Il film Siccità di Paolo Virzì, distribuito nei cinema nel 2022, dopo la presentazione al Festival di Venezia, arriva oggi, sabato 18 gennaio 2025, in prima visione in tv .
L’appuntamento con il film Siccità di Paolo Virzì è oggi alle 21.20 su Rai 3 (e in contemporanea streaming su RaiPlay). Penultimo film di Virzì (a cui è seguito Un altro Ferragosto), si tratta di mix inusuale di disaster movie e commedia all’italiana: una versione de Il giudizio universale di Vittorio De Sica adattato alla crisi climatica contemporanea. Senza alcun intervento divino in vista.
Il film di Paolo Virzì stasera in tv
In Siccità ci troviamo in una versione distopica di Roma, in cui non piove da tre anni. Le persone appaiono confuse e isolate nel proprio egoismo e nella propria miseria. Non comunicano, non si parlano, la crisi energetica incombe. Il cielo è giallo.
La polvere non fa respirare. E l’aria che c’è è bruciante. L’avvocato di successo Luca (Vinicio Marchioni) è sposato con la dottoressa Sara (Claudia Pandolfi), con un ex marito, Loris (Valerio Mastandrea), che nel frattempo da autista di autoblu è diventato autista di taxi.

L’ex detenuto Antonio (Silvio Orlando), appena uscito da Rebibbia, vaga in cerca della famiglia. Alfredo (Tommaso Ragno), ex attore di teatro, si è reinventato influencer sul web, trascurando la moglie Mila (Elena Lietti). Giulia (Sara Serraiocco) è sposata con Valerio (Gabriel Montesi), che ha appena trovato lavoro come guardia del corpo di una ricca famiglia proprietaria di una Spa in pieno centro, minacciata da manifestanti arrabbiati.
Infine, un’affascinante diva (Monica Bellucci) seduce un importante e compassato scienziato (Diego Ribon), divenuto improvvisamente celebre in televisione. I destini di tutti questi personaggi sono destinati a incrociarsi.
Siccità: la Roma apocalittica di Virzì
Con Siccità, il regista livornese riesce a far provare amore per quello che noi italiani siamo quando siamo al nostro peggio. Dai nomi più insospettabili del nostro cinema nasce un post-apocalittico italiano che mette insieme l’umanità disperata alla fine di tutto a contrasto con il benessere dei pochi, e anche una sgraziata e comica tenerezza che nulla sembra scalfire mai.
Un lungometraggio distante da ciò che generalmente produce il cinema italiano ma che poteva essere scritto, diretto e interpretato in questa maniera solo e unicamente in Italia.