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Gli Intoccabili compie 30 anni: un cult che non invecchia
Il 2 giugno 1987 arrivava nelle sale The Untouchables – Gli Intoccabili, il capolavoro di Brian De Palma ispirato dalla autobiografia dell’agente federale Eliot Ness. Sono passati trenta lunghi anni da quel fatidico giorno, e ci ritroviamo oggi a celebrare il compleanno di un cult che nel corso del tempo non ha perso un briciolo del suo carisma e della sua iconicità. Dopo essere entrato nel mondo della malavita con Antonio Montana (Scarface) e prima di narrare le vicende di Carlito Brigante (Carlito’s Way), entrambi personaggi di fantasia, Brian De Palma con questo suo gangster movie decise di raccontare un momento particolare della vera storia di Al Capone, pur con ampie licenze narrative.

De Niro è Al Capone
“Dio non ama i codardi”
A dar corpo e voce al “gangster dalle mutande di seta” c’è il grande De Niro, in uno dei ruoli chiave della sua carriera. Il celebre attore americano rappresentava secondo il regista la variabile non calcolabile di tutta la storia, grazie al suo modo di esprimersi prettamente americano (memorabile la scena con la mazza da baseball), marcatamente diverso dalle interpretazioni più moderate ed “inglesi” di Costner e Connery. De Niro, che con il regista della New Hollywood collaborava già dai mid-sixties, si rasò i capelli e mise su un bel po’ di peso per impersonare al meglio Al Capone, ma il tempo a sua disposizione non gli permise di raggiungere la taglia desiderata e così fece ricorso al metodo dei cuscini. Proprio come il gangster americano indossò biancheria di seta, e per questo motivo fece discussione con la produzione (che riteneva invece inutilmente dispendiosa la richiesta dell’attore). De Niro non imparò il copione a memoria: i dialoghi venivano quindi studiati insieme a De Palma durante le lunghissime pause per il make-up solo prima di girare le scene.
Prima di ingaggiare Kevin Costner per il ruolo di protagonista (De Palma pensava invece a Don Johnson, star di Miami Vice), il regista si confrontò con i suoi amici Steven Spielberg e Lawrence Kasdan per un parere da “addetti ai lavori”. Entrambi avevano già collaborato con Costner e rassicurarono il regista: Kevin era il suo uomo. Anche Sean Connery, come racconta De Palma nel documentario omonimo di Noah Baumbach, accettò senza troppe esitazioni, pur di uscire dalla gabbia di James Bond in quegli anni valutava ogni nuova proposta. Dopo aver saputo della scena in cui il suo personaggio viene crivellato di proiettili subito fuori dalla propria abitazione, però, Connery divenne furioso con il regista. A quel punto De Palma ironicamente gli domandò: “Ma come, sei stato James Bond per tutti questi anni e non hai mai preso qualche proiettile ?”. A causa di quella ripresa il povero Connery ebbe pure un problema con della polvere negli occhi, che gli costò una infezione ed un immediato viaggio al pronto soccorso. Nonostante ciò il regista dimostrò comunque di avere un grande coraggio, richiamandolo per un secondo take.

Il regista Brian De Palma con Ennio Morricone, compositore della colonna sonora
“Non siete mai stato a Chicago”
Ma come spesso avviene sui set di Brian De Palma, molte trovate (divenute poi delle scene cult nel corso degli anni) vennero improvvisate ed ideate sul momento. Tra queste la scena della carrozzina che scende le scale durante una sparatoria, chiaro omaggio a quella celeberrima de La corazzata Potëmkin. La macchina da presa si muove seguendo i protagonisti come se fossero personaggi di un horror (genere a cui il regista deve parecchio), in accordo con lo stile di De Palma, essenziale ma allo stesso tempo studiato per rendere ogni scena eccitante da seguire per lo spettatore. In alcuni momenti la tensione è talmente palpabile che si è indotti a staccare gli occhi dallo schermo.
Lo sceneggiatore David Mamet fu molto deluso dalla repentina eliminazione di una scena di azione sul treno, secondo lui essenziale per la narrazione. Quella stessa sequenza, opportunamente modificata, fu invece usata dal regista per il successivo Carlito’s Way. Pur non essendoci nessuna conferma, per lungo tempo si è parlato di un seguito mai realizzato dal presunto nome di The Untouchables: Capone Rising, con Nicolas Cage nei panni del giovane gangster. Ma forse è proprio grazie alla sua unicità che Gli Intoccabili ha lasciato una eredità davvero incalcolabile, rappresentando una delle vette più alte mai toccate nel genere “gangster movie”. Il fatto che a distanza di trent’anni siamo ancora qui a parlarne e a tesserne le lodi dimostra inconfutabilmente una cosa: il cult di Brian De Palma non è “solo chiacchiere e distintivo”.
