Intervista ad Ascanio Celestini: “I Dardenne trovano il mio film laconico ma sincero”

La parola poliedricità fa rima con Ascanio Celestini, un artista che dal 1996 ad oggi ha firmato venti spettacoli teatrali, scritto dieci libri, registrato un disco e girato due documentari e due film. Poche frasi, affermate dallo stesso Celestini, che rispecchiano perfettamente un autore che continua a sorprendere per il suo stile unicamente originale. L’ultima delle sue fatiche è Viva La Sposa, una pellicola scritta, diretta ed interpretata da Celestini che, dopo essere stata presentata alla 72° edizione della Mostra del Cinema di Venezia, esce il 22 ottobre in tutte le sale italiane. Il film, che racconta la storia di un buono a nulla e dei bizzarri incontri che la vita lo porta a fare, è interpretato anche da Alba Rohrwacher, Salvatore Striano, Francesco De Miranda, Veronica Cruciani e Mimmi Gunnarsson. Potete trovare qui sotto la nostra intervista esclusiva ad Ascanio Celestini che ci ha svelato tante curiosità su Viva La Sposa, sul rapporto con i fratelli Dardenne e sui prossimi progetti cinematografici e televisivi.

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Dove ha trovato l’ispirazione per scrivere, dirigere e interpretare questo film?

Le due di notte o un’ora del genere, un tizio mi chiede di offrirgli una birra, gliela porto, la apre col suo Leatherman, incide il tappo e ci fa uno scarabeo. Ho pensato che la gente che beve può chiudersi nella scatola del proprio cervello o avere la fantasia di aprirsi a qualunque mondo sconosciuto.

Nel 2010 era in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia con La pecora nera. Come è cambiato il cinema italiano in questi cinque anni e come è stato tornare da regista non esordiente?

Non lo so come è cambiato, non sono sicuro nemmeno che sia cambiato. Se guardiamo solo il cinema non capiamo niente dell’arte. Il cinema deve essere letteratura, la letteratura è teatro, il teatro è musica, eccetera. Tutte queste condizioni del linguaggio fanno parte del mondo. Dovremmo chiederci piuttosto come è cambiato il mondo.

Come ha scelto il cast e che approccio ha seguito per dirigere gli attori nel film?

Voglio lavorare con persone coscienti. Mi piacciono gli artisti intelligenti. Gli istintivi sono affascinanti, ma non puoi parlarci per cinque minuti di seguito. Io voglio stare insieme a persone che mi mostrano il loro punto di vista sul mondo. Così ho scelto gli attori, bambini compresi.

Perché ha deciso di intitolare il film “Viva La Sposa” e che ruolo ha la Sposa nella storia?

La sposa è un significante senza significato, così ci insegnavano a scuola poco dopo aver imparato a scrivere. Ci troviamo davanti a un suono, un gesto, una parola che ci pare significhi qualcosa, e invece non lo troviamo quel significato. Però ci interroghiamo come se ci fosse. La sposa è uno spazio vuoto. Lo spettatore la digerisce come vuole, può e sente. Qualcuno mi dice “la sposa è la realtà vista da chi se ne sta fuori”, qualcun altro “è l’irreale visto dal punto di vista della realtà”, qualcuno ancora si chiede “ma perché non si vede mai il marito?” Mia moglie dice “ma deve per forza significare qualcosa?”

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Perché ha deciso di rendere il quartiere popolare che fa da sfondo alle vicende dei personaggi un protagonista del film?

Perché i luoghi sono come il tempo. Sono il contenitore reale nel quale avvengono le cose che digeriamo con la testa.

Quali sono i punti di contatto e le divergenze tra lei e Nicola?

La Sambuca, un quartiere e il furgone rosso del film.

Tra i produttori ci sono i fratelli Dardenne. Come è stato lavorare con due icone del cinema mondiale?

Conoscevano il mio lavoro teatrale. In Belgio lavoro spesso. Un mio spettacolo è in scena ormai da tre anni ed è stato, curiosamente, anche premiato come miglior spettacolo belga dalla critica due anni fa. I “fratelli” mi hanno scritto una bella lettera con qualche proposta e un dubbio, “cosa significa l’inquadratura finale del bambino che si trucca”, ma hanno anche aggiunto “Ecco, un po’ laconico ma sincero” e hanno chiuso dicendo che hanno amato il film “Molto”.

Ha firmato opere teatrali, scritto libri, registrato un disco e diretto due film. Dove si concentrerà maggiormente in futuro?

“Non lo so” è una risposta rispettabile?