Francesco Gabbani, sequestrato un pappagallo | Ecco cosa è successo

Francesco Gabbani
Il cantante sardo Francesco Gabbani – Fonte: Ansa Foto – NewsCinema

Sapevate che il cantante Francesco Gabbani è stato coinvolto in una querelle legale per il pappagallo utilizzato nel videoclip Pachidermi e Pappagalli?

Il vincitore della 67^ edizione del Festival di Sanremo con Occidentali’s Karma, si può dire che da quel momento non si è fermato un attimo nella sua carriera professionale. La sua popolarità è aumentata a dismisura, grazie a brani che entrano subito in mente e la sua indiscussa simpatia.

Eppure, nonostante queste premesse, anche Francesco Gabbani si è trovato in mezzo ai pasticci. O meglio ad esserlo è stato il proprietario – o presunto tale – del pappagallo che vedete nel videoclip Pachidermi e Pappagalli.

Le accuse contro il proprietario del pappagallo

Tutto inizia nel 2017 quando attraverso il videoclip del brano Pachidermi e Pappagalli di Francesco Gabbani, che all’epoca segnò 11 milioni di visualizzazioni, il pappagallo Antoneddu divenne una vera star del web. Ad aver sporto denuncia era stato un commerciante di Nuoro, convinto che l’animale utilizzato era il suo, scomparso tre anni prima, perché volato via dalla finestra.

Quando le Forze dell’ordine iniziano a svolgere le indagini, risalgono alla presenza di Demontis. Le accuse mosse nei suoi confronti e la relativa convocazione in tribunale per la prima udienza, sono legati a reati di commercializzazione e detenzione delle specie animali. Curioso che tra i controlli eseguiti, a mancare è proprio la documentazione che attesti il possesso dell’Ara. Per tanto, sia per il padrone e sia per Antoneddu sono state applicate delle restrizioni: l’animale è sequestrato ma lasciato a Demontis come custode giudiziario.

Francesco Gabbani
Il cantante Francesco Gabbani – Fonte: Ansa Foto – NewsCinema.it

La difesa del proprietario di Antoneddu

Le verifiche dal presunto proprietario di Antoneddu non hanno prodotto risultati degni di nota, che attribuiscano la proprietà a uno dei due uomini. A tal proposito, interessante è stata una dichiarazione di Demontis nella quale disse: “È mio, ce l’ho da 18 anni, è cresciuto con le mie figlie”. 

Un riferimento in termini di tempo, molto importante, dato che la denuncia della controparte, parlava di allontanamento dell’animale inferiore ai 13 anni. Purtroppo per venirne a capo, si dovrebbe far valere il microchip inserito dal veterinario, ma che in questo caso potrebbe portare conseguenze irreversibili per l’animale.