Insidious 3: L’inizio, la recensione in anteprima dell’inquietante prequel

Il 3 giugno la Warner Bros. Italia distribuirà in tutti i cinema italiani Insidious 3: L’Inizio. Scritto e diretto da Leigh Whannell ed interpretato da Dermot Mulroney, Stefanie Scott, Lin Shaye e Leigh Whannell, Insidious 3 anticipa le vicende della famiglia Lambert raccontate nei primi due capitoli, esplorando la terrificante storia di Quinn Brenner (Stefanie Scott), un adolescente che, nel tentativo di entrare in contatto con lo spirito della madre, apre la porta dell’Altrove ad una terribile presenza demoniaca. Perseguitata dalla entità Quinn decide così di contattare la sensitiva Elise (Lin Shaye) che, scottata da uno sconvolgente incontro con uno spirito disposto a tutto per ucciderla, non vuole più avere nulla a che fare con l’Altrove. Ma l’improvviso incidente che costringe Quinn a letto, porterà Elise ad addentrarsi nuovamente nell’oltretomba per liberare la ragazza dalla maledizione ed affrontare una volta e per tutte lo spirito che la perseguita.

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Dopo i 258 milioni di dollari incassati dai primi due capitoli, Jason Blum, Re Mida del cinema horror, non poteva lasciarsi scappare la ghiotta occasione di realizzare un terzo capitolo di Insidious. Ed ecco così arrivare nelle sale italiane Insidious 3, un prequel che concentra l’attenzione sul personaggio della sensitiva Elise e sulla nascita del team di acchiappa-fantasmi che poi guiderà insieme a Tucker (Angus Sampson) e Specs (Leigh Whannell). Un’idea accattivante e soprattutto uno stratagemma intelligente per approfondire il personaggio di Elise, vero e proprio must della saga creata da James Wan nel 2010 e punto di forza di questo terzo capitolo. Un capitolo che purtroppo funziona poco proprio quando sposta l’attenzione dalla sensitiva Elise alla “protagonista” e ai suoi amici e spasimanti, che si limitano a fugaci apparizioni senza avere alcun ruolo nella storia. Ma non è solo un problema di personaggi che infesta Insidious 3.

Il problema principale di questo atteso terzo capitolo è l’eccessivo taglio teen dato da Whannell alla pellicola. Insidious non è Scream e l’umorismo alla Wes Craven appare fuori luogo in un film che parla di fantasmi; come appaiono fuori luogo le uscite da Expendabelle di Elise, le continue ingessature di Quinn ed il finale tendente al romantico. Ma un calo rispetto ai primi due capitoli era inevitabile visto il cambio di regia Whannell/Wan, l’Altrove analizzato già a fondo nella storia della famiglia Lambert e le ovvie difficoltà di tornare per la terza volta a raccontare sempre la stessa storia. Dopotutto Insidious 3 ha anche molti aspetti che funzionano bene come l’ottima confezione delle scene, i meccanismi narrativi intriganti nella loro imprevedibilità e le sempre inquietanti musiche di Joseph Bishara, capaci di far sobbalzare lo spettatore più volte sulla sedia. Punti di forza di un terzo capitolo tanto divertente quanto spaventoso, che apre le porte dell’Altrove ad un sicuro quarto film che già non vediamo l’ora di vedere.

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