Travaglio difende Asia Argento: “Si tende sempre a credere al più giovane e sfigato”

Il caso Asia Argento è diventato un vero e proprio polverone mediatico. L’attrice italiana è stata travolta dalle polemiche dopo l’articolo del New York Times che rivelava un suo risarcimento di 380.000 dollari a beneficio di Jimmy Bennett. Stando all’autorevole quotidiano, Bennett – che oggi ha 22 anni – avrebbe accusato la Argento di molestie sessuali quando l’attore era ancora minorenne (i fatti risalgono al 2013, ndr).

Asia Argento, Marco Travaglio prende le sue difese

asia argento

La figlia di Dario ha subito smentito ogni accusa, dichiarando pubblicamente di non aver mai fatto sesso con Bennett, ma alcuni sms e soprattutto un selfie (Asia e Jimmy nel letto, ndr) pubblicati dall’emittente statunitense TMZ sembrano confermare quanto esposto dal NYT. Lo stesso attore è intervenuto sempre sul New York Times nelle scorse ore per confermare l’accaduto: “Temevo il pregiudizio della società – ha detto il 22enne – il mio trauma è tornato in superficie nel momento in cui lei è diventata una vittima“.

Nel frattempo l’opinione pubblica si è divisa tra chi critica profondamente il comportamento di Asia Argento e chi invece prende le sue difese e giudica poco credibile il racconto di Jimmy Bennett. A prendere posizione è anche Marco Travaglio, direttore del Fatto Quotidiano, che ha scritto un lungo editoriale dove si schiera dalla parte dell’attrice italiana.

“Garaantisti con Berlusconi, ma giustizialisti con Asia”

L’opinione pubblica tende a credere al più giovane e al più sfigato – le parole di Travaglio – E poi Asia ha il brutto vizio di dire ciò che pensa e s’è fatta molti nemici, nella stampa e nella politica. Basta leggere gli house organ berlusconiani, “garantisti” con un ex premier puttaniere, ricattabile e pregiudicato, ma giustizialisti con una privata cittadina incensurata come lei“.

Travaglio precisa che solitamente “pagare il silenzio di un accusatore significa ammettere il torto“, ma è convinto che non sia questo il caso: tra le diverse ipotesi formulate dal direttore del Fatto Quotidiano ci sarebbe anche la decisione di risarcire Bennett per evitare il diffondersi di un’accusa falsa “ma impossibile da smontare su due piedi, in mancanza di prove oggettive“.