Berlinale 73 | Disco Boy: la recensione di un’opera prima coraggiosa

Disco Boy recensione
La recensione di Disco Boy – Foto: Films Grand Huit

Unico film italiano in concorso alla Berlinale 2023 nella sezione ufficiale Competition, Disco Boy è diretto da Giacomo Abbruzzese e si sviluppa in appena 91 minuti.

Presentato in anteprima mondiale proprio a Berlino, Disco Boy segna anche l’esordio cinematografico per il regista Giacomo Abbruzzese e ritrova nel cast nomi come con Franz Rogowski e Morr Ndiaye. Uscirà nelle sale italiane il 9 marzo grazie a Lucky Red.

Disco Boy: di cosa parla

Aleksei è un giovane rifugiato che riesce ad arruolarsi nella Legione Straniera francese dopo un lungo e difficile viaggio.
Concluso l’addestramento viene subito mandato in Niger dove il suo destino si intreccerà con quello di Jomo che vive nel Delta del Niger e che ha come missione quella di salvare il suo villaggio dallo sfruttamento delle compagnie petrolifere.

Sua sorella Udoka invece, si è arresa da tempo e vuole solo andare via da quel Paese. Un giorno Jomo, affiancato dal suo gruppo armato, rapisce dei cittadini francesi e il comando della Legione Straniera guidato da Aleksei deve intervenire per liberarli. Da qui le loro strade si intrecceranno in una fusione di destini esistenziali.

Un viaggio surreale e drammatico

Di taglio inizialmente drammatico che lascia ben presto spazio a influenze fantascientifiche, Disco Boy vive attraverso i personaggi e l’ambiente, avvolgendo lo spettatore con le sue vibrazioni sensoriali. Asciutto e ben ritmato si sviluppa in sottotesti astratti che sfociano in qualcosa di mistico capace di evolvere e creare multistrati di sensazioni, percepite dallo spettatore come istintive e poco razionali.

L’opera si ramifica dunque mantenendo però un vero punto saldo, il protagonista. Aleksei interpretato dal magnetico Franz Rogowski (attore visto di recente in Freaks Out di Gabriele Mainetti), è una figura interessante e ben approfondita, che fugge dal passato alla ricerca di un futuro non chiaro, che si rivelerà poi totalmente inaspettato.

Disco Boy film
Disco Boy – Foto:Films Grand Huit

Il suo destino si mescola poi a quello di un altro ragazzo, proveniente da una realtà differente, da circostanze lontane e percorsi di crescita paralleli. I due giovani uomini è come se si fondessero in un unico cammino sempre più intenso e univoco, che porterà a un epilogo apertamente proiettato verso un domani da immaginare.

Un’estetica suggestiva

Luci, riflessi, colori e un sonoro volutamente disturbante risuonano come un’armoniosa cornice di sottofondo ma essenziale per amalgamare gli ingredienti di una ricetta perfettamente calibrata. Primissimi piani e soggettive intensificano infine la resa estetica, supportati da sequenze d’azione a infrarossi che si legano inevitabilmente a un immaginario iconico come quello di Predator.

Affrontare la perdita, elaborare il proprio status, combattere gli estranei ma finire per accogliere il diverso. L’anima di uno uomo apparentemente senza nulla da perdere, può arrivare a sprigionare una sensibilità tale, da arrivare in un istante a ottenere un universo di infinite cose a cui tenere.