Comandante apre Venezia 80: “c’è un eroismo barbaro e un altro davanti cui l’anima si mette a piangere”

Comandante Venezia 80
Pierfrancesco Favino a Venezia 80 – Newscinema.it

Comandante di Edoardo De Angelis ha aperto l’80° edizione della Mostra Internazionale d’arte cinematografica di Venezia con Pierfrancesco Favino nei panni di un eroe nazionale. Qui la nostra recensione del film.

“C’è un eroismo barbaro e un altro davanti cui l’anima si mette a piangere“. In un discorso del 2018 l’ammiraglio italiano Giovanni Pettorino citò Salvatore Todaro come esempio di come la guardia costiera italiana avrebbe dovuto agire per gestire i migranti in arrivo dal Mediterraneo. Era un periodo difficile per il nostro paese, scenario di un feroce dibattito e numerose polemiche su come affrontare l’immigrazione illegale tutt’ora in corso.

Edoardo De Angelis, regista di Indivisibili, Il Vizio della Speranza e Perez, ha conosciuto così l’impresa di Todaro su cui ha realizzato il suo ultimo film, Comandante, presentato in anteprima a Venezia 80. Definito dal capo della marina tedesca Karl Donitz “Don Chisciotte dei mari”, il comandante veneto ha salvato 26 marinai belgi che si trovavano a bordo di una nave che lui e il suo equipaggio avevano abbattuto. Ha navigato in superficie per tre giorni prima di farli sbarcare sull’isola neutrale di Santa Maria nelle Azzorre e proseguire la sua guerra.

“Todaro rappresenta l’idea di forza di un individuo che tende la mano a chi è indifeso” ha dichiarato De Angelis in conferenza stampa a Venezia, sottolineando: “Una nazione nata come crogiolo dovrebbe essere accogliente verso gli altri. Quando Todaro dice al comandante belga: ‘Siamo tutti italiani’, non sta dicendo che siamo tutti italiani, sta dicendo che siamo tutti esseri umani. Non significa ‘appartengo a una nazione, che mi rende diverso da te’, ma piuttosto ‘appartengo all’unica nazione possibile, il pianeta’.

Comandante: la trama del film

Scritto da Sandro Veronesi e lo stesso De Angelis, Comandante è tratto dall’omonimo romanzo e racconta la missione del sommergibile Cappellini della Regia Marina all’inizio della Seconda Guerra Mondiale. Mentre naviga sull’Oceano Atlantico in una notte di Ottobre nel 1940, il Comandante Salvatore Todaro e il suo equipaggio notano un mercantile che viaggia a luci spente e devono prendere una decisione difficile.

Non fanno in tempo a scoprire ce è di nazionalità belga e sta trasportando materiale bellico inglese che questa imbarcazione nemica apre il fuoco su di loro. Gli italiani hanno la meglio e i belgi finiscono dispersi in acqua con poche speranze di sopravvivere. Todaro li accoglie a bordo, nonostante i vari rischi che questa scelta comporta, ma il suo cuore di uomo di mare gli suggerisce che è quella la cosa da fare.

Favino e D'Amico in Comandante
Pierfrancesco Favino e Silvia D’Amico in Comandante – Newscinema.it

Comandante: Pierfrancesco Favino eroe di guerra

Pierfrancesco Favino interpreta un eroe di guerra italiano con carisma e intensità, come del resto è solito fare con ogni personaggio di cui si ritrova a vestire i panni come attore. La figura di Todaro è centrale nel film di De Angelis che racconta l’uomo onesto e il leader coraggioso che agisce secondo il codice del mare.

“L’arte del marinaio è morire in mar” cantano gli uomini di Todaro a bordo di quel pesce di ferro in cui trascorrono mesi a stretto contatto, sopravvivendo ai dissapori interni e al fuoco nemico, nonché a eventuali imprevisti che l’immensità dell’Oceano può riservare. Lo spirito di sacrificio viaggia parallelo al senso di dovere, anche se a volte l’incoscienza dei più giovani prende il sopravvento e ha bisogno di essere frenata.

I vari dialetti a bordo del sottomarino Cappellini rappresentano quasi tutta l’Italia, sottolineando un sentimento di inclusione e unione che il regista napoletano ha voluto trasmettere, provando a far imbarcare il pubblico in questa avventura internazionale e interessante, ma con qualche falla nel modo in cui viene raccontata.

Comandante recensione
Comandante – Newscinema.it

Comandante: affondare il ferro e salvare l’uomo

Dal punto di vista tecnico la regia e la fotografia di Comandante sono moderne e ambiziose per un film made in Italy. Gli effetti speciali risultano credibili, anche se De Angelis non dirige un tradizionale film di guerra poichè il conflitto resta ai margini della storia. La sceneggiatura si concentra sui personaggi, sui giovani uomini lontano da casa che sfidano la sorte per il loro paese, accettando il destino che gli spetta.

Il film è immerso in una dimensione più intima ed emotiva e tiene i suoi marinai lontano dall’azione per una buona prima parte. Lo spettatore riesce a empatizzare in alcuni momenti, ma il film soffre di uno squilibrio all’interno della sceneggiatura che concentra il cuore dell’evento solo nell’ultima parte del film, rallentando e dilungando inutilmente l’inizio. Monologhi e riflessioni esistenziali che suonano come poesie in voice over sono sicuramente emozionanti e suggestive, ma si prendono troppo spazio.

Tuttavia Comandante è un dramma bellico con una sua dignità che commuove e coinvolge, ma una sceneggiatura più centrata e bilanciata avrebbe fatto la differenza, aumentando il valore del film che comunque ha molto da dire e rende omaggio a un personaggio storico italiano che è bene ricordare. “Per me fare un film è sempre un atto politico. Spero che il tema del film stimoli una riflessione sulla necessità di mostrare solidarietà con gli altri esseri umani e di approfondire il dibattito su questo tema. L’altra mia speranza, come posso dirlo, è che dimostri a quelli di destra in politica che non è necessario essere di sinistra per essere umani” ha precisato De Angelis.