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Jennifer Lawrence: l’attrice del futuro. Dagli esordi ad Una Folle Passione
Nuovamente al cinema con il suo nuovo progetto dal titolo Una folle passione, diretto dalla regista Susanne Bier, Jennifer Lawrence è considerata da molti l’attrice del futuro, “Una giovane, bella regina dei film indipendenti, che può anche essere, senza alcun problema, protagonista di un action franchise dalle vendite stellari.” In questo nuovo film la Lawrence recita al fianco di Bradley Cooper, che qui ne interpreta il consorte.
Tratto dall’omonimo romanzo, scritto da Ron Rash ed edito in Italia da Salani, Una folle passione racconta la storia di un amore talmente forte da trasformarsi in follia, di un sentimento esagerato che ben presto si trasforma in una vera e propria ossessione. Ambientato alla fine degli anni ’20, sullo sfondo delle montagne del North Carolina, la pellicola ha come protagonisti George e Serena Pemberton, due giovani neosposi, bellissimi ed innamorati. Qui la Lawrence interpreta Serena, una giovane donna forte, passionale e senza alcuna paura: supervisiona i taglialegna, dà la caccia ai serpenti a sonagli e salva addirittura la vita ad un uomo in mezzo alla natura selvaggia. Forti e consapevoli dell’ascendente e del carisma che entrambi esercitano sugli altri, i Pemberton non permettono a nessuno di ostacolare il loro folle amore e le loro forti ambizioni, ma quando Serena scopre il passato segreto del marito George, la loro unione passionale incomincia a cambiare trasformandosi in altro, facendo presagire così un epilogo decisamente drammatico.
A soli 22 anni Jennifer è, al momento, l’attrice più richiesta e famosa di Hollywood, con un Oscar appena vinto e numerosi ruoli da protagonista alle spalle, interpretati con grande successo, come quello in Hunger Games e X-Men. La Lawrence è diventata così, a tutti gli effetti e in breve tempo, l’attrice giusta nel film giusto, ma soprattutto al momento giusto. Sono numerosi infatti i registi che pare vogliano lavorare con lei almeno una volta nella vita e lo stesso David Glasser, COO della Weinstein Company, ha recentemente affermato: “…che si parli di un attore o di un’attrice o di un regista o di uno studio, penso che chiunque, in questo momento, voglia trovare il nuovo grande progetto adatto a Jennifer Lawrence.“La sua prima audizione cinematografica fu quella per il ruolo di Bella in Twilight, andato poi a Kristen Stewart, mentre il suo primo, grande, vero progetto cinematografico realizzato fu invece Winter’s Bone, il coraggioso film indipendente del 2010, nel quale Jennifer interpretò un’adolescente tosta e forte, che si prendeva cura dei suoi fratelli minori, abbandonati dal padre, e di una madre affetta da una grave malattia mentale. In questo film la Lawrence recitò praticamente in ogni scena, entusiasmando all’epoca i critici che videro la pellicola, ottenendo così, già al suo primo lavoro cinematografico, la sua prima nomination all’Oscar. “C’era qualcosa nella sua audizione e nel modo in cui era capace di trasmettere il peso dell’avere la famiglia sulle sue spalle. Non è neanche qualcosa che puoi davvero interpretare.” affermò in quell’occasione Paul Schnee che, insieme a Kerry Barden, era stato il responsabile del cast proprio per quel film. Quando Lionsgate annunciò invece la realizzazione del nuovo progetto legato all’adattamento cinamatografico della trilogia di Suzanne Collins, Hunger Games, Jennifer Lawrence fu sin da subito la favorita per interpretare il ruolo della protagonista. Ma Gary Ross, che aveva l’arduo compito di scrivere la sceneggiatura e dirigere Hunger Games, sembra che in un primo momento non l’avesse ancora notata nè vista mai recitare. La decisione finale infatti arrivò solo nei tre giorni in cui Ross fu costretto a riscrivere alcune battute legate alla sceneggiatura del film di Jodie Foster, The Beaver, nel quale Jennifer interpretava la fidanzata di Anton Yelchin.
