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The Walking Dead 5, il finale di stagione svela il futuro della serie tv

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Sin dallo scorso ottobre, Rick Grimes e la sua malconcia banda di umani superstiti sono scampati ad un accampamento di cannibali, imparato che la loro speranza di una cura per gli zombie era basata su una bugia, e hanno cominciato non senza esitazione a trasferirsi in una nuova apparentemente idilliaca comunità chiamata “Alexandria Safe Zone”. Il finale di stagione di The Walking Dead trasmesso lo scorso lunedì, ha concluso una partita di 16 episodi che ha colpito sia l’audience – che ha raggiunto come ormai d’abitudine più di 14 milioni di spettatori a episodio – sia i critici, molti dei quali non potevano considerarsi fan della serie prima d’ora. Dunque, cos’è accaduto esattamente durante l’ultima metà della quinta stagione? E di cosa parleranno gli appassionati per i prossimi mesi, prima che il sesto capitolo della saga zombie esordisca quest’autunno? Ecco a voi cinque takeaway dall’ultimo shot che ha teso i nervi di tutti, roso migliaia di unghie e masticato un bel po’ di cervelli.

1. Le cose si complicheranno molto per i nostri eroi

Nella seconda metà della stagione, Rick ha condotto la sua gente nell’esclusivo sobborgo fortificato di Alexandria, in Virginia, dove ha assunto il ruolo di capo della polizia locale. Quasi nel momento in cui giungono nell’hinterland della zona, il gruppo comincia a notare molte stranezze nei dintorni, compresi alcuni zombie con la lettera “W” incisa sulla fronte, e luci in lontananza che potrebbero stare a indicare una banda rivale di sopravvissuti. Nell’episodio finale, “Conquistare”, un piccolo contingente di raider umani che potrebbero provenire dall’altro gruppo – tipi molto aggressivi, con lo stesso marchio indicativo della “W” – esce allo scoperto e attirano Aaron e Daryl in un conservificio abbandonato, dove rilasciano letteralmente carichi di non-morti. Tutti i segni mirano a un serio confronto il prossimo anno tra questa banda di “Wolves” con il proprio stile e i pericolosamente miti abitanti della Safe Zone. La speranza migliore per Alexandria sembra essere proprio Rick, che alla fine dell’episodio abbandona i suoi piani segreti da golpe prima dell’udienza che avrebbe dibattuto sulla sua colpevolezza, nella quale annuncia l’intenzione di schierare tutti contro quei letali guerrieri a sangue freddo. Ed è una necessità, perché a giudicare da quel poco che abbiamo visto di questi barbari che ben presto giungeranno letteralmente ai loro cancelli, sembra che i nuovi nemici possano mettere in ridicolo i Terminus e i Woodbury zombie in quanto a brutalità.

walking dead

2. I sopravvissuti sono più forti insieme che da soli

Uno dei migliori punti dello show si riscontra nella seconda metà della quarta stagione, quando Rick e i suoi compagni vengono separati e costretti a soffrirne. Questi episodi, terribili nel loro piccolo, sono stati molto più cupi e sconfortanti del solito, sia per i personaggi sia per coloro che si sono sintonizzati sul canale ogni settimana sperando di vedere i loro umani preferiti ritagliarsi un proprio piccolo angolo di pace. La quinta stagione sembra essere stata realizzata su misura per i personaggi più amati dai fan: Rick, Daryl, Michonne, Carol, Glenn, Maggie, and Carl. Eccetto alcune brevi missioni, il gruppo dei superstiti è sempre stato unito di episodio in episodio, e ha reso più raggiungibili alcuni obiettivi che da soli non sarebbero stati capaci di condurre a termine. L’ultimo capitolo della serie comincia con i nostri eroi che combattono per difendere il loro campo da coloro che si cibano di carne umana, e nel finale di metà stagione, Rick & co. sono stati sul punto di salvare Beth, la sorella di Maggie, da un ospedale di Atlanta dove era stata costretta a lavorare in schiavitù. E’ stato grazie alla loro ingegnosità e al loro spirito di squadra che il gruppo è stato il primo ad essere stato scelto per vivere nella Safe Zone. Nell’incontro finale in città, i compagni di Rick lo accettano come leader dicendo ai loro nuovi vicini che “quello che lui è, è ciò che voi diventerete… se siete fortunati”.