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Zlatan | Da Malmö alla Juventus, l’ascesa di Ibrahimovic nel biopic tratto dal libro
Sono le difficoltà incontrate da Zlatan Ibrahimovic, più che le sue vittorie sul campo da calcio, ad essere esplorate nel film tratto dall’autobiografia best-seller del campione svedese di origine slava (Io, Ibra, in Italia edito da Rizzoli). La pellicola è stata presentata in anteprima mondiale alla 16esima Festa del Cinema di Roma.
Zlatan, diretto dallo svedese Jens Sjogren, titolo originale I am Zlatan ripreso dall’edizione internazionale del libro, è un racconto di formazione focalizzato principalmente sugli ostacoli incontrati lungo il cammino verso la gloria. Seguendo i primi passi della carriera dell’attuale asso del Milan, noto fuori dal campo per il carattere da duro e la forte autostima, il film ripercorre i suoi inizi da figlio di immigrati slavi nella periferia operaia di Malmö, fino al suo contratto con la Juventus, vero punto di svolta di una carriera che lo porterà a indossare le maglie anche di Inter, Barcellona, Milan, United e PSG.
Caduta e ascesa
Prima dell’ascesa c’è però una “caduta”. La pellicola inizia con Ibra già sotto contratto con il club olandese dell’Ajax. Il problema dell’attaccante è però nei numeri con pochi gol, che gli valgono l’etichetta di “immigrato pigro”. Il suo agente, Mino Raiola, lo convincerà a vendere la sua Porsche e a concentrarsi sui suoi allenamenti, perché all’orizzonte sembra esserci la vera prima grande chiamata, quella della Juventus.
Viene difficile credere come il talento che giocava solo per sé, non passando mai la palla ai compagni e costringendo i suoi primi allenatori a tenerlo in panchina, oggi sia il leader indiscusso del suo Milan, anche se per adesso limitato al ruolo di “capo spogliatoio” secondo Tuttosport, visto l’infortunio che lo terrà fuori almeno fino agli inizi del 2023.

Alle origini di Ibra
Gli appassionati di calcio sanno per certo che Ibra, pur non potendo contribuire con gol e assist come un tempo, anche da bordocampo farà di tutto per trasmettere alla squadra la sua fame di vittorie per capovolgere l’inerzia di una gara, come testimoniato dalle telecamere fisse su di lui a San Siro. Il Milan che in queste prime giornate di Serie A è tra le quattro papabili per la vittoria, a giudicare dalle scommesse live su NetBet, subito dopo Juve e Inter, deve molto allo slancio motivazionale di Zlatan e solo continuando a guardare al film (o leggendo il libro) possiamo capire davvero come si forma il carattere impavido di Ibra. In particolare, attraverso il lungo flashback che parte dalle sue prime mosse sui campi da calcio a Malmö, si può comprendere tutta la forza interiore di questo campione. Poche persone credevano davvero in lui, ma Ibra non ha desistito e ha continua a salire di livello mostrando già doti fuori dal comune nella squadra della sua città.
Le guide che lo spronano
Nel frattempo sono due gli attori che si alternano nel ruolo per rendere realistica la crescita dello svedese, Bajraktari Andersson e Granit Rushiti. Con quest’ultimo torniamo alla quasi attualità e all’incontro con il potente direttore generale della Juve Luciano Moggi, poi, attraverso nuovi flashback veniamo di nuovo trasportati tra le periferie di Malmö, nelle case dei due genitori separati e al campo d’allenamento, tra gli echi della guerra dei Balcani e gli omaggi rimarcati a Muhammad Alì, fonte di ispirazione principale del dodici volte Guldbollen, o Pallone d’Oro svedese. Il focus si sposta sulla guida paterna: “Devi usare la critica come una forza trainante”, gli dice il padre Sefik per spronarlo a sfidare i suoi nemici, tirando sempre fuori il meglio di sé. Oggi forse Ibra non ha più bisogno di consigli e dal film capiamo meglio il perché.
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Il Signore degli anelli: Il ritorno del fantasy più amato di sempre
Sono passati poco più di vent’anni da quando il primo film di questa epica trilogia fantasy è stato proiettato nelle sale cinematografiche di tutto il mondo, trovando un posto nel cuore di tutti gli appassionati di mondi fantastici abitati da creature e razze di ogni tipo.
Dopo un silenzio che dura da un bel po’ di anni, precisamente dal 2014, data in cui uscì l’ultimo film della trilogia Lo Hobbit, il mondo che J.R.R. Tolkien ha creato torna nuovamente a trasportarci nella magica Arda o Terra di Mezzo che a dir si voglia, ma questa volta non lo farà sui grandi schermi del cinema, bensì sul nostro televisore, computer o cellulare.
Il nuovo Signore degli Anelli infatti non sarà un lungometraggio, ma una vera e propria serie che verrà inserita nel catalogo di Amazon Prime Video.
Una serie con un arduo compito
Come sappiamo bene, l’universo fantasy creato dal noto scrittore è tuttora fonte di ispirazione per numerose storie, basti pensare ai vari film, fumetti e, in particolare, ai videogiochi come Dragon’s Crown e Skyrim. Molti titoli videoludici, alcuni anche molto apprezzati, sono ambientati proprio nella Terra di Mezzo, mentre è possibile scaricare giochi come Throne: Kingdom at War che si ispirano parecchio alle epiche battaglie, alle grandi città e ai fitti boschi verdi, pieni di misteri e creature inimmaginabili.
