Serie tv
13 Reasons why, 5 motivi per vedere il teen drama di Netflix
Poteva il kolosso dello streaming americano non pensare di produrre una serie tv dedicata ai giovani di oggi? Assolutamente no. 13 Reasons Why arriva su Netflix dal 31 Marzo ed è il primo teen drama prodotto per il mercato globale dal canale telematico di grande influenza nella cultura pop moderna.
Ispirato all’omonimo libro scritto dall’ex bibliotecario Jay Asher (disponibile anche qui in Italia), la serie rappresenta una ventata di aria fresca per il genere teen dato che, per la prima volta, si affrontano tematiche forti con un fare deciso e senza peli sulla lingua. Si fotografano vizi e virtù della gioventù di oggi, una generazione che vuole crescere troppo in fretta e che è in cerca di emozioni forti. Infatti, grazie alla libertà di narrativa di Netflix, si può scavare a fondo nei meandri di una gioventù disgraziata e schiava dei social.
13 Reasons Why vede come protagonista Clay Jensen, outsider di poche parole, che un bel giorno riceve un pacco contenente 13 nastri registrati da Hanna Baker, compagna di classe morta suicida qualche tempo prima. Attraverso questi 13 nastri, si spiegano i motivi che hanno spinto la giovane a compiere questo gesto; 13 storie agghiaccianti, 13 persone coinvolte direttamente o indirettamente, 13 musicassette che sconvolgono la vita di Clay e l’apparente tranquillità di un piccolo liceo di provincia. Come (quasi) tutti i prodotti originali devoluti da Netflix, anche 13 Reasons Why, è una serie che va assaporata e digerita per poterla apprezzare nella sua interezza. I motivi fondamentali? Noi ne abbiamo trovati ben 5.
5. Il potere del web e la forza di un racconto fresco e deciso
Si sa che internet è il luogo virtuale per eccellenza che ha cambiato le nostre abitudini giornaliere. E se Netflix ha cambiato il modo in cui si fruisce l’arte televisiva di oggi, perché non cercare di veicolare un disagio della società moderna attraverso la forza del web? L’impatto che 13 Reasons Why sta ottenendo, è insito proprio in questo binomio: permettere alla gioventù moderna, che già vive a contatto con il mondo del cyberespazio, di utilizzare le caratteristiche dell’universo telematico (velocità ed agilità nel trovare informazioni), per portare all’attenzione una storia forte, anticonvenzionale ma di grande impatto emozionale.
La finzione narrativa incontra la realtà dei fatti, il web che si fa portavoce di un malessere comune, una strategia perfetta, un espediente unico nel suo genere che permette sia a giovani che meno giovani, di avvicinarsi ai veri problemi di una gioventù sconsiderata e senza una linea guida.
4. Il bullismo in tutte le sue sfaccettature
Raccontare un disagio sociale che ha scatenato un folle gesto (vedi il suicido di Hanna Baker) è sicuramente un interessante spunto narrativo. Nelle 13 audiocassette che il giovane ed ingenuo Clay ascolterà, si illustrano storie di un amore malato e perverso, storie di egoismo, una gara di polarità senza eguali che ha finito per corrompere l’animo di una ragazza di per se già molto travagliato.
Il fenomeno del bullismo che occupa anche a grandi titoli i fatti di cronaca italiana, diventa (suo malgrado) il leitmotiv di 13 Reasons Why, una tematica che viene approfondita, che viene scandita attraverso i dubbi e la rabbia della giovane Hanna, una tematica dalla infinite sfaccettature che qui si presenta nella sua accezione più problematica.
3. Una serie tv ‘old fashion’
Al di là dei temi d’interesse comune, 13 Reasons why è anche una chiara e ben mirata operazione revival. E’ una celebrazione della modernità, questo è vero, ma la serie di Netflix volge anche e soprattutto uno sguardo al passato. Non solo tornano sulla scena le leggendarie mangiacassette e auto d’epoca rimesse a nuovo, ma si odono sapori ed umori che si sono persi nel tempo, come i menage familiari, i rapporti mordi e fuggi, quei baci scambiati all’ombra di un cipresso, quei jeans attillati e quelle acconciature un po’ voluminose che stanno tornando in auge. La serie è quindi un viaggio fra il passato e presente della nostra società.
