Venezia 69: Superstar, la conferenza stampa

Si è tenuta questa mattina alla 69edizione della Mostra Internazionale Del Cinema di Venezia la conferenza stampa dell’atteso nuovo film di Xavier Giannoli: Superstar. Interpretato da Kad Merad, Cécile De France, Alberto Sorbelli e Pierre Diot, Superstar racconta la tragicomica storia di Martin (Kad Merad), un uomo comune che si ritrova ad essere l’idolo del momento senza alcuna precisa ragione. Potete trovare qui sotto le domande poste dalla stampa mondiale al cast e al regista di Superstar:

La storia di questo film richiama fortemente il segmento interpretato da Roberto Benigni nella nuova opera di Woody Allen. È un omaggio o una casualità?

Xavier Giannoli: Sono un regista che ha una folle passione per Woody Allen. Ogni volta che vedo un suo film provo un incredibile senso di curiosità e condivido con lui perfino lo stesso agente. Sinceramente ritengo che quello che realmente conta è lo sguardo con cui si decide di girare il film. Il resto è solo secondario. Anche per quanto riguarda il personaggio di Cécile è stato fondamentale costruire un personaggio femminile e moderno di una giornalista televisiva che vive una vita in continua trasformazione.

Perché alla fine non svela il motivo che rende il protagonista celebre?

Xavier Giannoli: Quando ho letto il riassunto della storia ho subito pensato alla metamorfosi di Kafka arricchita dalla idea dell’assurdo, un tema che da sempre mi affascina e interessa. L’idea di non spiegare il motivo deriva dal desiderio di trovarsi a raccontare semplicemente una storia di emozioni senza alcuna attenzione ai dettagli o ai motivi che l’hanno originata. Ho voluto concentrarmi su elementi molto importanti e attuali. La celebrità è una icona artistica e utilizzare l’aspetto dell’assurdo mi sembrava la strada più realistica per esprimere quello che sento.

Avete parlato della messa in scena e della rappresentazione dei personaggi. Volevo sentire il parere degli attori e le idee di Xavier Giannoli sullo stile rappresentativo che utilizza:

Cecile de France: Adoro lavorare con Xavier  grazie alla sua incredibile intelligenza e alla sua continua ricerca della sensibilità interna. L’ho accompagnato sulle ricerche del personaggio aiutandolo a costruirlo al meglio. Lavorando con Xavier ho veramente imparato tantissime cose e ogni volta che me lo chiederà sarò sempre libera per lui.

Kad Merad: Sono tantissimi anni che lavoro con Xavier ed è proprio grazie a lui che mi sono sentito per la prima volta un vero e proprio attore. Abbiamo lavorato sulla ricerca della verità, sui dettagli. Diciassette anni dopo la nostra prima esperienza è fantastico lavorare ancora insieme a nome della nostra amicizia e dell’incredibile amore che nutro per lui.
Xavier Giannoli: Amo un cinema diretto e sono molto legato alla dimensione carnale dei film. Mi piace che il cinema rappresenti gli squilibri della nostra società. Il cinema deve volgere uno sguardo sul mondo e permettere agli spettatori di cogliere anche alcuni aspetti negativi, come il ruolo dei media. Non sono un intellettuale, ho un rapporto istintivo, carnale, anche per questo scrivo da solo i miei film. Il romanzo è stato un punto di partenza per costruire Superstar.

Quale è stato il corto circuito che l’ha ispirata come attore a interpretare uno sconosciuto che diventa un attore celebre?

Kad Merad: Con Xavier abbiamo lavorato sul personaggio e abbiamo costruito il punto di vista principale. Quello che abbiamo cercato di fare è stato costruire una sensazione che andasse al di la dell’aneddoto. Abbiamo cercato di far emergere una realtà umana.

Lei tratteggia un ritratto poco lusinghiero del giornalista, si è ispirato a qualcuno? E come prevede il giornalista futuro?

Cecile de France: Innanzitutto è Xavier a poter rispondere a questa domanda. Xavier mi ha permesso di comprendere il cammino della protagonista della storia, una ragazza provinciale, una guerriera e una idealista che finisce per cadere in una sorta di ingranaggio che è la trappola mediatica moderna.

Il film ha un finale un po’ americano, è una scelta voluta?

Xavier Giannoli: Sono uno sceneggiatore indipendente e nessuno può impormi nulla. Cerco sempre di fare un lavoro personale, di mettere del mio nel film. Non ho voluto fare un happy ending, ma lanciare almeno un messaggio di speranza. Il mio sforzo principale è sempre quello di trasmettere ciò che sento rispetto al caos che sto descrivendo.