Con questa incredibile base, anche un solo passo falso potrebbe essere un enorme problema, quindi ecco cosa bisogna aspettarsi dalla serie in uscita il 2 Settembre di quest’anno.
Coerenza
L’universo che Tolkien ha creato è immenso e gestirlo all’interno di un’opera potrebbe rivelarsi un’impresa non da poco.
La storia del mondo di Arda è piena di eventi particolari avvenuti in una linea temporale veramente lunga, la serie si basa in particolare sugli eventi accaduti nella seconda era. Trovare alcuni dei personaggi della prima trilogia in una serie ambientata nella Terra di Mezzo del passato, potrebbe far (giustamente) infuriare i fan più accaniti.
Source: Pexels
Fedeltà
Le caratteristiche delle razze, l’architettura, la fauna e la flora, i personaggi più importanti, tutto deve essere il più possibile fedele all’universo narrativo. Il trailer della serie mostra delle immagini promettenti: grandi ambienti come le città o i boschi sembrano simili a quelli presenti nella prima trilogia di Peter Jackson, così come altri particolari come per esempio le armature.
Effetti speciali
Nonostante il peso degli anni si faccia sentire, La Compagnia dell’Anello mostra degli splendidi effetti speciali. Per fare un esempio, il Balrog è tutt’oggi una delle creature più belle realizzate in CGI (Computer-generated imagery). Anche sotto questo aspetto, sembra che la serie mostrerà i suoi muscoli con una computer grafica di tutto rispetto.
Per quanto riguarda la trama, dovremmo avere una storia fantasy avvincente, anche se bisognerà vedere come verrà raccontata allo spettatore. Il trailer mostra avventura, grandi battaglie e tanti altri elementi che potrebbero tenerci incollati allo schermo.
Le premesse per un’ottima serie ci sono tutte, quindi possiamo solo attendere il 2 Settembre con ansia, magari leggendo un libro o giocando a un titolo ispirati alle storie della Terra di Mezzo.
Fonte: Pexels
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Linkem & GF 2021
In occasione della nuova partnership con il Grande Fratello VIP 2021, Linkem ha lanciato un concorso a premi dal 27 settembre 2021 al 15 dicembre 2021. Si chiama “Vinci il GF VIP con Linkem” ed è aperto a clienti e non.
Per partecipare, gli utenti dovranno completare la procedura di registrazione sull’apposita landing page al seguente link, compilando i campi indicati e se saranno i fortunati vincitori dell’estrazione finale potranno vincere:
· n. 1 TV 4k 82” UHD
· n. 5 tablet Galaxy Tab S7+5g
· n. 12 Box brandizzate Linkem e GF VIP contenenti: una t-shirt, una tazza e un quaderno
Altre iniziative Linkem + GF Vip 2021
Mercoledì 27 ottobre Linkem ha fatto atterrare nella casa del GF Vip un drone con un messaggio misterioso per uno dei concorrenti, senza però conoscere né il mittente né il destinatario di questo messaggio e lasciando così i concorrenti nella curiosità più totale. Abbiamo scoperto i protagonisti del misterioso messaggio solo durante la live del venerdì successivo in prime time, quando la figlioccia di Jo Squillo, Michelle Masullo, è entrata nella casa a sorpresa regalando forti emozioni al pubblico e alla cantante milanese. Guardate la clip sul sito: https://www.linkem.com/gf-vip.
In puntata abbiamo potuto assistere alle spettacolari riprese dall’alto effettuate dal drone, trasmesse sul tablet del pilota con definizione Ultra HD. Linkem è un’azienda leader nel settore della costruzione e gestione di reti wireless a banda ultra-larga da oltre dieci anni e incoraggia lo sviluppo di servizi innovativi 5G in tutto il Paese. I clienti possono contare su una rete veloce ed efficiente, sia per strumenti di lavoro sia per le varie soluzioni di intrattenimento online.
Come le reti FWA, le reti 5G sono basate su tecnologie miste fibra – radio per abilitare in modalità wireless connessioni ad altissima velocità e con bassissima latenza in grado di supportare lo sviluppo dell’Internet of Things (IoT), ovvero la connessione in rete di migliaia di oggetti intelligenti.
Linkem ha già attivato in centinaia di comuni la sua nuova e velocissima rete 5G. Con l’offerta dedicata 5G Maxi Promo 20 Anni l’utente può fruire di una connessione internet ultraveloce fino a 1 Gigabit senza linea fissa e senza limiti di traffico a soli 19,90€ al mese per i primi 6 mesi anziché 26,90€ al mese. E con l’opzione voce Parla&Naviga può usufruire di chiamate illimitate da casa verso mobili e fissi nazionali con tecnologia VoIP senza nessun costo aggiuntivo.
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