La ragazza della palude | Una storia di emarginazione e riscatto

La ragazza della palude | Una storia di emarginazione e riscatto
3.3 Punteggio
Regia
Sceneggiatura
Cast
Colonna Sonora

Tratto dall’omonimo romanzo di Delia Owens, in sala dal 13 ottobre 2022 per Warner Bros. Entertainment Italia, La ragazza della palude è un mistery drama lineare, ma non privo di sorprese.

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Dietro la macchina da presa, Olivia Newman realizza un’opera che ricorda il cinema degli anni Ottanta, affidandosi al carisma e alla bravura della sua protagonista. Dopo essere esplosa con la serie Normal People, Daisy Edgar-Jones cavalca l’onda del successo e continua a scegliere progetti validi.

La ragazza della palude | La trama

Catherine “Kya” Clark vive, insieme alla madre (Ahna O’Reilly), al padre (Garret Dillahunt) e ai fratelli, in una casa nella palude di Barkley’s Cove, in North Carolina. Se con la madre ha un rapporto incredibilmente stretto e amorevole, il padre rappresenta la parte buia del microcosmo familiare. Episodi di violenza caratterizzano la loro esistenza, sino al giorno in cui, uno alla volta, tutti decidono di andarsene.

Costretta a dover badare a se stessa, Kya inizia a raccogliere cozze e mette su un piccolo commercio con Jumpin (Sterling Macer, Jr.), che la conosce da che era bambina. Ma non tarderanno a presentarsi nuove difficoltà, dai servizi sociali che vorrebbero trovarle e trasferirla in una casa-famiglia al rischio di perdere la sua terra e la casa dove è edificata, per una questione di tasse. Sino a quando non viene rinvenuto un cadavere e Kya è la principale sospettata dell’omicidio.

Daisy Edgar-Jones nei panni di Kya Clark

L’ odio della città e l’amore per la natura

Sviluppato a ritroso, attraverso le parole della protagonista che ricorda, il film fotografa una realtà particolare, sottolineando le problematiche che la abitano. Il pregiudizio, la diffidenza e, peggio, l’indifferenza, impediscono di stabilire un contatto, andando oltre la superficie. Kya è cresciuta nella consapevolezza di essere odiata, disprezzata, derisa dalla comunità che avrebbe invece dovuto proteggerla.

Il senso di abbandono è l’unico sentimento che la ragazza conosce, perché lo ha sperimentato sin dall’infanzia. Uno dopo l’altro, tutti i componenti della sua famiglia se ne sono andati, senza mai voltarsi indietro, lasciandola a cavarsela da sola. L’amore per la natura l’ha salvata, la palude è diventata casa sua, un nido accogliente e sicuro.

Nel corso degli anni – il racconto si concentra dal 1953 al 1969 – Kya ha preso spunto dall’acqua, dal cielo, dalla terra, dalle creature che la circondavano. Affinando il suo istinto, mantenendo sempre alta la guardia e viva la curiosità, ha imparato a essere donna, a modo suo e con i suoi tempi.

Un processo per raccontare la storia

Significativi nella sua esperienza, saranno una serie di incontri. Jumpin e Mabel (Michael Hyatt) costituiscono la famiglia che non ha mai avuto, andando a riempire i numerosi vuoti, almeno in piccola parte, fornendole un’istruzione e un sostegno incondizionato. Tate (Taylor John Smith), l’amore della sua vita, entra gradualmente in gioco, capace di comprenderla come nessun altro, nonostante ciò non gli impedisca di ferirla. Chase (Harris Dickinson) simboleggia invece tutti coloro che l’hanno sempre tratta senza dignità, approfittando della sua situazione, della sua ingenuità e dolcezza. E sarà la cosiddetta “pietra dello scandalo”.

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La ragazza della palude narra così la storia di Kya, mentre il processo procede di testimone in testimone. L’obiettivo del suo avvocato (David Strathairn) è quello di far conoscere la giovane, permettendole di essere giudicata in maniera equa e umana. In tal modo, anche gli spettatori hanno la possibilità di entrare nel suo mondo e di osservarlo da un punto di vista privilegiato.