3. E’ dura essere un leader in un mondo post-apocalittico

Sembrerebbe ovvio, no? Ma questa stagione ha davvero dato del filo da torcere al nostro Rick. The Walking Dead inizialmente si è concentrato sul sottile filo che separa una razza umana sempre più disperata da orde di zombie senza scrupoli che vagano nelle campagne. Ma a partire dall’introduzione del Governatore nella terza stagione, la serie si è focalizzata maggiormente sull’integrazione di gruppi differenti di sopravvissuti in nuove comunità, e sulla loro vita/morte a seconda della loro scelta sul percorso da seguire. La paranoia e l’innegabile crudeltà del Governatore ha colpito Woodbury, conducendola infine alla rovina. In seguito, la squadra di Rick si è messa in guardia contro il folle capo dei Terminus, Gareth, che ha insegnato alla sua gente una lezione letteralmente riassumibile in “manga-o-sei-mangiato”: essi devono diventare “cacciatori” oppure finiranno per essere divorati dal nemico. La maggior parte della seconda metà della quinta stagione ha zoomato sulla vita nella Safe Zone, che può vantare uno dei leader apparentemente più equilibrati mai incontrati finora nella serie: Deanna Monroe, un ex membro del Congresso degli States che controlla attentamente i nuovi arrivati con l’intenzione di creare una società civile e sicura. Eppure il suo comportamento si rivela un po’ troppo ingenuo, tanto da condurla a lasciare impunito un uomo colpevole di violenza domestica (costringendo Rick a prendere provvedimenti con le sue mani, e di conseguenza a svelare il suo intento di presa del potere prima del previsto), e da impedirle di comprendere che suo figlio Aiden, ora defunto, era troppo spavaldo e superficiale per essere a capo della polizia. In passato, Rick aveva tentato di sottrarsi ai suoi doveri di leader, cosa che è comprensibile, da quel che aveva visto dei suoi predecessori fin dall’inizio dell’epidemia. Ma in Alexandria, egli ha trovato una comunità solida e numerosa che ha potuto conquistare. Il grande quesito sulla sesta stagione non è tanto se il protagonista riuscirà a rafforzare la Safe Zone (se c’è qualcuno che può farlo, quello è lo Sceriffo), ma se sarà capace di evitare di diventare un altro Governatore o un altro Gareth – o, forse anche peggio, qualcosa sulla stessa lunghezza d’onda di questi nuovi, misteriorsi Wolves.

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4. I produttori non sembrano prestare attenzione alle lamentele riguardanti la tendenza all’omicidio di afroamericani nella serie

Sin dalla terza stagione – quando uno dei personaggi meno considerati nello show, T-Dog, è stato ucciso quasi simultaneamente con l’ingresso in scena di un altro personaggio maschile di origini afroamericane, Tyreese – la serie ha attirato molte critiche sull’introduzione troppo rapida di un nuovo interprete di colore. Il grido di protesta non ha fermato i produttori dall’uccidere il personaggio di Chad L. Coleman quest’anno, insieme  ad un altro superstite di lunga data dalla pelle scura, Bob Stookey; né ha salvato Noah, un giovane e comprensivo compagno introdotto durante la prima metà di questa stagione soltanto per essere divorato a morte dopo dieci episodi. In difesa di The Walking Dead, Michonne continua ad essere uno dei personaggi più importante della serie, e nelle ultime due stagioni è passata dall’essere chiusa ed eccessivamente violenta al divenire un’eroina molto più sincera (nella prima metà della stagione, è stata l’unica a fronteggiare continuamente Rick e a sostenere fermamente il trasferimento). Nel frattempo Sasha, la sorella di Tyreese, rimane un caso affascinante di disturbo da stress post-traumatico sviluppato in un’era apocalittica – una giovane donna depressa che ha visto morire tutti i suoi cari e sembra determinata a seguirli. E poi c’è il reverendo Gabriel Strokes, un uomo mentalmente instabile che è emerso come uno degli antagonisti meno probabile del telefilm, determinato ad impedire ad ogni membro della compagnia di Rick di godere di una felicità che “non si merita”.