“Solo guardando quel film più e più volte continuavo a dire Chi è quell’attrice? e non potevo credere a quanto talento avesse.” dice lo stesso Gary Ross che definisce la sua decisione finale di prendere Jennifer Lawrence per il ruolo di Katniss “…la più facile che avessi mai dovuto fare.” “Non c’era praticamente neanche da fare una scelta. Mi sentivo soltanto fortunato che esistesse un’attrice con quel talento in quel momento, per quel film. È così che mi sentivo. Ricordo di aver detto a quelli di Lionsgate, quando stavamo decidendo il cast, Guardate, una così arriva solo ogni 10 anni. Quando qualcuno entra nella stanza con quel tipo di talento, ti lascia KO sulla sedia.” I film d’azione sono da sempre stati un genere cinematografico particolarmente adatto per essere girato dagli uomini, mentre le donne hanno sempre avuto il dominio del genere più remunerativo e disponibile per loro, ovvero le commedie romantiche. Fino a vent’anni fa era praticamente impossibile ed impensabile che una donna, un’attrice, pur quanto brava e di talento, bellissima e richiesta dal grande cinema internazionale, potesse mai girare una pellicola d’azione o un franchise da centinaia di milioni di dollari, facendo ruotare qualsi tutto l’interro film su una protagonista di sesso femminile, perchè le donne al cinema sono sempre state pensate e considerate più adatte per girare film delicati, pieni di passione e sentimento romantico.
Da qualche anno però le cose sono decisamente cambiate e molte case di distribuzione e registi, visti anche i talenti che ci sono in giro, tra i quali anche quello della Lawrence, hanno deciso di cambare decisamente rotta e affidare ruoli prettamente maschili, di forza e d’azione, anche ad attrici femminili, molte delle quali diventano anche protagoniste di un intero film. Ecco che nel 2010 Angelina Jolie, che aveva già interpretato Lara Croft e Mrs. Smith, porta al successo anche Salt, un thriller d’azione inizialmente pensato e scritto per Tom Cruise. Cambia quindi totalmente il panorama dei film d’azione e il modo di rappresentarlo, oggi infatti le eroine di questo genere di film non sono più donzelle deboli e in evidente difficoltà, ma sono toste, coraggiose, forti, combattive e non si arrendono, basti pensare ad alcuni titoli famosi come: La Ragazza Con Il Tatuaggio del Drago, Brave – Ribelle o Biancaneve e il Cacciatore.
Così quando Jennifer Lawrence ottenne il ruolo di Katniss nel 2011, divenne improvvisamente non solo il volto della nuova Giovanna D’Arco del romanzo di Suzanne Collins, ma una vera e propria testimonial, in quanto rappresentò, da quel momento in poi, il volto di colei che stava riportando al botteghino il potere delle donne. Tra i numerosi film da lei interpretati in questi primi anni di carriera ricordiamo anche i ruoli in: My Super Sweet 16, del 2007, Monk, la sua partecipazione alla serie tv Cold Case, del 2007, The Poker House, del 2008, la serie tv Medium, del 2007 e Like Crazy. Gary Ross non è stato però il primo a scoprire il talento di Jennifer Lawrence sul set e ad adattarlo poi alla realizzazione di un blockbuster, Matthew Vaughn infatti, regista di X-Men: L’Inizio, l’aveva già scelta per interpretare la versione giovane di Mystique, la mutante dalla pelle blu interpretata poi da Rebecca Romijn nella trilogia originale. Nonostante in questo film Jennifer non fosse la protagonista e il suo personaggio fosse secondario, fece immediatamente ed ugualmente un’ottima impressione sul produttore Bryan Singer, che in quell’occasione la scelse per un suo film, dichiarando: “C’era una scena che stava girando e ho subito notato che non aveva nessun problema a dire quello che pensava, ed era divertente. Non penso che Jennifer sia spaventata da qualcosa o da qualcuno. Sarei sorpreso di sapere che lo sia mai stata. È una delle persone con più fiducia in se stessa che io abbia mai incontrato in vita mia, ma ha ragione. Ha il talento dalla sua.“
In Evidenza
Alien: Romulus guarda al passato | Ecco perché
Oggi arriva nelle sale italiane Alien Romulus, scopriamo il motivo per cui potrebbe essere decisamente migliore rispetto agli altri capitoli della longeva saga fantascientifica.