2. Nessun personaggio positivo
Niente pare essere sfuggito all’occhio indagatore di Hanna Baker. La storia di odio e vendetta tratteggiata dalla giovane ragazza, mette in luce un folto gruppo di ragazzi perennemente insicuri, sempre in cerca di qualcosa di più, con la voglia di vivere forte emozioni ed incuranti del rispetto. Nonostante si prova una certa empatia con i personaggi della vicenda, ci accorgiamo che non c’è nessun personaggio in cui identificarsi, ognuno di loro ha uno scheletro nell’armadio, un torbido segreto da nascondere. E questa caratteristica rende lo sviluppo della storia un qualcosa di altamente coinvolgente ed emozionante.
1. 13 Reason Why (insieme a Riverdale) è il teen drama definitivo
Ogni generazione ha una serie tv in cui identificarsi, ma quando i tempi cambiano, quando gli usi e costumi di una società mutano troppo in fretta, come si può indirizzare il giovane di oggi verso la cosa giusta da fare? Questo è il vero punto di partenza della serie di Netflix, il drama giovanile che mancava alla tv di oggi, un mix di mistero, fatti di cronaca e disagio sociale, la serie tv definitiva che insieme a Riverdale, serie dell’americana The CW, si fa portavoce di tutta la cultura pop moderna. Si evincono molti vizi e pochi virtù di una generazione che – rispetto al passato – ha perso valori, umori e sentimenti, una generazione che oramai non ha più un leader a cui ispirarsi.
Serie tv
Mare Fuori ad Alice nella Città 2023: in anteprima i primi episodi della quarta stagione

I protagonisti più amati della serie tv Mare Fuori 4 – Fonte: NewsCinema.it
Nel corso della ventunesima edizione di Alice nella città durante la diciottesima edizione della Festa del Cinema di Roma verranno presentati in anteprima i primi due episodi della nuova stagione di Mare Fuori.
La serie dei record Mare Fuori è pronta a tornare con i nuovi episodi della quarta stagione. Per celebrare questo grande ritorno verranno presentanti in anteprima i primi due episodi durante la ventunesima edizione di Alice nella città e della diciottesima edizione della Festa del Cinema di Roma.
Nella quarta stagione i protagonisti della serie si trovano metaforicamente a navigare in mare aperto. Rosa, Carmine, Mimmo, Kubra, Dobermann, Cucciolo e Micciarella vivono tutti la consapevolezza di non essere più attaccati all’àncora salvifica della famiglia. Sono soli, spinti dalla corrente verso il largo. Ora devono vincere ogni giorno le loro più intime paure per affrontare la vita.
Cosa accadrà nella quarta stagione di Mare Fuori?
Al fianco dei protagonisti non c’è più l’amore incondizionato della famiglia, ma quello degli amici con cui scelgono di navigare. A contrastare questo racconto ci sono Pino, Edoardo, Cardiotrap, Giulia e Silvia che, nel bene e nel male, vivono ancora il peso dei legami familiari capaci di condizionare la loro vita. È il momento di crescere e questo significa capire chi si vuole diventare e cosa si desidera essere. Ormai la maggior parte dei detenuti è maggiorenne. Il cambiamento è inevitabile, ma la crescita personale è una scelta che richiede coraggio.
Bisogna decidere in che modo e verso dove orientare la propria vita, il proprio viaggio. Chi non lo fa permette ad altri di farlo per lui. La libertà non è solo fuori dal carcere, è anche una conquista interiore dettata dal coraggio di scegliere. La durezza della nuova direttrice forza i ragazzi a una scelta necessaria: ribellarsi per la propria autodeterminazione. Lo scontro fra il mondo degli adulti e quello dei ragazzi è inevitabile per capire chi si è, chi si vuole diventare e trovare la voce per dirlo.

Carmine di Salvo e Rosa Ricci in Mare Fuori 4 – Fonte: NewsCinema.it
Chi ci sarà nel cast di Mare Fuori?
La quarta stagione di Mare Fuori, con la regia di Ivan Silvestrini, è una coproduzione Rai Fiction – Picomedia, prodotto da Roberto Sessa da un’idea originale di Cristiana Farina, scritta con Maurizio Careddu: nel cast, Carmine Recano, Lucrezia Guidone, Massimiliano Caiazzo, Maria Esposito, Matteo Paolillo, Artem, Domenico Cuomo, Kyshan Wilson, Clotilde Esposito, Giovanna Sannino, Alessandro Orrei, Ludovica Coscione, Clara Soccini, Francesco Panarella, Salahudin Tijani Imrana, Giuseppe Pirozzi, Vincenzo Ferrera, Antonio De Matteo, Raiz, Pia Lanciotti.