Ancora meglio, l’ultimo episodio ha visto il ritorno tanto atteso di Morgan Jones, che ha aiutato Rick sin dal pilot, e successivamente sembrava essere impazzito. Da allora, sembrava aver preso la strada verso sud, alla ricerca dello sceriffo, ed è giunto ad Alexandria nell’episodio finale, dimostrando una nuova visione ottimistica della vita e alcune abilità di combattimento con il bastone veramente straordinarie. Ma mentre la serie tende a rendere sia i personaggi preferiti dagli spettatori che quelli secondari potenziale cibo per zombie, il fatto che questa tendenza a sacrificare i suoi eroi afroamericani  a livelli sproporzionati non sia diminuita resta un tantino preoccupante.

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5. Carol è ufficialmente una dura

Dopo una quarta stagione in cui il pragmatismo nichilista di Carol l’ha condotta ad uccidere due membri della sua famiglia prima che potessero “trasformarsi” – e per questo essere cacciata dal gruppo – la donna torna più forte e capace di prima. Giunge come un’eroina al Terminus per liberare i suoi compagni, e si unisce a Daryl nella missione di salvataggio di Beth, culmine sensazionale di questa stagione. Sin dal momento in cui si reca ad Alexandria, ha finto di essere una mite e contenta casalinga che inforna biscotti e cucina stufati cosicché nessuno potesse notare le sue incursione nell’armeria cittadina (ha persino minacciato di uccidere un ragazzino che aveva visto troppo,  sapendo che non sarebbe riuscito a farsi credere da nessuno – chi avrebbe mai creduto che questa dolce, amabile Stepford Wife potesse nascondere un lato oscuro?)

Nell’episodio “Conquistare”, Carole ha spiegato le sue strategie al gruppo, mostrando come si fosse mantenuta sul semplice con gli abitanti di Alexandria: “Queste persone sono bambini, e ai bambini piacciono le storie”. Con Rick che rivela il suo reale intento alla fine dell’episodio, una delle questioni più significative della prossima  stagione riguarderà proprio questo personaggio: per quanto tempo riuscirà a restare sotto copertura? E cosa accadrà quando il suo lato più meravigliosamente sinistro verrà alla luce? La comunità della Safe Zone rimarrà sconvolta? Si dimenticheranno di restituirle piatti e casseruole? Restate sintonizzati.

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Venezia 81 | Alfonso Cuarón presenta Disclaimer: “Complicato non rivelare troppo”

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La conferenza stampa di Disclaimer

La conferenza stampa di Disclaimer (Foto: Ufficio stampa) – Newscinema,it

Tra i protagonisti della mattina del 29 agosto di Venezia 81 la serie Disclaimer di Alfonso Cuarón fuori concorso, con Cate Blanchett e Kevin Kline.

La magia della 81ª edizione della Mostra del Cinema di Venezia ha ufficialmente preso il via. Con lei, anche tutte le principali conferenze stampa. Su tutte, spunta quella di giovedì 29 agosto, dove il vincitore del Leone d’Oro per Roma (2018) Alfonso Cuarón ha presentato la sua nuova serie TV thriller.

Quest’ultima, scritta e diretta dal medesimo Cuarón, si chiama Disclaimer – La vita perfetta e vede Cate Blanchett e Kevin Kline nei panni dei protagonisti. Una miniserie complessa e contorta, tratta dall’omonimo romanzo bestseller di Renée Knight.

Non resta che scoprire tutti i segreti dell’ultima fatica realizzata per il piccolo schermo dal regista messicano, prima che la stessa sbarchi su AppleTV+ l’11 ottobre 2024.

