Horror Mania
Somnia, l’horror da incubo di Mike Flanagan

“Somnia vuol dire sogni. Cosa è un figlio se non un sogno?”. Jessie (Kate Bosworth) e Mark (Thomas Jane) non sono più gli stessi dopo la perdita del piccolo Sean. Non potendo avere altri bambini, la coppia decide di prenderne uno in adozione. Arriva così Cody (Jacob Tremblay), un bambino dolce e intelligente terrorizzato all’idea di addormentarsi. Jessie e Mark non danno peso alla cosa fino a quando non scoprono la capacità paranormale di Cody di tramutare i sogni in realtà. Le cose si complicano ulteriormente quando Cody, dopo aver visto una foto di Sean, lo “riporta in vita” durante la fase REM. Commossi dall’evento miracoloso, i due tentano di dare una immagine dettagliata del figlio a Cody in modo da condizionarne i sogni e rivedere Sean ancora una volta. Ma il piccolo Cody nasconde un segreto: anche i suoi incubi diventano realtà…
Reale e soprannaturale si intersecano in Somnia, l’horror dalle sfumature sci-fi di Mike Flanagan che, dopo Absentia e Oculus, continua a regalare interessanti sorprese per gli amanti del genere. Caratterizzato da tre parti diverse tra di loro, Somnia parte come un fantasy per ragazzi, si evolve come un horror alla James Wan e finisce come un thriller investigativo; tre tipologie di film racchiuse in 90 minuti di fascino, mistero e ambizione. La paura nasce dagli stratagemmi più classici del cinema di genere come i rumori improvvisi, gli scricchiolii del legno e la tecnica del vedo/non vedo utilizzati in cult come Insidious, Sinister e L’evocazione. Flanagan è un autore abituato a lavorare con budget miseri (il cortometraggio Oculus è costato 2000 dollari e Absentia 70.000 dollari); un punto di forza che gli permette di non strafare di CGI ma di spaventare con make-up di effetto e immagini efficaci: “Nelle pagine della sceneggiatura abbiamo creato questo mondo di incubi fantasy – ha rivelato Flanagan – siamo stati fortunati perché tutti quelli che hanno finanziato il film si sono battuti per preservare, proteggere e perfino accrescere l’ambizione delle sue immagini visive“. Ma Somnia non eccelle tanto per la potenza visiva quanto per la capacità di coniugare il cinema fantastico/horror con il lato oscuro dell’umanità. C’è un po’ di Friedkin, Murnau, Craven e Del Toro in Flanagan, un autore che utilizza il sogno per affrontare tematiche forti come il lutto, l’abbandono e la rielaborazione di un ricordo ormai perso per sempre. Il ritmo è inversamente proporzionale alla solidità di un film costruito sul talento di Jacob Tremblay (che abbiamo amato in Room) e sull’ambizione di un regista disposto a rischiare il tutto per tutto per rinnovare il cinema di genere; un obiettivo raggiunto da Somnia, un horror che vi sorprenderà fino alla fine regalandovi una buona dose di spaventi e un pizzico di commozione.
Trailer Somnia
Cinema
Scream | il quinto capitolo della saga trova l’idea giusta per rivitalizzare il franchise

Da sempre, uno degli elementi fondamentali della saga di Scream (e del suo successo), alla pari della maschera di Ghostface e della ricorrente ambientazione cittadina, è il dialogo che i film hanno con la storia del loro genere di riferimento e con i capitoli precedenti del franchise. È infatti già dal primo sequel del 1997 che fu introdotta Stab (all’epoca Squartati): una serie di film nel film ispirati dagli eventi narrati nello Scream originale. Uno stratagemma narrativo (in parte ripreso nel nuovo Matrix: Resurrections, in cui Keanu Reeves è uno sviluppatore di videogiochi tratti da ciò che è stato raccontato nei tre film precedenti) che nel corso degli anni è servito per commentare la saga stessa dall’interno e riflettere con ironia sulle più recenti tendenze dell’industria cinematografica americana.
Quello che accadeva alla saga Stab (che esiste solo nella finzione cinematografica) era quello che accadeva alla saga di Scream. È su questo concetto che si basa anche questo quinto capitolo, che arriva a dieci anni di distanza dall’ultimo e che più di tutti gli altri vuole parlare di fandom, di come le saghe cinematografiche siano oggi ostaggio dei propri fan, che pretendono di imporre le proprie scelte a produzioni sempre più dipendenti dal feedback immediato degli appassionati.

Scream | il quinto capitolo prende in giro il fandom
Scream (che riprende il titolo originale, senza numero) è un film che si rivolge ad una generazione di spettatori ormai già abituata ad un contesto cinematografico in cui gli horror fatti in serie (prima la stragrande maggioranza) sono sempre più minoritari. Sono spettatori che guardano i film della A24, che apprezzano “l’horror sofisticato” di Hereditary o Babadook, e che Scream, esponente del vecchio mondo degli slasher e dei coltelli insanguinati, deve necessariamente cercare di coinvolgere. I personaggi del film sono consapevoli di come i fan oggi, attraverso proteste online e tentativi di boicottaggio, possano obbligare le produzioni a seguire le loro idee, stabilendo quali storie debbano essere raccontate, quali tra i vecchi personaggi debbano tornare nei nuovi episodi, e rivendicando sempre una sostanziale continuità con la saga che hanno amato e che considerano inviolabile.