Serie tv
Heartstopper: le 10 frasi più belle della serie Netflix

I protagonisti della serie Heartstopper – Fonte: NewsCinema
La serie Heartstopper ha richiamato a se un gran bel numero di spettatori, grazie anche alle citazioni che nel corso di queste due stagioni hanno fatto breccia nel cuore degli spettatori.
Tra le serie più amate dal pubblico adolescente – e non solo – degli ultimi anni c’è Heartstopper. Il cast composto da attori simpatici, irriverenti e talentuosi, sono diventati famosi per aver pronunciato alcune battute diventate cult. La creatrice dei fumetti e della serie Alice Oseman ha scritto alcune frasi strazianti, commoventi e altre più incisive nei rapporti tra i protagonisti che non sono passate inosservate al pubblico. Il risultato finale? Un perfetto equilibrio tra i momenti tristi e quelli allegri. Per celebrare questo valore aggiunto alla serie, ecco le dieci citazioni migliori pronunciate durante le prime due stagioni di Heartstopper .
10) Le persone bisessuali esistono
Durante la fase dell’innamoramento provato da Charlie (Joe Locke) nei confronti di Nick (Kit Connor) e mostrato al pubblico durante la prima stagione, è emerso molto il suo lato ottimista e romantico. La battuta “le persone bisessuali esistono” pronunciata da Charlie ha permesso allo spettatore di capire subito chi era il personaggio principale.
Dietro queste parole c’è molto altro. Quando si raccontano storie appartenenti alla comunità LGBTQ+ risulta complesso affrontare il tema della bisessualità. Solitamente si preferisce affidare un partner ai personaggi, senza dover andare a scandagliare nei meandri della vita e psicologia dei protagonisti. In Heartstopper invece non si ha paura di esplorare le varie storie, mostrando ogni tipo di sentimenti.
9) “Come tuo simbolico amico etero, è mio dovere ricordarti che a volte le persone sono etero”
Di tutta risposta alla battuta citata prima, arriva quella pronunciata da Tao (William Gao) che offre un ulteriore spunto alla storia. Il motivo che porta Tao a dire quella battuta è legato al senso di protezione che nutre nei confronti di Charlie, per paura che venga ferito nuovamente. L’episodio si rifà all’aggressione subita dal ragazzo da parte di alcuni bulli, subito dopo aver fatto coming out.
Questa dichiarazione di amicizia, di fedeltà di Tao, si sposa alla perfezione con il contesto narrativo della prima stagione. Il ragazzo pur di difendere Charlie è pronto a tutto, senza temere alcun tipo di ripercussione. Vederlo così combattivo, nel proteggere Charlie e i suoi amici era davvero bello da vedere. Servirebbero più persone come lui, anche nella realtà.
8) “Parla ancora di mio fratello e ti ammazzo”
Tori (Jenny Walser) è la sorella di Charlie e nella serie Heartstopper appare e scompare senza che il pubblico se ne renda conto. Tuttavia, parlando del suo personaggio ciò che viene maggiormente apprezzato è il suo saper lasciare il segno con delle battute che non lasciano spazio alle interpretazioni.
“Parla ancora di mio fratello e ti ammazzo” riassume perfettamente il rapporto che Tori ha col fratello. Lei rappresenta il porto sicuro per Charlie. Ogni volta che appare in qualche scena è sicuramente per difendere il fratello da chiunque voglia fargli del male, a causa del suo orientamento sessuale. Meriterebbe sicuramente il premio come sorella migliore del mondo.

I personaggi Charlie e Ben della serie Heartstopper – Fonte: NewsCinema
7) “Voglio credere nel romanticismo”
Nella serie Heartstopper non ci sono personaggi secondari, sebbene siano previsti dalla sceneggiatura. Un esempio eclatante è rappresentato da Isaac (Tobie Donovan), partito in sordina e diventato un elemento incisivo nella storia. Oltre alla bisessualità, in questa serie viene trattato un altro argomento tabù ad Hollywood: l’asessualità. Il modo di affrontare questo discorso da parte del cast risulta assolutamente naturale, per nulla forzato e curato nei minimi dettagli.
