Venezia 78 | Paul Schrader e Oscar Isaac sbarcano al Lido per The Card Counter

Il leggendario Paul Schrader torna in concorso a Venezia con il nuovo The Card Counter, prodotto da Martin Scorsese, suo vecchio amico e prezioso collaboratore. Protagonista del film è Oscar Isaac, nei panni del giocatore d’azzardo William Tell: un uomo dal passato torbido, punito dal governo con la prigione e che ha deciso di spendere la sua ritrovata libertà ai tavoli dei casinò americani. “La società lo ha già perdonato”, spiega Schrader. “Tutti gli dicono che può iniziare di nuovo la sua vita, ma lui non si sente ancora pronto. Non è stato punito abbastanza ed è ancora pieno di sensi di colpa per ciò che ha commesso in precedenza”. È chiaro come, a distanza di quarantacinque anni, sia ancora Taxi Driver la pietra angolare del suo cinema. Anche in quel caso, la sceneggiatura di Schrader era costruita attorno ad un personaggio che guidava la direzione del film, determinandone anche l’approdo finale.

“Non scelgo io i temi dei miei film, né posso decidere a priori in quale misura questi debbano o meno raccontare le questioni dell’attualità, anche indirettamente. Sono sempre i personaggi che scrivo a condurre per mano il film”, spiega Schrader. “Il finale di Tuta Blu è un finale esplicitamente marxista e parte della critica conservatrice mi accusò all’epoca di aver fatto un film marxista. Ma non ero io il marxista, erano i personaggi del film ad esserlo. La sceneggiatura deve per forza dipendere dai pensieri, dalle convinzioni e dalle personalità che vengono proiettate sui personaggi, altrimenti non ci sarebbe più alcuna logica”.

Oscar Isaac | scommettere su sé stessi

“Abbiamo girato tutte le scene del film in sale da gioco reali, girando parecchi casinò in tutti gli Stati Uniti. Durante le pause pranzo, spesso mi sedevo al tavolo con qualche giocatore del posto. Ho perso qualcosa e vinto altrettanto, stando ben attento a non esagerare”, ha raccontato Oscar Isaac in conferenza stampa a Venezia. “Parlando più in generale del mio rapporto con il rischio, direi che molti degli attori della mia generazione hanno dovuto scommettere su loro stessi prima di affermarsi nel proprio campo. Anche io, come Tiffany Haddish, sono arrivato a New York da giovane solo con un modesto gruzzolettto di soldi messi da parte, ho fatto audizioni per ogni cosa e ho deciso di iscrivermi alla Juilliard School. Non avevo un piano di riserva, quindi quella scelta è stata sicuramente la più grande scommessa fatta nella mia vita”.

Le violenze di Abu Ghraib

Il film mette in scena i ricordi dello stesso Tell, ex agente penitenziario di Abu Ghraib, rievocando la sua esperienza lì attraverso visioni brutali e febbricitanti, che restituiscono con vaghezza onirica la brutalità delle torture perpetrate nella struttura. “Utilizzando questo tipo di impianto, siamo stati in grado di entrare in un ricordo distorto di ciò che rimane nella memoria”, ha detto Schrader. “Sono sicuro che i soldati statunitensi che sono stati all’aeroporto di Kabul negli ultimi 10 giorni avranno dei ricordi molto nitidi di quanto sta avvenendo adesso e sentiremo parlare di loro per i prossimi 10-20 anni, quando magari avranno la forza di tirare fuori ciò hanno lasciato sedimentare dentro di loro. Non è assolutamente una sorpresa che l’eccezionalità americana che abbiamo sbandierato per anni si sia rivelata una bugia”.

Per prepararsi al ruolo, Isaac ha rivelato di aver conservato nella sua roulotte le foto della vera prigione in cui lavorava il personaggio da lui interpretato. “Ricordo come ci siamo sentiti tutti quando abbiamo visto quelle foto, il disgusto e la vergogna che abbiamo provato. Ma in quelle scene non potevo mettere in scena la vergogna, che è qualcosa che viene dopo, da spettatore esterno. Piuttosto dovevo far trapelare la convinzione del mio personaggio, in quel momento della sua vita, di star facendo la cosa giusta per il proprio Paese”.