Disclaimer: di che cosa parla la serie

Catherine Ravenscroft (Cate Blanchett) è un’acclamata autrice di documentari. Un giorno, scopre che un suo terribile segreto sta per essere rivelato, mediante un romanzo incentrato proprio su di lei.

Stando alla sinossi ufficiale, “quando la giornalista riceve un romanzo da un autore sconosciuto, rimane inorridita nel realizzare che ora è la protagonista di una storia che svela i suoi segreti più oscuri.

Pertanto, mentre Catherine cerca di scoprire la vera identità dello scrittore, è costretta a confrontarsi con il suo passato prima che distrugga sia la sua vita sia i suoi rapporti con il marito Robert (Sacha Baron Cohen) e il loro figlio Nicholas (Kodi Smit-McPhee)”.

Perché fare una serie TV e non un film? Risponde Alfonso Cuarón

La conferenza stampa alla 81ª edizione della Mostra del Cinema di Venezia comincia direttamente con una domanda per il regista, fondamentale per comprendere la natura del progetto.

Ho letto il libro e inizialmente ci ho visto un film, ma non sapevo come realizzarlo. Il film che mi immaginavo era troppo lungo. Pertanto è diventata una serie TV“, risponde Cuarón.

Quando scrivevo la sceneggiatura, Cate c’era già

Viene spontaneo indagare se, durante la sceneggiatura, il regista avesse già in mente il cast definitivo. “Quando scrivevo la sceneggiatura, Cate c’era già“, dice Cuarón. “Non posso mentire”. La performance di Kevin Kline? “Ha portato ulteriore charme e carisma al progetto“. Infine aggiunge: “Realizzare la serie TV non è stato semplice. Devo tanto al cast“.

Sugli incredibili tecnicismi messi in atto – voice over, transizioni particolari e flashback continui – il regista racconta: “Ammiro il voice over, quando ben utilizzato. L’idea di fare qualcosa con differenti voci è interessante. Dalla messa in scena al montaggio, fa parte dell’avere più punti di vista“.

Cate Blanchett Disclaimer

Cate Blanchett in Disclaimer (Foto: Apple TV+) – Newscinema.it

Cate Blanchett: “Non sappiamo mai davvero che cosa pensa”

Tantissime le domande per Cate Blanchett, che interpreta un personaggio oscuro, controverso, con dei segreti. All’inizio, incontriamo una donna di successo, convinta di sé. Poi, improvvisamente, cominciamo a sospettare che non lo sia.

Lei è una documentarista. La sua vita l’ha esposta a traumi e ingiustizie. Penso che la sfida di interpretare un personaggio del genere è che non sappiamo niente su di lei. È stato complicato non rivelare troppo. Catherine è una donna di cui non conosciamo mai davvero il punto di vista“.

Tornano sempre le cose che abbiamo evitato, più di quelle che abbiamo affrontato

Indagare il lato oscuro di Catherine non deve essere stato facile. E invece, “È stata la parte che ho amato di più – risponde l’attrice. “Tutti abbiamo lati oscuri che vogliamo nascondere. Penso che si chiami privacy. Ci sono cose che ancora noi dobbiamo capire su noi stessi. Cose che non per forza sono sbagliate. Interpreto una donna che ha sepolto traumi, che rimangono nel corpo. Tornano sempre le cose che abbiamo evitato, più di quelle che abbiamo affrontato. È interessante“.

Non sappiamo in che cosa credere

Kevin Kline racconta: “Mi ha affascinato l’idea dell’affidabilità e dell’inaffidabilità dell’era in cui viviamo. In cosa credere? Come discernere le informazioni che riceviamo? Il modo in cui le menti di questi personaggi funzionano mi ha affascinato tantissimo. Le menti di tutti i personaggi sono in continua evoluzione“.

Più di 200 giorni di riprese. C’è stato spazio per le improvvisazioni?

Le riprese di Disclaimer – La vita perfetta sono durate più di 200 giorni. Un lungo periodo di tempo. Pertanto, viene spontaneo domandarsi: gli attori hanno improvvisato o si sono sempre attenuti alla sceneggiatura?

