

Fantascienza
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Fantascienza
Snowpiercer | La recensione dei primi due episodi della serie

Vi era davvero bisogno di un adattamento per il piccolo schermo della graphic novel Le Transperceneige, già trasportata con successo in forma filmica da Bong Joon-ho nel 2013? Tagliamo subito la testa al toro dicendo che no, non era necessario.
Un’affermazione che potrà sembrare eccessivamente categorica, anche in virtù del fatto che ci limitiamo in questa sede all’analisi dei primi due episodi (sui dieci che vanno a comporre la prima stagione e con un’altra già annunciata), ma che si giustifica fin dai primi minuti dove pare di assistere ad una fiera del riciclo della pellicola, con uno spunto da poliziesco seriale che mal si interseca alle dinamiche sulla lotta di classe che nella loro forma primigenia, cioè su carta, e poi nel relativo live-action erano il cuore dominante dell’insieme.
Snowpiercer – Finché il treno va

Daveed Diggs
La trama dello Snowpiercer televisivo è ambientata sette anni dopo la “fine del mondo per come lo conosciamo oggi”, con i sopravvissuti che hanno trovato salvezza a bordo del treno del titolo, un mezzo a moto perpetuo che gira costantemente intorno al pianeta e, come in ogni “società che si rispetti”, le gerarchie di potere hanno luogo anche tra le varie carrozze. Le classi più agiate infatti vivono nella parte anteriore del treno, dotate di ogni comfort e svago, mentre quelle meno abbienti sono costrette a cibarsi di avanzi e a far conti con condizioni di scarsa igiene nel fronte di dietro.
Una rivolta da parte di queste ultime è ovviamente inevitabile, ma lo status quo viene già parzialmente scosso quando Andre Layton, un ex poliziotto nonché tra i leader dei reietti, viene reclutato da Melanie Cavill, la “Voce del treno”, per indagare su un omicidio avvenuto – per cause ancora misteriose – tra le fila della high class. La mina vagante costituita dalla presenza di Layton porterà alla luce orribili verità mentre nel frattempo i suoi simili devono affrontare nuove ingiustizie.
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Snowpiercer – Vecchio e nuovo

Jennifer Connelly
Il film di Bong è più di una mera fonte ispiratrice e alcune scene vengono copiate pari-passo, pur senza possedere quella personalità scattante e istintiva che caratterizzava la regia del maestro coreano. Certo l’ambientazione claustrofobica è in parte limitante ma un po’ di varietà non avrebbe guastato, e quando si prova a innescare un’inedita miccia narrativa l’operazione rischia di snaturare il proprio significato di base. L’indagine del protagonista, proveniente dalle classi sociali più basse e alle prese con un mondo di segreti e bugie dove tutti mentono, forza anzi la disposizione scenografica di diverse location, rendendo il tutto eccessivamente fantasioso e poco verosimile.
Laddove il prototipo si fermava nell’accumulo, puntando invece su una carica volutamente metaforica anche, e soprattutto, nei suoi eccessi più ironici e grotteschi, Snowpiercer 2020 rischia di prendersi troppo sul serio e il colpo di scena che chiude la prima stagione è atto a smuovere con una rivelazione ad effetto, più gratuita che realmente omogenea con quanto visto in precedenza. Tecnicamente la messa in scena si difende benino, ma senza eccellere, e il vero punto di forza dell’operazione risiede nella carismatica performance di Jennifer Connelly, a proprio agio in un ruolo aperto a molteplici sfumature.
Cinema
Ad Astra, a 50 anni dall’allunaggio il nuovo film con Brad Pitt astronauta

“La fantascienza è un genere più difficile di quello che sembra, perchè ci sono solitamente elementi fantastici. Quello che vorrei fare è mostrare la più realistica rappresentazione possibile del viaggio spaziale che sia mai stata vista al cinema”. James Gray
Domani, si festeggia il cinquantesimo anniversario dell’allunaggio, e 20th Century Fox, in occasione dell’uscita del nuovo film ambientato nello spazio, Ad Astra, dal 26 settembre al cinema, con Brad Pitt nel ruolo dell’astronauta Roy McBride, ha voluto chiedere agli italiani cosa si ricordano di quel giorno e quali sono le loro aspettative per il futuro. Riusciranno i nostri astronauti ad approdare su Marte? E Perché no su Nettuno?
È proprio in questo pianeta che Brad Pitt va alla ricerca di suo padre, astronauta anche lui, che da vent’anni risulta disperso in una missione top secret. I desideri e le ambizioni dell’uomo ci porteranno così lontano? Le risposte che cerchiamo, sono fuori dalla nostra portata? Sono trascorsi 50 anni dal 20 luglio 1959, dalla storica missione dell’Apollo 11, quando il razzo Saturn V con a bordo gli astronauti Neil Armstrong, Buzz Aldrin e Michael Collins compì il primo allunaggio della storia e Neil Armstrong diventò il primo uomo a mettere piede sulla Luna.
Fu un evento mediatico enorme, un’emozione incredibile: 20 milioni di persone in Italia e 900 milioni nel mondo assistettero alla diretta televisiva, riunendosi con amici, vicini, parenti per condividere uno dei momenti più importanti per la storia dell’umanità. Spettatori incollati davanti alla tv per quasi 24 ore aspettando che un uomo, a 384 mila km di distanza, sbarcasse sulla Luna. Ad Astra, il nuovo film di James Gray con Brad Pitt, Donald Sutherland, Tommy Lee Jones, Liv Tyler, ed è distribuito da 20th Century Fox.
SINOSSI: Vent’anni dopo la partenza di suo padre, per una missione di sola andata verso Nettuno alla ricerca di segni di vita extraterrestre, Roy McBride segue le orme paterne. Ingegnere dell’esercito attraversa il sistema solare in cerca di indizi sul fallimento della spedizione paterna, nella speranza anche di ricongiungersi al genitore. Ma lo spazio non lascia indenne il cuore dell’uomo…
Ad Astra vi aspetta nelle sale cinematografiche italiane dal 26 settembre.
Cinema
È morto Peter Mayhew, Chewbecca di Star Wars

Si è spento all’età di 74 anni Peter Mayhew, attore reso celebre dal ruolo di Chewbecca nella saga di Star Wars. L’interprete dell’inseparabile amico di Han Solo è infatti morto lo scorso 30 aprile presso la sua casa in Texas. La sua scomparsa però, è stata resa pubblica solamente da qualche ora tramite social network. Mayhew ha vestito i panni del Wookie nei vari film della serie, coprendo un arco temporale che va dal 1977 al 2015. L’attore di origini britanniche convinse George Lucas ad assegnargli il ruolo soprattutto grazie alla sua notevole altezza (2,18 metri). Va detto anche che, prima di Mayew, David Prowse era il principale candidato per il ruolo prima di virare sulla figura di Dart Fener.
Peter Mayhew, non solo Star Wars
Nonostante la figura di Mayhew sia per forza legata alla figura di Chewbecca, è giusto ricordare che l’attore non si è cimentato solamente in questo ruolo durante la sua carriera. Tra le diverse apparizioni sul grande schermo è bene ricordare Simbad e l’occhio della tigre (1977) di Sam Wanamaker, La casa del delirio (1978) con Norman J. Warren alla regia, Yesterday Was a Lie (2008) di James Kerwin e Killer Ink (2016) di Lewis Leslie che è anche il suo ultimo lavoro cinematografico.
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