bruni Tedeschi) e Donatella Morelli (Micaela Ramazzotti), due donne classificate come socialmente pericolose che sfuggono da una comunità terapeutica per trovare un pizzico di felicità. Potete trovare qui sotto le dichiarazioni del regista Paolo Virzì, della sceneggiatrice Francesca Archibugi e delle interpreti principali Micaela Ramazzotti e Valeria Bruni Tedeschi:
È emozionato di presentare il film al Festival di Cannes?
Paolo Virzì: È un piacere e un onore. Abbiamo ricevuto la richiesta di posticipare la release del film per presentarlo in anteprima mondiale al Festival. Cannes è una calamita per l’ego dei registi.
Che cosa l’ha spinta a realizzare La pazza gioia?
Paolo Virzì: I personaggi che mi affascinano sono quasi sempre dei casi clinici. Lo spunto è nato durante le riprese de Il capitale umano. A un certo punto il personaggio interpretato da Valeria perde la zucca e nasce la Beatrice de La pazza gioia. Un giorno poi, durante una visita di Micaela sul set, le ho viste camminare insieme e mi è venuta voglia di raccontare questa storia.
Francesca Archibugi: Paolo, dopo aver visto Micaela e Valeria camminare insieme, ha deciso di raccontare questa storia. È bello lavorare a un film avendo già in mente gli attori.
Come è stato interpretare due personaggi così fragili?
Valeria Bruni Tedeschi: È raro leggere una sceneggiatura ricca di personaggi così chiari e complessi. Avevo paura di non essere all’altezza. Quando ho iniziato a lavorare al film ho chiesto al mio super io di andare in vacanza. È stato liberatorio. Ho decostruito invece di costruire.
Micaela Ramazzotti: I due personaggi vengono da due mondi diversi ma trovano un punto di contatto. La sceneggiatura era perfetta, una red bull di situazioni che ha reso facile interpretare Donatella. Sono partita dalla sua fisicità. Il mio personaggio, sotto sotto, vuole solo chiedere scusa al figlio per la madre che non è stata.
Nel film ci sono alcuni riferimenti a La prima cosa bella. Perché?
Paolo Virzì: Mi piace pensare alla mia filmografia come a un macrofilm. Oltre al territorio, le mie opere hanno in comune il mix di gioia e dolore.
Qual è il confine tra realismo e finzione?
Paolo Virzì: La pazza gioia può essere considerato un film realistico con momenti da commedia avventurosa e trip psichedelico. Le due protagoniste sono due pazienti quindi è inevitabile che la macchina da presa si perda nella loro follia. Il disagio mentale è un argomento che fa paura. Ecco perché le persone malate vengono allontanate o recluse. Ma se ci guardiamo intorno sono realtà che riguardano tutti noi.
È stato difficile sviluppare due personaggi femminili così ben delineati?
Paolo Virzì: Tante donne sono state rappresentate meravigliosamente da uomini, basti pensare ai film di Woody Allen. Non mi piacciono le eroine virtuose ma le donne sbagliate o stigmatizzate come poco di buono. Ho amato subito le belle e buffe protagoniste di questa storia.
Il film è un omaggio a Thelma & Louise?
Paolo Virzì: In realtà non ci avevo pensato. Mi ricordo solo il bellissimo finale di quel film. Mi sento in debito però con Qualcuno volò sul nido del cuculo di Milos Forman e con Un tram che si chiama desiderio di Tennessee Williams. I film prendono vita indipendentemente dai loro artefici.
Qual è il confine tra comicità, commozione e follia?
Valeria Bruni Tedeschi: Un attore non cerca di far ridere o piangere. Il tragicomico è già nella sceneggiatura. Quando la misura non era giusta ce ne accorgevamo subito con Paolo. Ho fatto molta terapia, è come una seconda casa per me. Conosco la follia. Non mi sento pazza ma neanche non pazza. Mi sento familiare con le persone definite pazze. Sono piena di ipocrisia e di controllo ma dentro sono disperata.
La pazza gioia verrà distribuito da 01 Distribution il 17 maggio 2016.