Risponde il regista: “Tutto era scritto ma allo stesso tempo è stato riscritto dagli attori, con i loro pensieri e la loro aggiunta di dettagli. Gli attori non hanno fatto che porre domande e suggerimenti, che hanno influenzato la struttura. Kevin o Cate avevano sempre nuove idee“.

Cate Blanchett aggiunge: “La sceneggiatura di Alfonso era perfetta. Ma quando hai a che fare con qualcosa, impari cose sul tuo personaggio e sugli altri e hai l’opportunità di rivedere cosa viene dopo. Abbiamo sfruttato questa opportunità“.

E aggiunge: “Alfonso ci ha spiegato come si immaginava ogni momento. La prospettiva della telecamera era importante per la psicologia dei personaggi“. In fatto di alchimia, il medesimo Cuarón non può che annuire: “È stato un piacere lavorare con loro“.

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In Evidenza

Silo: le prime immagini della seconda stagione della serie Apple TV+

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Prime immagini in anteprima di Silo

Prime immagini in anteprima di Silo (Fonte: Redazione) – Newscinema.it

Svelate finalmente le prime immagini della seconda stagione di Silo, interpretata e prodotta da Rebecca Ferguso, per Apple Tv+. Quando vedremo il primo episodio e cosa sappiamo al momento.

Silo è la serie televisiva di fantascienza che ha conquistato il pubblico di Apple Tv+ con la prima stagione, andata in onda l’anno scorso. La storia, creata da Graham Yost e basata sulla trilogia degli omonimi romanzi scritti da Hugh Howey, è ambientata in un futuro distopico dove i cittadini vivono in un imponente silo sotterraneo.

Il successo di questa storia lo si deve alla trama avvincente  e ben strutturata, ma anche all’interpretazione brillante dei protagonisti che sono riusciti a portare sul piccolo schermo quello che lo scrittore aveva immaginato sulla carta.

Dopo la fine della prima stagione di Silo e con tanta impazienza dei fan ecco arrivare le prime immagini di quello che vedremo nella seconda stagione che ritrova Rebecca Ferguson protagonista.

Prime immagini Silo

Prime immagini Silo (Fonte: Redazione) – Newscinema.it

Il cast della seconda stagione di Silo

Silo, sta per approdare su Apple Tv+ con la seconda stagione e i fan non vedono l’ora di sapere cosa succederà ai protagonisti della storia. Come vi avevamo anticipato, per chiunque non avesse visto la prima stagione, la storia è incentrata sugli ultimi diecimila abitanti della terra, le cui case sono disposte dentro un enorme silo misterioso (nessuno sa come sia finito li) che li protegge dalla tossicità dell’atmosfera circostante.

Qui l’ingegnere Juliette, cercando di scoprire l’identità dell’assassino che ha ucciso una persona a lei cara, verrà a conoscenza di una verità molto più grande di lei. La prima stagione (ALLARME SPOILER) si è conclusa con Juliette che si è spinta oltre la collina uscendo quindi da Silo, verso una città lontana.

Nella seconda stagione nel cast troveremo oltre a Rebecca Ferguson (Juliette) anche Tim Robbins, Harriet Walter, Chinaza Uche, Avi Nash, Alexandria Riley, Shane McRae, Remmie Milner, Clare Perkins, Billy Postlethwaite, Rick Gomez, Caitlin Zoz, Tanya Moodie e Iain Glen.

Prime immagini seconda stagione Silo

Prime immagini seconda stagione Silo (Fonte: Redazione) – Newscinema.it

Silo: prime immagini in anteprima

La serie tv di Apple Tv+, Silo sta per tornare con una seconda e molto attesa stagione, la cui prima puntata sarà trasmessa dal colosso dello streaming il 15 novembre e da li in serie, un appuntamento settimanale tutti i venerdì fino al 17 gennaio 2025.