Ci sono voluti 5 film, 45 anni e 2 crossover con Predator per arrivare a questo Alien Romulus dopo il pioniere del 1979, ma forse ce l’abbiamo fatta. C’è chi ama Aliens di Cameron, chi il terzo di Fincher ma nel cinema spesso e volentieri, e qui di gran lunga, il primo amore non si scorda mai. Cunicoli bui, sudiciume, atmosfere claustrofobiche e un’unica inquietante creatura aliena mostrata pochissimo, ecco la ricetta del capolavoro di Ridley Scott che ancora oggi non ha rivali.
Alien: il miglior film sugli alieni
Reputato giustamente, uno dei migliori film di fantascienza mai realizzati, nonché capostipite di un filone che ancora oggi cerca di essere ripetutamente nutrito, Alien di Scott ha fatto e fa ancora scuola. Com’è accaduto molte volte nel passato, il motore che tesse l’intera ragnatela narrativa è semplice, ma l’ingegno registico nel realizzare il contenuto finale, unico.
Le vicende ruotano attorno a una specie aliena costituita da feroci predatori dotati anche di una spiccata intelligenza, che si riproducono come parassiti annidandosi nei corpi di altri esseri viventi provocandone di conseguenza la morte.
Da qui, lo sceneggiatore Dan O’Bannon in scrittura e Scott sul set, misero a disposizione dell’allora incognito successo, ogni loro geniale intuizione al fine di realizzare qualcosa di mai visto prima. Dagli animatronics al make-up prostetico fino agli effetti speciali tangibili, si cercò di creare un ambiente ostile ideale attingendo a un basso budget ma tanta arguzia.
Dove si posiziona Alien Romulus
Il settimo capitolo del franchise di Alien ci viene presentato come un midquel, ossia un film ambientato cronologicamente tra il primo Alien (1979) e Aliens – Scontro finale (1986). In questa nuova oscura avventura troveremo, oltre a mandrie di facehugger, un equipaggio pronto a soccombere (ovviamente) sotto la spietata violenza della famosa specie aliena xenomorfa.
Alien Romulus è stato inoltre definito uno “stand alone”, ossia un titolo autonomo senza l’ambizione di guidare il franchise verso una nuova saga, più o meno parallela. Il suo unico obiettivo è quello di continuare a far pulsare il famoso marchio fantascientifico, provando a ravvivare la narrazione con un cast giovane, un po’ come era stato fatto con Prey in ottica Predator.
Un film potenzialmente migliore dei precedenti
Basandoci al momento su ciò che è stato condiviso dalle fonti ufficiali e dagli otto minuti in anteprima condivisi con la stampa in quel di Riccione, durante l’annuale presentazione dei listini distributivi al Ciné, pare che questo Romulus possa toccare lidi che la saga non riusciva a captare da tempo.
Si torna a quelle tinte cromatiche, a quel clima opprimente, alla reale sensazione che negli angusti corridoi di quella scatola metallica spaziale, niente e nessuno potrà salvarci. I molteplici rimandi minuziosi poi, fin dalla creazione del titolo in apertura, sembrano facilitare ulteriormente l’immersione in zone che solo il primo Alien riuscì a visitare.
La regia è inoltre un altro punto a favore, affidata al Fede Álvarez dell’ansiogeno Man in the Dark o della meravigliosa serie di AppleTv+ Calls (sia regista che ideatore). Questi prodotti, curatissimi e d’impatto, accrescono l’attesa e le aspettative nei confronti del suo apparentemente calibrassimo approccio col genere tensivo. Ridley Scott dal canto suo, non lascia navigare la barca in solitaria, posizionandosi al contrario in cima alla catena e quindi come produttore.
Non abbiamo al momento la sfera di cristallo per affermare che la nostra ipotesi diventi a tutti gli effetti realtà, ma di certo le intenzioni e le basi su cui fare affidamento ci sono tutte. Invitandovi dunque a correre al cinema da oggi 14 agosto, per tuffarvi nuovamente in quelle atmosfere che ogni amante della fantascienza brama, vi auguriamo una buona (e inquietante) visione.
News
I film di Deadpool: scene riprese dal altri cinecomics
Indiscrezioni su quello che è uno dei film più attesi in assoluto. Ecco le scene di Deadpool prese da altri cinecomic.
