Venezia 70: Emma Dante presenta Via Castellana Bandiera

Oggi in seconda serata presso la Mostra Internazionale del Cinema di Venezia sarà presentato Via Castellana Bandiera, il film diretto e interpretato da Emma Dante con Alba Rohrwacher ed Elena Cotta. E’ stato definito da qualche giornalista un nuovo western on the road all’italiana, ma la regista siciliana, che dal teatro è passata per la prima volta dietro la macchina da presa per il grande schermo, ha deciso di raccontare la storia di due donne che si perdono nelle strade della città di Palermo, finendo in una sorta di budello: Via Castellana Bandiera. Questa mattina la regista e il cast hanno raccontato in conferenza stampa la loro esperienza sul set e le loro emozioni nel lavorare fianco a fianco per alcuni mesi.

Cosa l’ha spinta a passare al cinema e le piace la definizione di western per il suo film?

Emma Dante: Il cinema è stato uno sconfinamento naturale perchè la storia mi sembrava adatta al cinema, non avrei potuto farla a teatro perchè avevo bisogno della ‘carne’. Ho sempre desiderato fare un western, quindi sì potrebbe essere una definizione divertente.

Perchè sempre il sud? Secondo lei al Nord non capitano cose del genere? Magari succedono e non si vengono a sapere?

Emma Dante: Palermo è la mia città, quindi parto da un’origine, dalla mia radice, la mia lingua, la mia strada. Secondo me il sud è parte del nord, questo film non è locale ma parla di un paese, dell’aggregazione di esseri umani. Parla dello stato dell’essere, non di uno stato georgrafico.

Da dove nasce il film e come si è trovata dietro la macchina da presa? Pensa di continuare su questa strada? E cosa ci dice del personaggio del ragazzo?

Emma Dante: Questo film è stato girato seguendo lo stile di lavoro che uso anche in teatro. Abbiamo provato molto e ho avuto la fortuna di trovare grandi collaboratori, una squadra forte che funziona molto bene e tutto ha funzionato perfettamente. Il ragazzino è un personaggio illuminato anche se proviene da quella famiglia ce la può fare, è una piccola fiammella ma c’è molto lavoro da fare intorno a lui per alimentare il fuoco.

Come mai la scelta di due lesbiche come protagoniste? 

Emma Dante: Noi forse non sappiamo più vedere le cose, ma lo spazio è grande e ci sarebbe per tutti, anche per gli omosessuali. Rosa e Clara sono solo due persone che si amano. Mi sono stancata di parlare degli omosessuali e le storie che li riguardano, giustificandole. Non è un amore diverso, ma un’amore. Queste due donne sono di fronte a questo mondo, alla donna anziana che ha altre priorità e comunque non le giudica.

Il cinema di Leone ti influenza?

Emma Dante: Mi ispira molto, è un grande, quindi ci sono momenti in cui io ho approfondito lo studio su questo genere. Non ho fatto un film western, ma ci sono citazioni. Il precipizio alla fine della via è presente, ma non sentiamo la caduta. Sappiamo che c’è questa umanità che viene verso di noi, ma non la vediamo. Questo è un momento particolare della nostra storia, perchè non riusciamo neanche a cadere,  c’è uno stallo che assomiglia a quello che siamo.

Vorrebbe mostrare il film a Tel Aviv e a Ramalla?

Spero di farlo vedere ovunque per andare oltre e più lontano possibile, per far fare esperienza alla gente che lo vede e scatenare il corto circuito di cui c’è necessità.

Signora Cotta cosa ci dice del suo personaggio?

Elena Cotta: Uno dei miei desideri e forse anche di molti dei miei colleghi è di recitare una frase intera esprimendola solo con gli sguardi e l’intensità della mimica. Questo personaggio non dice una battuta ed è l’emblema massimo di questo. Devi rinunciare a tutto quello che è l’artifizio del linguaggio per essere solo esclusivamente un viso. Talmente bella e forte è stata la sfida che forse le difficoltà non le ho nemmeno sentite. Sono stata molto felice di farlo.

Alba secondo te che regista è Emma Dante?

Alba Rohrwacher : E’ la regista del mio cuore, ho imparato tutto da lei sia a teatro al cinema. Il metodo Emma Dante funziona, lei fa un lavoro molto duro, richiede moltissimo ma si ha la sensazione di essere guidati da mani molto sicure. Io l’ho vista in azione a teatro sul palcoscenico e mi sembra che tiri fuori dagli attori dei fantasmi. Ha tirato fuori delle cose che io non sapevo nemmeno di avere dentro, e questo è sorprendente.

 

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