Qualche giorno fa, la seconda stagione è stata presentata al Comic-Con di San Diego, dove è stato annunciato dalla protagonista della serie nonché produttrice esecutiva, Rebecca Ferguson, Common, il creatore e showrunner Graham Yost e il produttore esecutivo Hugh Howey anche il nuovo attore che prenderà parte al cast cioè, Steve Zahn. Vi riportiamo in anteprima le prime immagine della nuova stagione rilasciate da Apple Tv+.

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Dexter sequel: tutto quello che sappiamo sulla nuova serie tv

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Dexter sequel

Dexter (Fonte: Instagram) – Newscinema.it

Ecco una panoramica dettagliata con tutti gli aggiornamenti finora rilasciati sul sequel di Dexter, preparatevi a una sorpresa emozionante che ha mandato in brodo di giuggiole i fan del franchise.

Dexter è una delle serie televisive più amata e seguita di tutti i tempi, in quanto la trama adrenalinica ha lasciato i fan, puntata dopo puntata sempre a bocca aperta. Non ci si annoia di certo con Dexter Morgan, interpretato dal geniale attore Michael C. Hall e da tutto il resto del cast che portano questo progetto ad alti livelli.

La serie televisiva è andata in onda dal 2006 al 2013 per ben 8 stagioni, la cui trama ruotava attorno a Dexter, un tranquillo e metodico tecnico della polizia scientifica di Miami che in realtà nascondeva una doppia vita, essendo lui un serial killer, freddo e spietato.

Morgan ha un suo codice per scegliere le sue vittime, sceglie solo delinquenti sfuggiti alla giustizia. A distanza di anni, i fan della serie sono elettrizzati per le notizie apprese sulla serie sequel di cui vi parleremo a breve.

Cosa sappiamo sulla serie prequel: Dexter: Original Sin

Sono due gli argomenti “caldi” trattati al San Diego Comic-Con qualche giorno fa, che hanno fatto fare balzi alti fino al cielo dalla felicità come, Fratel Coniglietto, ai fan della serie televisiva, Dexter. Dunque piccola premessa, i fan sapranno bene che oltre alla serie originale di cui vi abbiamo parlato in apertura, è stata trasmessa nel 2021 una miniserie revival, dal titolo, Dexter: New Blood.

Le due nuove serie tv sequel e prequel, sono rispettivamente il secondo e il terzo spin-off del franchise di Dexter. Per quanto riguarda Dexter: Original Sin, sappiamo che Michael C. Hall sarà la voce fuori campo che accompagnerà lo spettatore nei momenti salienti che affronterà il giovane lui di 15 anni, la cui foga di omicidi inizia a prendere piede.

L’adolescente dovrà quindi incanalare questa sua rabbia repressa nella “giusta” (se possiamo dire così) direzione che lo porterà poi ad essere il Dexter che conosciamo. Oltre Hall, nel cast saranno presenti Christian Slater, Patrick Gibson, Molly Brown, la guest star Sarah Michelle e Patrick Dempsey.

 

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Dexter: Resurrection: la serie sequel

Al San Diego Comic-Con i fan sono rimasti senza parole per tutte le rivelazioni che hanno dovuto digerire senza “svenire” dall’emozione. Oltre alla serie prequel infatti, arriverà anche la serie sequel che riprenderà i fatti da Dexter: New Blood, Dexter: Resurrection.

Qui Michael C. Hall tornerà a vestire i suoi panni di Dexter Morgan e i fan non vedono l’ora di sapere come potrà tornare visto la fine della miniserie andata in onda nel 2021, di cui non riveleremo nulla qualora le nuove generazioni di fan non l’avessero ancora vista.

Come ha rivelato infatti Chris McCarthy, Co-CEO di Paramount Global e President/CEO di Showtime & MTV Entertainment Studios: “Se Dexter: Resurrection si rivolgerà alle decine di milioni di fan di lunga data, Dexter: Original Sin introdurrà un’intera nuova generazione di spettatori in questa serie iconica partendo dall’inizio, soddisfacendo così anche i fan storici”. Che dire, non ci resta che attendere il prossimo anno visto che entrambe dovrebbero approdare sul piccolo schermo nel 2025.

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