Cosa è successo davvero nella missione suicida della Seconda Guerra Mondiale raccontata nella nuova serie di Apple TV+ Masters of the Air?
Nel terzo episodio della nuova serie Masters of the Air di Apple TV+ con Austin Butler, Callum Turner e Barry Keoghan, vediamo come l’intero gruppo di arruolati della Mighty Eighth Air Force venga informato di una missione che li condurrà nel territorio tedesco.
Nello show viene definita “la più grande armata aerea mai riunita nella storia dell’umanità”, il che suscita un boato anche da parte degli stessi aviatori presenti. Ma qual era lo scopo di questa enorme flotta di aerei d’attacco americani e britannici?
La missione Schweinfurt-Ratisbona è stata associata a diversi “primati” che hanno reso l’audace impresa degna di nota, ma non tutti necessariamente positivi. Se alcuni considerano la missione un fallimento, altri la ritengono tuttora una necessaria dimostrazione di forza per cui valeva la pena perdere tutto. E tutti.
La portata della missione Schweinfurt-Ratisbona
La spedizione, denominata “Missione numero 84”, ebbe luogo il 17 agosto 1943, dopo che il maltempo e la nebbia ne avevano causato un rinvio di diverse settimane. Fu la più grande “Fortezza Volante” nella storia della guerra, con un numero impressionante di aerei impiegati per la missione.
Si trattò, precisamente, di 376 bombardieri pesanti B-17 che volarono in una stretta formazione insieme a 268 sortite di caccia P-47 e ad altre 191 sortite di caccia Spitfire.
Ma qual era l’obiettivo della missione raccontata in Masters of the Air? Il programma della Missione 84 era chiaro. Gli Alleati volevano sferrare un massiccio “doppio attacco” alla Luftwaffe tedesca così da mettere fuori uso la forza aerea nazista e farla arretrare di settimane, se non di mesi.
L’attacco coordinato fu il primo del suo genere: mentre le enormi Fortezze Volanti decollarono in un’unica formazione, si separarono a metà volo per attirare un certo numero di aerei tedeschi lontano dagli obiettivi di bombardamento. L’intento era quello di alleggerire la risposta nemica, dividendo gli aerei della Luftwaffe.
Cosa è andato storto?
La fitta nebbia che colpì le basi britanniche da cui gli Alleati sono decollati si rivelò letale per i piloti che volavano sulla tratta di Schweinfurt. Mentre il decollo da Ratisbona rimase come da programma, la parte di Schweinfurt cominciò infatti a ritardare.
Il risultato fu quello per cui un gruppo di caccia rimase soggetto a una risposta molto più pesante e coordinata della Luftwaffe mentre la parte di Schweinfurt accusò gravi perdite sia in termini di uomini che di aerei. Nell’episodio, vediamo il sergente William Quinn (Kai Alexander) precipitare e venire catturato nelle Fiandre, in Belgio, territorio tedesco ostile.
Sebbene la Fortezza Volante abbia arrecato danni significativi allo sforzo bellico tedesco, distruggendo diverse fabbriche, l’intera operazione viene definita “una vittoria di Pirro“, ovvero una battaglia vinta a un prezzo troppo alto per il vincitore.
Per l’ aeronautica militare degli Stati Uniti si trattò di una delle operazioni con maggiori perdite di sempre. Basti pensare che circa la metà di loro divennero prigionieri di guerra dei tedeschi e che sessanta aerei furono persi sul territorio controllato dai nemici, in Svizzera, o abbandonati in mare.
L’eredità della missione: un ricordo complicato
Molti esperti sostengono che la missione fosse semplicemente troppo ambiziosa. Oltre alla sempre presente minaccia tedesca, sono tanti gli altri aspetti che contribuirono a rendere la spedizione così pericolosa.
Innanzitutto, la battaglia aerea prevista si estese per più di mille miglia, attraversando la Manica, e si svolse a circa cinque miglia di altezza. Si trattava dunque di un’altezza pericolosa perché le temperature sotto zero e i bassi livelli di ossigeno rappresentavano sempre una minaccia quando si volava su aerei così grandi e non pressurizzati.
L’assideramento e l’ipossia, infatti, erano preoccupazioni molto concrete per i piloti dei bombardieri e per i loro equipaggi, che combattevano contro la Luftwaffe tedesca.
Alcuni, invece, sostengono che l’attacco aereo senza precedenti fu un male necessario, se non altro per mostrare ai nazisti con chi avevano a che fare. La forza dei bombardieri e dei caccia combinati statunitensi e britannici era infatti innegabile e riuscì comunque a realizzare gran parte degli obiettivi prefissati.
Nella serie, il maggiore Gale “Buck” Cleven (Austin Butler) e il suo equipaggio riescono a malapena ad atterrare nel deserto algerino, senza sapere che molti dei suoi compagni, come il tenente Curtis Biddick (Keoghan), sono precipitati con i loro aerei.
Solo undici dei ventuno B-17 sono riusciti ad arrivare come da programmi a Talergma, in Algeria, dopo la missione Schweinfurt-Ratisbona.