Abbiamo visto in occasione della quindicesima edizione del Far East Film Festival una delle opere più apprezzate dello scomparso Mario O’Hara: Demons. Basata sul poema di Amado V. Hernandez e interpretata da Matet De Leon, Leo Rabago, Hilda Koronel e Anita Linda, Demons racconta la storia della piccola Nena (Robynne Von Hagel), una bambina appartenente ad una facoltosa famiglia filippina. Abituata a trascorrere gran parte della giornata in casa, Nena conosce il piccolo e povero Jose (Christian Alvear), uno dei tanti membri della servitù, e se ne innamora. Ma le loro strade sono destinate a separarsi. Mentre Nena diventa una brillante studentessa universitaria, Jose rimane il semplice ragazzo destinato a fare da guardia alla famiglia. Così anni dopo il loro primo incontro Nena (Matet De Leon) e Jose (Alex Alano) frenano i loro impulsi e tentano di rimanere solo amici. Ma la guerriglia locale si accende e gran parte della famiglia di Jose viene trucidata. Così il giovane ma forte Jose perde il controllo e inizia una lunga lotta contro i demoni della sua anima. Riuscirà Nena a riportare Jose sulla strada della umanità? E soprattutto Nena e Jose salveranno le loro anime dalla oscurità dilagante delle incantate foreste dei Negros?

Nel 2000 Mario O’Hara confeziona la sua ultima opera pito-pito: Demons. Un lungo racconto di amore, odio, passione, pace e guerra. O’Hara, con l’estro artistico di un autore, ci piroetta nella ricchezza di Nena e nella povertà di Jose, due fanciulli innamorati costretti a non coronare il loro sogno d’amore per via delle terribili guerriglie locali. Diviso in due parti Demons racconta prima la purezza e semplicità dell’essere bambini (le uniche creature su questa terra incapaci di compiere azioni malvagie ma abili nel percepire l’oscurità umana) e poi la corruttibilità dell’essere adulti. I demoni sono in agguato e prevedono un futuro di sofferenza e dolore per i due giovani protagonisti: ma chi sono veramente questi demoni? Chi sono le creature che sussurrano nel buio e ridono delle debolezze di noi esseri umani? Ovviamente i demoni non sono i mostri della foresta dei negros, ma l’orrore e la cattiveria capaci di trasformare gli esseri umani. Nena e Jose perdono il controllo dei loro corpi e così vengono trascinati dai demoni negli abissi della cattiveria umana. E così anche tutti gli altri protagonisti della storia. Che siano ufficiali, soldati, schiavi o uomini facoltosi, tutti hanno insita nelle loro anime la debolezza e tutti sono corruttibili di fronte al dio della vendetta.

Sviluppato con pochissimi mezzi e un cast ridotto all’osso, Demons risulta un’interessante opera mistica posta a metà strada tra un film d’autore e un vecchio b-movie di Ruggero Deodato (Cannibal Holocaust): i primi piani forzati, le scritte retrò, le musiche teatrali e il senso di drammaticità non possono non ricordare i vecchi capolavori dello splatter horror anni ’80 ed è difficile comprendere il perché di questo senso (volutamente?) old dell’opera. Ovviamente Demons non è un film leggero né facile da comprendere e digerire. Ma l’autorialità di O’Hara unita alla poesia di Hernandez contribuiscono a creare un interessante film mistico unico nel suo genere.