Le Mine Vaganti di Ferzan Ozpetek travolgono il Teatro Verdi di Salerno

Finalmente Habemus Mine Vaganti in Salerno! Lo ricordo come se fosse ieri. Era il 5 marzo 2020 quando la compagnia teatrale avrebbe dovuto portare in scena la pièce diretta dal regista Ferzan Ozpetek nel capoluogo campano. Nessuno avrebbe mai immaginato che quello stop, ben presto si trasformò in una tremenda battuta di arresto per il mondo dello spettacolo. Una delle tante restrizioni causate dalla pandemia da coronavirus.

Se è vero che dopo la tempesta arriva sempre il sereno, la magia avvenuta ieri sera al Teatro Verdi di Salerno è stata una ventata di normalità molto apprezzata dal pubblico in sala e dagli attori visibilmente emozionati. Lo spettacolo teatrale Mine Vaganti diretto dal Maestro Ferzan Ozpetek sarà in scena al Teatro Verdi di Salerno dal 17 al 20 febbraio. A guidare il cast Francesco Pannofino, Iaia Forte, Simona Marchini, Erasmo Genzini, Carmine Recano. E ancora, Mimma Lovoi, Roberta Astuti, Sarah Falanga, Edoardo Purgatori, Francesco Maggi e Luca Pantini.

La trama dello spettacolo diretto da Ferzan Ozpetek

Nella città di Gragnano, vive la rispettabilissima famiglia Cantone, nel mercato della produzione di pasta ormai da generazioni. Precisamente, da quando l’elegantissima e lungimirante Nonna (Simona Marchini) insieme al cognato Nicola iniziarono a produrla nell’azienda di famiglia. A portarci in questo mondo fatto di ricordi è il più piccolo dei Cantone, Tommaso (Erasmo Genzini). Trasferitosi a Roma per studiare economia e commercio, in realtà il giovane sta vivendo una vita completamente diversa da quella che conosce il resto della famiglia.

Dalla mentalità chiusa e maschilista c’è Vincenzo Cantone (Francesco Pannofino), padre di Tommaso e di Antonio, suo braccio destro in fabbrica. Sposato con Stefania (Iaia Forte) da molti anni, vive insieme alla madre conosciuta solo come ‘Nonna’ e la sorella Luciana (Sarah Falanga), una signora simpatica ma con qualche problemino di vista e una ‘leggerissima’ dipendenza dagli alcolici. Ad aiutare nelle faccende di casa, la simpatica domestica Teresa (Mimma Lovoi), nonché dama di compagnia della Nonna.

Simona Marchini e Francesco Pannofino

L’arrivo a casa di Tommaso porta con sé una serie di eventi che destabilizzeranno la tranquilla vita e reputazione della famiglia Cantone. Antonio, il primo genito, dedito al lavoro in fabbrica, sarà la stessa persona che porterà il padre Vincenzo ad un attacco di cuore dopo aver confessato una verità taciuta per troppo tempo. Al fianco di Tommaso, sconvolto per quanto accaduto, ci sarà la giovane Alba Budetti (Roberta Astuti), figlia di uno dei soci dell’azienda, anche lei impiegata nell’azienda.

La notizia di Antonio, colpirà nell’anima Tommaso, furioso con il fratello non solo per non essersi confidato, ma soprattutto per averlo battuto sul tempo. Ebbene si, anche lui avrebbe voluto confessare alla famiglia di essere omosessuale, di avere un compagno e di essere uno scrittore. Tutte notizie che avrebbero deluso sicuramente il padre, ma lo avrebbero sollevato da un peso troppo grande da continuare a portare.

Erasmo Genzini e Carmine Recano

La Nonna, soprannominata “Mina Vagante” è sempre stata il porto sicuro per i nipoti, schierandosi sempre dalla loro parte, spronandoli a essere sempre loro stessi, nel bene e nel male. Donna elegante, profondamente intelligente e pronta a condannare il figlio Vincenzo, per la sua mentalità ristretta e per aver rinnegato Antonio.

Come se non bastasse, a complicare il breve soggiorno di Tommaso nella villa di famiglia, ci penserà un tornado di simpatia proveniente da Roma. L’arrivo del trio composto dagli amici – dichiaratamente omosessuali – Davide (Edoardo Purgatori) e Andrea (Francesco Maggi) insieme al compagno Marco (Luca Pantini), dal temperamento molto più pacato, romperanno ancora di più i precari equilibri della famiglia Cantone.

