Venezia 75: A Star is Born, la recensione del debutto alla regia di Bradley Cooper

Come fai con tutte queste persone che ti parlano come se non fossi reale?” chiede Lady Gaga a Bradley Cooper nel film A Star is Born, presentato in anteprima alla 75° edizione della Mostra Internazionale d’arte Cinematografica di Venezia. L’attore di American Sniper e Notte da Leoni ha deciso di debuttare alla regia con il quarto remake del celebre E’ Nata una Stella di William A. Wellman del 1937, e non poteva scegliere una protagonista migliore dell’icona pop che ha vissuto sulla sua pelle una storia molto simile prima di conquistare il mondo con la sua musica.

A Star is Born: il sogno del successo

Ally è una cameriera insicura del proprio aspetto, che ritiene responsabile del suo fallimento come artista musicale, nonostante la sua voce straordinaria. Sogna di fare la cantante e, quando incontra Jackson Maine, un famoso cantante country, le si presenta l’occasione di cambiare la sua vita per sempre. Quest’ultimo, interpretato da Bradley Cooper, si innamora perdutamente di lei e crede nel suo talento, indicandole la strada del successo. Mentre la carriera di quest’ultima decolla, i due vivono una intensa storia d’amore che risente però dell’alcolismo del cantautore dell’Arizona, malato di una grave forma di depressione legata a dolori del passato.

I sogni di una coppia complice e innamorata si scontrano con i demoni feroci che Jackson tenta di soffocare con alcol e droga. Come prima volta dietro la macchina da presa Cooper corre il rischio del remake che, inevitabilmente, ha il compito di reggere il paragone con l’originale. In questo caso A Star is Born è il quarto adattamento di questa storia d’amore musicale che ha stregato tutto il mondo per molti anni. Non propone niente di nuovo a livello narrativo, ma definisce una sua identità moderna, fresca e graffiante.

 A Star is Born: un remake che funziona tra dolore e romanticismo

Nel 1954 George Cukor aveva lasciato il segno con il film con Judy Garland nei panni della protagonista, preceduta da Janet Gayron e seguita poi da Barbra Streisand. Lady Gaga, apparsa come attrice sul piccolo schermo in American Horror Story, debutta sul grande schermo con un ruolo che le rende giustizia, anche perché molto vicino a lei.

Quando avevo 19 anni andavo da un bar all’altro per esibirmi al piano perché volevo fare la cantante e credevo molto in me stessa” ha dichiarato durante la conferenza stampa di Venezia 75. Curioso vederla in una versione acqua e sapone, incapace di nascondersi dietro lustrini e chili di trucco, come siamo abituati a vederla sul palco o sulle copertine delle riviste e dei suoi album. “Ricordo ancora che scendevo le scale di casa e Bradley aveva già in mano lo struccante e mi ha detto: togliti tutto” ha raccontato.

A Star is Born: Lady Gaga rules

Prima nei panni di una ragazza semplice e ironica, poi come popstar emergente più sicura di se e innamorata, Lady Gaga convince con naturalezza, senza perdere il suo status da diva che, tuttavia, aggiunge qualcosa al film. Inutile condannare il fine commerciale di un prodotto come A Star is Born. Si tratta di un dramma romantico canonico, in cui l’amore è protagonista insieme alla musica coinvolgente e suggestiva che ha un effetto magnetico sullo spettatore (19 canzoni, in gran parte originali, compongono la colonna sonora). Una storia commovente e tenera con due attori in perfetta sintonia, guidati da un sentimento dirompente che risente dell’alchimia della fama, un antagonista che amplifica tutto, minacciando la serenità.

A Star is Born: Bradley Cooper in perfetta forma

Cooper riesce a trasportare una storia già vista più volte in una dimensione contemporanea, senza sperimentazioni o uno stile edulcorato. La messa in scena è composta, elegante e umile. “Sei anni fa ero a un concerto dei Metallica, mi hanno invitato dietro le quinte sul palco e ho notato la grandezza di quella visione dal punto di vista del cantante e ho compreso cosa vuol dire essere una rockstar. L’idea è nata da questo” ha spiegato, svelando la genesi del progetto.

L’attore appare perfettamente a suo agio nei panni di questo personaggio tormentato, sensuale e confuso. Una delle sue migliori interpretazioni fino a oggi che lo ritrova cantante, performer, oltre che attore. Come ha sottolineato Lady Gaga “lui canta con il cuore e questo arriva dal personaggio di Jack. Questo film è stato un grande scambio: lui mi ha accettato come attrice e io ho accettato lui come artista”.