Con l’arrivo della stagione autunnale non solo i palinsesti TV sono attesi, ma anche i film che verranno messi in scena in questo lungo anno tutto da godere. Tra i più attesi ci sono i film Marvel destinati ai veri appassionati del cinema. Gli amanti del genere non vedono l’ora di fare una scorpacciata di quelli che sono i loro personaggi preferiti in assoluto.
Tra i personaggi più amati, oltre a quelli che tutti conosciamo ce n’è uno che si è conquistato la gloria dei riflettori, tutto grazie agli attori che lo hanno portato sul grande schermo. Stiamo parlando dei film di Deadpool. Il personaggio è stato in grado di guadagnarsi gli apprezzamenti del pubblico grazie a quelle che sono le sue buffonate. Siamo certi che molti di voi lo amano.
In queste settimane si torna a parlare proprio di lui, l’antieroe per eccellenza che però è talmente vicino a noi umani, che finisce per piacere veramente tanto al pubblico. I suoi film sono veramente esilaranti, il primo in cui ha avuto il ruolo da protagonista è stato nel 2016. Alcune delle scene sono ancora oggi veramente memorabili.
Nei film di Deadpool sicuramente non sono pochi i richiami al fumetto originale o ad altri film in cui era solo un personaggio marginale. Scopriamo allora quali sono le scene più fedeli a quelle storiche.
Le scene di Deadpool prese da altri cinecomic
Deadpool ha debuttato per la prima volta sul grande schermo in X-Men Origins: Wolverine, dove però non fece un gran figurone perchè troppo lontano da quello che era il personaggio di partenza.
Poi però si è rifatto, conquistando gli apprezzamenti del pubblico. Il film che lo ha visto letteralmente fiorire è stato, appunto, quello del 2016, in cui era il protagonista.
Da buon antieroe per una volta voleva la scena tutta per se. Ovviamente con il passare del tempo, quella linea su cui il personaggio solista è nato è stata mantenuta, creandone il vero successo.
Le scene che hanno fatto la storia del personaggio
Direttamente dai fumetti è presa la storia di come il personaggio sia nato, ovvero curando con una serie di sperimentazioni il suo cancro, che però lo ha lasciato per sempre deturpato.
La scena della pizza all’ananas è anch’essa ripresa dalla storia originale di questo personaggio. Se la scena della pizza all’ananas ha fatto storia, figurarsi quella della disastrosa missione a capo degli X-force.
Potremmo poi citare il periodo di prova con gli X-Men presente di Deadpool 2, ma anche lo scontro e incontro tra Colosso e Juggernaut. Insomma, un film che merita di entrare letteralmente nella storia cinematografica del genere.
In Evidenza
5 disaster movie da vedere se ti è tornata la voglia dopo Twisters
Chi più riuscito chi meno memorabile, i film appartenenti alla categoria del “disaster movie” hanno sempre avuto un unico obiettivo principale: spettacolarizzare la catastrofe.
Molto spesso prodotti con alti budget e appoggiati sulla star di turno a tirare le redini dell’avventura, sono sviluppati essenzialmente per regalare intrattenimento da pop-corn e Coca Cola. Negli anni, molti di essi hanno anche subito una sorta di contraccolpo da esubero, ossia quella dinamica che s’innesca quando la voglia di guadagno supera la creazione di idee. Il fascino istantaneo dunque si è sommato alla mancanza di vere motivazioni, portando all’esaurimento immediato della sua intensità. Questo a differenza invece di cult nati decenni fa e rimasti ancora oggi punti saldi del genere.
I disaster movie possono essere essenzialmente di tre tipologie: quelli che cercano di prevenire la catastrofe (qualunque essa sia), quelli che ci entrano dentro e quelli che ne elaborano le conseguenze. Oggi proviamo a toccare tutti i sottoinsiemi, tracciando un elenco di cinque visioni da recuperare prima o dopo aver goduto del nuovo Twisters, arrivato da pochi giorni nelle sale.