La battuta “Voglio credere nel romanticismo” mostra la lotta interna che Isaac combatte ogni giorno con se stesso. Il suo personaggio è importante per tutte quelle persone che si sentono confuse, che non hanno ancora ben chiaro il loro orientamento sessuale e sono spaventati all’idea di essere etichettati.
6) “Non puoi più farmi sentire una schifezza solo perché odi te stesso”
All’interno degli episodi c’è anche spazio per delle zone d’ombra, come nel caso del rapporto tra Charlie e Ben (Sebastian Croft). Quest’ultimo non essendosi esposto, con un coming out pubblico, gli ha consentito di approfittarsi emotivamente di Charlie, condizione che ha portato il ragazzo a vivere in uno stato di angoscia e paura ogni volta che si trovano nello stesso spazio.
Il fatto che anche Ben sia combattuto con se stesso, non lo giustifica dal trattare Charlie in questo modo, per questo motivo la battuta pronunciata da Charlie: “Non puoi farmi sentire una schifezza solo perché odi te stesso” è il momento nel quale la forza e un’innata sicurezza si impossessano del giovane.
5) “Beh, quando non capisci di essere gay prima dei vent’anni, tendi a perdere quelle bellissime esperienze da adolescente gay”
Nella seconda stagione di Heartstopper entra a far parte del cast il signor Farouk (Nima Taleghani), nel ruolo del severo professore della scuola frequentata da Nick e Charlie. Dietro quel suo carattere duro, pronto a sgridare i suoi alunni all’occorrenza, anche lui come i ragazzi, cela un animo molto dolce e un’identità mai rivelata. La frase che leggete come titolo del paragrafo, viene pronunciata proprio da lui, quando si trova a rispondere a un collega, mentre Nick e Charlie vivono tranquillamente il loro amore.
La paura di fare coming out in età adolescenziale spesso porta ragazzi e ragazze a non vivere alla luce del sole i primi turbamenti emotivi. Questo ovviamente penalizza notevolmente la loro esistenza, portandoli a perdere la possibilità di vivere delle esperienze che potrebbero aiutarli a capire ancora meglio il loro orientamento sessuale. Fortunata che il prof Farouk dall’altra parte trova il collega Ajavi (Fisavo Akinade) pronto a comprendere le sue parole.
4) “Merito di essere apprezzato”
Questa battuta che dovrebbe anzi appartiene al personaggio di Tao, in realtà la si può considerare come l’anima, il cuore pulsante della serie Heartstopper. Il ruolo di Tao nei confronti degli altri è sempre quello di essere da supporto, soprattutto nei momenti di maggiore crisi di Charlie. A volte però si ha come la percezione che in molti se ne approfittino del suo carattere troppo affabile ed altruista. Per questo motivo Tao arriva a dire: “merito di essere apprezzato”.
Un pizzico di egoismo, di autostima è giusto averlo e mostrarlo agli altri, perché vuol dire che non esistono solo gli altri e i loro problemi, ci sono anche io e merito rispetto e considerazione. Volete un consiglio?Questa frase dovrebbero tenerla a mente soprattutto le persone che si rispecchiano nel ruolo di Tao.

Il personaggio Imogen della serie Heartstopper – Fonte: NewsCinema
3) “Non sono omofoba. Sono un’alleata”
Ed ecco il personaggio più buffo di Heartstopper. Il suo look colorato, la dolcezza, la sincerità con la quale è solita rapportarsi con gli amici di sempre, porta Imogen (Rhea Norwood) ad essere uno dei personaggi più amati della serie. Lei è l’amica che tutti vorrebbero e risulta anche molto divertente quando si trova a doversi confrontare con altre persone, provando ad esternare dei pensieri che risultano sempre sopra le righe.
“Non sono omofoba. Sono un’alleata” porta inevitabilmente lo spettatore a sorridere, perché in una forma un po’ particolare, dimostra la lealtà di Imogen per i personaggi LGBTQ+. Battute come questa, estrememente autentica, semplice ma d’effetto, sono la vera forza della serie, motivo per il quale è sempre più seguita sui social
2) “Penso che mi abbia sorpreso quanto fossero omofobe le persone. Pensavo che le cose andassero meglio oggigiorno”
Dall’inizio della serie, il personaggio di Charlie si trova quotidianamente a dover combattere contro episodi di omofobia e violenza, colpevole – agli occhi di qualcuno – di essere gay. Tutto cambia però, a subire questo trattamento è il suo ragazzo Nick.