E ne sono consapevoli anche Matt Bettinelli-Olpin e Tyler Gillett, i due registi di questo quinto capitolo, approdati alla saga dopo aver diretto l’ottimo Ready or Not, e gli sceneggiatori James Vanderbilt e Guy Busick, che in passato hanno lavorato, a vario titolo, a remake di cult intoccabili (Total Recall e RoboCop) e a sequel impossibili (Independence Day – Rigenerazione), cimentandosi con il fandom più accanito, quello dei cinecomics, con i due sfortunati film di The Amazing Spider-Man. Il curriculum perfetto per lavorare a Scream con cognizione di causa.
E infatti la forza di questo nuovo capitolo sta nell’aver capito che la nostalgia che gli appassionati cercano non è tanto nella trama raccontata, ma nei luoghi, negli oggetti, nei volti dei protagonisti. Questo Scream ha insomma capito molto bene che la nostalgia al cinema funziona attraverso deja-vu ed evocazioni.
Un horror di ottima fattura
A differenza del precedentemente citato Matrix: Resurrections, che ha cercato in ogni modo di ribadire la propria inutilità di sequel proponendo coscientemente la stanca reiterazione di idee passate (una delle operazioni più punk e sovversive degli ultimi anni), questo nuovo Scream è un film che vuole divertire lo spettatore e non cerca di allontanarlo.
L’abilità tecnica dei suoi due registi è sfruttata quindi per mettere paura e creare scene di tensione che funzionino. Come sempre, mentre i personaggi discutono e riflettono su come si possa realizzare un film horror, lo spettatore vede la conseguenza pratica di quelle teorie applicate al cinema, ascolta le regole che vengono elencate dai personaggi e poi ne può immediatamente giudicare la bontà nel momento in cui queste vengono seguite alla lettera dal film che sta guardando. È grazie a questa attenzione al “meccanismo” che una sceneggiatura non proprio impeccabile, in cui i personaggi fanno scelte e prendono decisioni non sempre ragionevoli, riesce a coinvolgere il pubblico in un’operazione nostalgia che non risulta mai troppo forzata.
Cinema
Scream 5: il primo trailer ufficiale! | Ghostface è tornato!

E’ uscito finalmente il primissimo trailer ufficiale di Scream 5 e qui sotto potete vederlo in versione originale o doppiato in italiano.
Scream 5: la sinossi ufficiale
Venticinque anni dopo la serie di efferati e crudeli omicidi che sconvolse la tranquilla cittadina di Woodsboro, un nuovo assassino con la maschera di Ghostface prende di mira un gruppo di adolescenti, facendo ripiombare la città nel terrore e riaffiorare le paure di un passato che sembrava ormai sepolto.
Neve Campbell (“Sidney Prescott”), Courteney Cox (“Gale Weathers”) e David Arquette (“Dewey Riley”) tornano a interpretare i loro ruoli iconici in Scream insieme a Melissa Barrera, Kyle Gallner, Mason Gooding, Mikey Madison, Dylan Minnette, Jenna Ortega, Jack Quaid, Marley Shelton, Jasmin Savoy Brown e Sonia Ammar.
Diretto da Matt Bettinelli-Olpin & Tyler Gillett, Scream 5 è distribuito in Italia da Eagle Pictures e arriverà al cinema nel 2022.
Qui sotto se siete curiosi anche la trailer reaction di MADROG CINEMA.
Cinema
Venezia 78: Last Night in Soho, la recensione del film

A Venezia 78 abbiamo avuto l’occasione di vedere in anteprima Last Night in Soho, il nuovo film di Edgar Wright con Anya Taylor Joy, Matt Smith e Thomasin McKenzie. Qui di seguito la video recensione di Lorenzo e Letizia in diretta dal festival.
Last Night In Soho (L’Ultima Notte a Soho) è un thriller psicologico con scene oniriche accompagnate in maniera travolgente e geniale da una colonna sonora vibrante e coinvolgente scelta con cura. Un’inattesa rivisitazione del lato oscuro della swinging London degli anni 60′.
Last Night in Soho uscirà nelle sale italiane il 4 novembre e segue le vicende di una giovane ragazza, appassionata di moda, che misteriosamente scopre il modo di trovarsi negli anni ’60, dove si imbatte nel proprio idolo, un’affascinante cantante che spera di sfondare. Ma Londra negli anni 60′ non è sempre come appare e le cose sembrano andare a rotoli con delle conseguenze.
Un incubo a occhi aperti che regala inquadrature ipnotiche e glamour. Dopo Baby Driver Wright si conferma un regista interessante e curioso che sa come catturare l’attenzione dello spettatore.
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