Armageddon (1998)
Divenuto in brevissimo un titolo iconico per una generazione intera e non solo, vede Michael Bay al timone di un film spettacolare seppur narrativamente poco solido. Come abbiamo detto però, non è di certo il fulcro principale l’essere logici in questo sottogenere, ciò che più importa è sbalordire e Armageddon lo fa. In secondo luogo poi la medaglia da attribuirgli è la semplice ma funzionante capacità di esondare empatia. Grazie anche al brano I Don’t Want to Miss a Thing degli Aerosmith, la storia romantica tra Grace e A.J. (alias Liv Tyler e Ben Affleck), a cui gravitano attorno giganteschi asteroidi e un agguerrito Bruce Willis che tenta di contenerli per salvare il pianeta, ha fatto senza dubbio emozionare milioni di persone.
Deepwater (2016)
Siamo ancora una volta in lotta per la sopravvivenza (come sempre d’altronde nei disaster movie), ma questa volta ci troviamo in mare aperto e la star di turno è Mark Wahlberg. La trama, basata su articoli di cronaca, prevede l’esplosione di una piattaforma petrolifera nel mezzo dell’oceano con la conseguente e irreparabile devastazione ambientale. Alla regia abbiamo Peter Berg che sceglie di mostrarci il quadro completo, in primis crea il contesto pre-disastro poi affida una buona parte all’evento e tutta la sua violenza, e infine cerca di tirare le somme. Non un cult, non uno dei migliori film catastrofici mai fatti, ma di piacevole fruizione, pertanto da citare, proprio perché non lo fa mai nessuno.
Con Air (1997)
Simon West
, su sceneggiatura di Scott Rosenberg, dirige Nicolas Cage in una delle sue più pompose e muscolari performance. A metà tra l’action e il thriller naviga questo Con Air, un film dove la necessità primaria è contrastare un’enorme sovversione di potere per evitare la catastrofe. Siamo in aria, su un aereo pieno di detenuti e una conseguenza inevitabile: il dirottamento. Meno male però che all’interno del velivolo si trova anche questo condannato buono, ovviamente Cage, che ha l’unico obiettivo di tornare a casa da sua moglie e sua figlia.
La società della neve (2023)
Sorprendente e davvero intenso il film di chiusura dell’80ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, riesce a coinvolgere dal primo all’ultimo minuto. Impreziosito dalle musiche di Michael Giacchino e inquadrato dall’ormai sapiente mano di Juan Antonio Bayona, fonda le sue origini sull’omonimo libro di Pablo Vierci adattato però su sceneggiatura da Bayona stesso, in collaborazione con altre tre menti. Il film racconta il disastro aereo delle Ande del 1972, o meglio elabora le conseguenze. Ciò che più colpisce è lo scarto a cui si aggrappa per regalare allo spettatore importanti riflessioni umane. Tutto ondeggia sui conflitti interiori e i traumi di questi 16 sopravvissuti allo schianto. La pellicola è stata anche selezionata per rappresentare la Spagna ai premi Oscar 2024, nella sezione Miglior film internazionale.
Twister (1996)
E per finire, non potevamo non citare ovviamente il cult grazie al quale è nato il reboot presente ora nelle sale. Twister è in primis un’avventura cosparsa di vorticosi tornado, che ha di certo segnato gli anni 90 cinematografici. Diretta da Jan de Bont e basata su un’idea di Michael Crichton e Anne Marie-Martin, si affidò ad una messa in scena caratterizzata dall’ampio utilizzo di effetti speciali (anche molto avanzati per l’epoca). Allo stesso tempo però si mostra anche come un perfetto cocktail di azione tensiva e sottotrama romantica, elementi che hanno contribuito a sigillare in 113 minuti un progetto d’intrattenimento funzionante per un vasto pubblico. Nel 1996 il critico statunitense Roger Ebert descrisse il film con parole che possono perfettamente identificare il genere “disaster” tutto. “Vuoi vedere un film spettacolare, catastrofico e sciocco? Twister fa per te. Vuoi ragionarci sopra? Pensaci due volte prima di vederlo.”
Eccoci qua dunque a tirare le somme di un articolo che ci auguriamo sia riuscito a condensare in cinque titoli, lo spettro globale del sottogenere in questione. Disastri in aria, acqua, terra, neve e spazio, alcuni dedicati a trovare una soluzione conseguente, altri che provano ad evitare il peggio, ma ognuno meritevole di essere recuperato.
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