Segreti di famiglia, il dramma di Joachim Trier con Jesse Eisenberg e Isabelle Huppert

Joachim Trier, nome ancora poco conosciuto nel nostro Paese, è uno degli enfant prodige del nuovo cinema norvegese. Arrivato sulle scene con Reprise, in concorso al Sundance Festival e vincitore del premio “Discovery” al Toronto International Film Festival, Trier riesce a farsi notare dalla stampa internazionale grazie allo struggente (quanto efficace) Oslo, August 31st, presentato nella sezione “Un certain regard” del Festival di Cannes del 2011. Ancora “chiuso” nella nicchia del circuito festivaliero, il regista norvegese tenta il grande salto con una produzione internazionale dal cast di ampio respiro con questo nuovo Segreti di famiglia (adattamento del ben più significativo titolo originale “Louder than bombs”), che vede la partecipazione di grandi nomi del panorama cinematografico mondiale. Abbandonata la tematica della tossicodipendenza, analizzata nel suo lavoro precedente, Trier sposta lo sguardo verso una realtà famigliare che, dopo anni di silenzio, è costretta a riaprire una vecchia ferita mai realmente curata. Un padre (interpretato da Gabriel Byrne, già protagonista del coeniano Crocevia della morte) insieme ai suoi due figli, Jonah (Jesse Eisenberg) e Conrad (Devin Druid), deve elaborare il lutto della propria moglie, celebre fotografa di guerra, scomparsa due anni prima a causa di un incidente stradale mai completamente chiarito. Gene dovrà quindi rimettere mano al proprio passato, spiegando ai figli ciò che per anni ha tenuto nascosto e indagando sulla vita privata della consorte che ha sempre avuto paura di approfondire.  Se in Oslo, August 31st il devastante silenzio che separava il protagonista dal resto del mondo era davvero “più forte delle bombe”, questa volta il dramma perde di efficacia a causa di una narrazione fin troppo marcata e artificiosa. Le fragilità di una sceneggiatura a tratti prevedibile (i cliché del figlio problematico e del padre che di nascosto frequenta l’amante) vengono in parte compensati da una regia elegante e raffinata, fatta di primi piani e lunghe inquadrature statiche, che si sposta fra le vite dei diversi personaggi catturandone sentimenti e rimorsi attraverso le sole espressioni del viso.

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I membri del cast regalano, senza eccezioni, una prova eccellente: dal silenzioso e introverso Devin Druid al padre incapace di perdonare le proprie colpe Gabriel Byrne, passando per l’enigmatica Isabelle Huppert, vera protagonista della pellicola. Segreti di famiglia è un film sulle conseguenze di una “assenza”, su come sia difficile ricominciare a vivere se prima non si sono chiusi tutti i conti con il passato. Isabelle, pur non essendo più fisicamente vicina alla sua famiglia, ne guida le scelte della quotidianità diventando il “convitato di pietra” dal quale non è possibile fuggire. È proprio nella figura della fotografa di guerra Reed che il nuovo lavoro di Joachim Trier acquisisce forza, tratteggiando una donna talmente forte da poter sopportare (e immortalare con i propri scatti) le disumane tragedie del campo di battaglia, ma così fragile da non riuscire più a ritrovare il proprio ruolo di madre e moglie in una famiglia che ha imparato a fare a meno di lei. Una menzione speciale va alla splendida colonna sonora, che mescola le suggestive sonorità krautrock dei Tangerine Dream e le melodie di Beck con le composizioni originali di Ola Fløttum (già collaboratrice di Trier e autrice della O.S.T. dello splendido Forza Maggiore di Ruben Östlund). Arrivati ai titoli di coda rimane la sensazione che Trier, volendo spiegare troppo e rivelare ciò che sarebbe stato meglio lasciare nel vago, abbia (momentaneamente) perso quel tocco di enigmaticità e mistero che ha reso le sue prime due pellicole così speciali. Non riuscendo più a compiere la fondamentale operazione di astrazione del sentimento, il cineasta norvegese finisce per confezionare un film elegante e formalmente ineccepibile, che però non riesce a vedere oltre il confine di un microcosmo famigliare già tante volte descritto e analizzato nella tradizione cinematografica contemporanea. Andrew Haigh, con il suo bellissimo 45 anni, ha dimostrato come una storia semplice e comune possa essere raccontata in maniera brillante attraverso sguardi e silenzi, sorrisi e labbra contratte, senza mai svelare allo spettatore cosa veramente si cela dietro gli occhi dei protagonisti. Trier, contrariamente a quanto fatto in passato, mette in scena questa volta sentimenti bidimensionali, togliendo allo spettatore il gusto della interpretazione.

Segreti di famiglia verrà distribuito da Teodora Film in tutti i cinema italiani il 23 Giugno 2016.

Trailer Segreti di famiglia