Un moderno classico di inizio millennio, capace col suo animo glamour di attirarsi le attenzioni del grande pubblico, che lo ha premiato in massa garantendo un incasso worldwide superiore ai 300 milioni di dollari. Il diavolo veste Prada, adattamento dell’omonimo best-seller di Lauren Weisberger, ha accompagnato lo spettatore nel mondo della moda e nelle dinamiche in esso precostituite, con un taglio da commedia frizzante e un copioso numero di guest-star tra cui il celebre stilista Valentino.
In una trasposizione dominata dall’istrionismo di Meryl Streep e dalla genuina spontaneità della frizzante Anne Hathaway, sono diverse le curiosità che ne hanno caratterizzato la genesi e la relativa produzione: scopriamone alcune insieme.
Il Diavolo veste Prada | Dalla realtà alla finzione
L’odioso, ma non poi così tanto, personaggio di Miranda Priestly interpretato dalla Streep – che risulta una sorta di villain/spauracchio del racconto – si basa su una figura reale, ossia la direttrice della popolare rivista Vogue Anna Wintour. La scrittrice del romanzo, Lauren Weisberger, ha infatti lavorato a inizio carriera come sua assistente e ha preso spunto dall’esperienza personale nella stesura del libro. La Wintour non l’avrebbe presa proprio benissimo e secondo alcune voci ha minacciato diversi fashion designer affinché non apparissero in forma di cameo nel film, pena il ban dal magazine di sua proprietà. La diretta interessata ha negato le accuse ma sia Vogue che altri giornali “vicini” non hanno parlato né del romanzo sulle loro pagine.
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Il Diavolo veste Prada | Questione di tempistiche
La sceneggiatura originale era stata messa in cantiere prima che il romanzo fosse pubblicato, con ben quattro autori a cimentarsi gomito a gomito nell’ideazione dello script: inizialmente la storia aveva un carattere dal taglio più demenziale e pop, sulla scia di quanto aveva fatto Ben Stiller solo qualche anno prima con il cult Zoolander (2001). Difficile immaginare a cosa saremmo andati incontro – probabilmente non saremmo oggi qui a parlarne – fatto sta che in seguito al grande successo dell’opera cartacea i produttori hanno optato per un netto cambio di rotta e trasformato la storia in un’epopea personale alla ricerca dell’eccellenza professionale e sull’antitetico rapporto tra carriera e vita privata.
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Il Diavolo veste Prada | Amore e odio
Spesso si sa i rapporti sul set tra gli attori sono dominati anche dalle logiche interpersonali coinvolgenti i loro personaggi: non sono poche le star che durante le riprese sono diventate un tutt’uno con il loro alter-ego: basti pensare alla metamorfosi totale di Jim Carrey per Man on the moon (1999) vista nel documentario Jim & Andy: The Great Beyond (2017). E anche in quest’occasione Meryl Streep deve aver seguito una simile logica. Il primo giorno la celebrata attrice si è complimentata con Anne Hathaway “Credo tu sia perfetta per il ruolo, sono felicissima di lavorare con te. Ma questa è l’ultima cosa carina che ti dirò“. E così è stato.
Il Diavolo veste Prada | Un vestiario da sogno
Lo stile era fondamentale per un film ambientato nel mondo della moda e serviva perciò un budget copioso per l’acquisto dei vestiti. La costumista Patricia Field aveva però a disposizione “solo” 100mila dollari, troppo poco per le ambizioni della produzione, e ha optato così per il noleggio degli abiti. Grazie a questo escamotage, il valore dei vestiti presenti nel corso dei cento minuti di visione raggiunge la più ragguardevole cifra di un milione. Perché a volte, anche ad Hollywood, bisogna fare di necessità virtù…
Il Diavolo veste Prada | Scelte di casting
Come al solito con un film di grande successo ed entrato nel cuore del grande pubblico è difficile immaginarsi personaggi amati con altre sembianze rispetto agli interpreti effettivamente scelti. Ma anche in quest’occasione sia i panni di Miranda e Andy avrebbero potuto essere indossati da attrici diverse: per la prima si erano vociferati i nomi di Kim Basinger ed Helen Mirren mentre per la seconda era in lizza la bella Rachel McAdams. Sappiamo tutti com’è poi andata a finire…