Oltre a mostrare il lato più bello dell’amore tra due ragazzi, la serie vuole mettere in evidenza anche il pregiudizio e l’odio che alberga nell’animo di alcune persone contro la comunità LGBTQ+. Il perfetto equilibrio tra leggerezza e crudeltà si evince dai dialoghi affidati a tutti i personaggi. Quel che conta più di ogni altra e che i creatori di Heartstopper vogliono mettere in risalto è l’inclusione tra i vari ragazzi e la necessità di non vergognarsi di amare qualcuno del proprio sesso.
1) “Mi dispiace se ti ho fatto sentire come se non potessi dirmelo”
Gli spettatori più adulti hanno iniziato ad incuriosirsi alla serie Heartstopper presente su Netflix solo dopo aver scoperto che il premio Oscar Olivia Colman ha preso parte in un cameo. Il bello però, è che molti – se non tutti – alla fine si sono incuriositi e hanno continuato a seguire la serie a prescindere dalla sua presenza. Il momento più alto della prima stagione è senza dubbio il coming out di Nick con la relativa accettazione e comprensione da parte della madre.
Colpisce molto la frase pronunciata dalla donna nei confronti del figlio: “Mi dispiace se ti ho fatto sentire come se non potessi dirmelo”. Questo è il tipo di reazione che ogni genitore dovrebbe avere e soprattutto che ogni figlio vorrebbe ricevere, visto che il momento di esternare il proprio orientamento sessuale non è mai una decisione presa a cuor leggero.
Serie tv
The Bear: le Crocs ispirate alla serie tv | Gadget imperdibile

La seconda stagione della serie The Bear – Fonte: NewsCinema.it
Il personaggio di Carmy interpretato dall’attore Jeremy Allen White nella serie di successo The Bear è diventato anche un’icona di stile con una serie di gadget ispirati al mondo della cucina.
Una delle serie maggiormente attese degli ultimi mesi è The Bear 2 disponibile su Disney+ dallo scorso 16 agosto. Gli alti e bassi vissuti dallo chef Carmen Carmy Berzatto interpretato da Jeremy Allen White, tornano nel corso degli episodi che compongono la seconda stagione.
La critica, come era accaduto anche per la prima serie, ha confermato di amare questo prodotto seriale, soprattutto per quanto riguarda la stesura di una sceneggiatura ben ritmata e dettagliata. Questo amore verso i protagonisti di The Bear, si percepisce soprattutto tra il pubblico, tanto che è stata lanciata una linea di gadget ispirati alla serie.
Le Crocs ispirate alla serie The Bear
Avete presente quelle ciabatte morbide di plastica e dai colori sgargianti? Bene, proprio loro, le famose Crocs hanno avviato una collaborazione con il brand di abbigliamento da cucina Hedley & Bennet. Il look semplice e sexy di Carmy ha conquistato tutti, tanto da aver avviato una moda nel seguire il suo look, con t-shirt bianche da quasi 100 dollari, classici grembiuli blu da cucina e anche la marca di gel utilizzata per gestire i suoi capelli.
Oggi a incuriosire i fan della serie tv, è la capsule in edizione limitata formata da nuovi modelli di Crocs, adatti a tutti. Come potete vedere nella foto, il modello più particolare e ricco di riferimenti ispirati alla serie, è questo con i simboli del berretto, del grembiule, della frase “si, chef” e tanto altro. Nel colore bianco sporco, il cinturino presente sul tallone è facilmente regolabile e con la suola anti scivolo.

Il modello delle Crocs ispirate alla serie The Bear – Fonte: Hedley and bennett
I modelli di Crocs più amati dal pubblico
Nonostante ancora non sia stato fatto il lancio ufficiale di questa collaborazione, il pubblico sta già chiedendo come poter fare per avere quei gadget che appartengono alla serie The Bear. Un altro modello che sta piacendo molto, decisamente più classico, è quello colore blue navy, dedicato e ispirato a chi lavora nel mondo della ristorazione.
La possibilità di regolare il cinturino, unito a una suola molto comoda, permette a chi lavora molte ore in piedi, di non sentire le gambe pesanti. Questo è il classico esempio di come si può essere alla moda, puntando alla comodità.
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