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Erasmo Genzini e Francesco Pannofino

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La recensione dello spettacolo diretto da Ferzan Ozpetek

Una volta il grande drammaturgo napoletano Eduardo De Filippo disse: “Nel teatro si vive sul serio quello che gli altri recitano male nella vita”. Una citazione che calza a pennello, con quanto narrato da Tommaso, in questo viaggio nei ricordi, all’interno della famiglia Cantone.
Mine Vaganti (2010) racconta una storia quanto mai contemporanea e purtroppo, con spunti facilmente riscontrabili anche nella realtà. Del resto, il terrore provato da due ragazzi di dichiararsi omosessuali agli occhi della propria famiglia, non lo si può definire come qualcosa di fantascientifico.

La paura di gettare un’onta sul buon dei Cantone e il rischio di essere etichettati come i ‘genitori dei ricchioni’ è l’unico pensiero che ossessiona Vincenzo giorno e notte.
Il ruolo di Vincenzo Cantone interpretato da Francesco Pannofino e della moglie Stafania Cantone interpretata da Iaia Forte, ricreano alla perfezione quel rapporto di amore e odio, provato nel film. A salvarli agli occhi degli spettatori è la loro dirompente simpatia che spesso strappa diverse risate anche in momenti poco divertenti.

Francesco Pannofino e Iaia Forte

Il cuore della storia, che offre il nome al film e allo spettacolo, è la Nonna. Il porto sicuro per i suoi amati nipoti, che cercando di nuotare a fatica in un mare fatto di pregiudizi e di mentalità ristrette. L’attrice romana Simona Marchini in una performance elegante e perfetta, porta sul palcoscenico il ruolo che fu dell’indimenticabile Ilaria Occhini, restituendo forte intensità ed emozione in ogni gesto e parola pronunciata. I monologhi allo specchio e le parole di conforto rivolte ad Antonio e Tommaso, restano i passaggi più toccanti e impossibili da dimenticare delle due ore di rappresentazione.

Le interpretazioni degli attori Carmine Recano ed Erasmo Genzini nei ruoli di Antonio e Tommaso Cantone, fanno emergere la delusione di avere una famiglia perfetta all’esterno ma orribile all’interno. L’elaborazione del lutto da parte del più piccolo di casa, diventa una sorta di terapia alla quale sono invitati anche gli spettatori. Dalle sue parole emerge tutto l’amore provato per la sua Mina Vagante.

Se da un lato c’è la commozione con la Nonna, la comicità è stata affidati a tre personaggi che funzionano benissimo tra loro e separatamente. Il duo formato da Edoardo Purgatori e Francesco Maggi nei rispettivi ruoli dello steward Davide e dell’avvocato Andrea, riescono a smorzare perfettamente il senso di pesantezza che sta schiacciando Tommaso. E poi la stravagante Zia Luciana interpretata dalla bravissima Sarah Falanga, che con il suo iconico “A Ladro! A Ladro!”, catapulta immediatamente il pubblico a Villa Cantone.

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Simona Marchini e Carmine Recano

I punti di forza di Mine Vaganti

La scelta di utilizzare il dialetto napoletano, riesce a rendere ancora più efficaci alcuni scambi di battute, soprattutto tra la domestica Teresa (Mimma Lovoi) e la signora Stefania. Il risultato è un testo molto scorrevole e ben scritto. Punto di forza di Mine Vaganti è la totale assenza della quarta parete, così da permettere al pubblico, di sentirsi parte integrante del racconto e di interagire con gli attori durante lo spettacolo. Ma del resto, trattandosi di una regia curata da Ferzan Ozpetek, non c’è da stupirsi.

Un grande merito del regista è stato quello di inserire momenti diventati cult nel film, come il dialogo della ‘Caterina detta Spiaggia Libera’ e la performance sulle note di “Sorry, I’m a Lady” con Davide, Andrea e un personaggio a sorpresa. Per una spettatrice come me, che conosce a memoria quasi tutte le battute originali, posso dire che ho amato questa pièce, tanto quanto il film del 2010.