Diaz, la cruda verità che nessuna tv è decisa a raccontare

In un paese dove la televisione continua ad assumere il ruolo di quasi assoluta protagonista dell’intrattenimento del pubblico, sempre più distante dalle sale cinematografiche (e tristemente quanto inevitabilmente dai teatri), la decisione di non distribuire sul piccolo schermo il crudo e veritiero film di Daniele Vicari, piomba come un macigno irremovibile su quella volontà flebile e necessaria di mostrare la verità di quei nove minuti di follia attraverso un racconto che ancor prima che cinematografico è stato, per il regista, umano.

Nessuna emittente televisiva italiana si è infatti detta interessata ad acquisire i diritti per la trasmissione di Diaz sui propri canali. Eppure il film di Vicari piace e fa riflettere una comunità intera; il 15 Maggio infatti Diaz verrà proiettato al Parlamento Europeo in presenza del regista e del suo produttore Procacci, una decisione di portata storica che segue a quella presa dalla Universal International che distribuirà il film all’estero, fatto insolito per il cinema nostrano, ma perfettamente coerente con il grande successo ottenuto e ampiamente riconosciuto anche nel corso del Festival di Berlino di quest’anno. Diaz è un film che piace perché sa raccontare, ma soprattutto è un film che non interroga soltanto la coscienza del nostro paese, ma quella dell’Europa intera, colpevolmente inerme di fronte a quanto avvenne in quei giorni. Alla luce anche di ciò, la decisione presa dalle emittenti televisive italiane risulta ancora più amara ed indigesta, perché scopre il nervo teso di un paese che non è ancora in grado di guardare ai propri errori nemmeno attraverso lo schermo di un televisore.

A fare da contro altare a questa decisione ci ha pensato la rete, in pochi giorni #DiazinTv è diventato uno degli hashtag più utilizzati nel social network e chissà che forse il richiamo potente della rete non possa portare qualcuno a rivedere le proprie posizioni.