Cut! Zombie contro Zombie: recensione no spoiler del film

Nelle sale italiane grazie a Nexo Digital, Cut! Zombie contro Zombie, il nuovo film del Premio Oscar per The Artist Michel Hazanavicius, è stato presentato in anteprima mondiale come film d’apertura al Festival di Cannes 2022, passando poi per la 17° edizione della Festa del Cinema di Roma.

Sceneggiata oltre che diretta da Hazanavicius, la pellicola si pone come remake dello Zombie contro Zombie di Shinichiro Ueda del 2017. 110 minuti per una commedia in origine giapponese che ora attinge da basi francesi e un cast che vede tra i suoi nomi anche Bérénice Bejo e Matilda Lutz.

Il film era stato pensato per intitolarsi ‘Z (comme Z)’, dal momento però che la lettera Z ha assunto un significato ambiguo con la guerra condotta contro l’Ucraina dal governo russo, il regista ha deciso di cambiare il titolo originale in Coupez!, mentre il titolo internazionale Cut!.

Cut! Zombie contro Zombie, la trama del film

La storia è quella di una troupe cinematografica impegnata con le riprese di un horror a basso budget all’interno di una fabbrica abbandonata. Il gruppo dovrà però fronteggiare, oltre alle difficoltà di gestione di un set, anche una reale invasione di zombie, o almeno questo è ciò che avviene dentro al film nel film. Finzione e realtà di fonderanno, finendo per catapultare lo spettatore in un tunnel infinito tra backstage e fiction.

Cut! Zombie contro zombie: un remake divertente

Intelligente e privo di spiegoni inutili, è un film che prima di tutto sa giocare con lo spettatore tanto quanto con la macchina da presa. Puntuale, divertente, energico, è calibratissimo nel mostrarti il dietro le quinte della lavorazione di un film, ricostruendo in maniera perfetta tutti gli spostamenti da diversi punti di vista e tingendo la sua interezza di quella spontanea ironia travolgente.

Consapevole di una scrittura arguta è capace di rispecchiare, talvolta ironizzandoci su, più di una tematica sociale, trascinando alla riflessione senza molto sforzo anche le menti più restie. I suoi minuscoli ma enormi rimandi citazionisti poi, trasudano amore per il cinema e coinvolgono l’enorme lavoro di montaggio sia visivo che sonoro, arricchendo una struttura ben amalgamata che si muove all’unisono tra tutti i reparti, come un ingranaggio abilmente collaudato.

Finta precarietà dell’immagine, una messa in scena amatoriale, tutto decisamente credibile grazie all’abile tecnica di ripresa e al lavoro in post-produzione. Principale punto a sfavore è l’origine di tutto, la sua natura di fedele remake. Come per altri casi in passato, anche qui non si sa a chi dare il reale merito, perchè sebbene a livello interpretativo e registico non gli si possa dire nulla, è senza ombra di dubbio a Zombie contro Zombie che andrebbe direzionato il valore più alto.

C’è anche da dire però a difesa di Hazanavicius, che a lui va riconosciuto il nobile intento di portare in Europa un prodotto forse prima quasi sconosciuto, facendo così anche da traino per il prodotto originale. Tralasciando dunque questo dibattito a chi vince su chi, il film sostanzialmente funziona e diverte emanando calore umano e tanto senso di famiglia, attraverso impercettibili atteggiamenti e soddisfacendo senza troppe riserve anche i palati più scettici.