Connect with us

Speciali

La stampa estera su Youth – La Giovinezza: “Un vincitore totale”

Published

on

E’ tempo di fare due conti e trarre il bilancio dell’ultimo anno trascorso per Paolo Sorrentino. Dopo il pluripremiato La grande bellezza che lo ha visto assurgere a regista di fama ormai internazionale, dopo una sfilza di lungometraggi da sempre riconosciuti dal grande pubblico e da quello più esperto in materia, Youth – La giovinezza è il nuovo capolavoro approdato sugli schermi italiani e non, che ha reso il nome del cineasta nostrano un luminoso punto di riferimento nel firmamento delle star orbitanti intorno al mondo del cinema. E in effetti, quello che Youth porta sulla scena è un vero e proprio resoconto di una vita sospesa tra dilagante apatia ed eccessiva gioia di vivere, alla ricerca di una giovinezza che i due vecchi protagonisti sembrano ormai aver perduto per sempre e che, tuttavia, continua ad aleggiare tutt’intorno, agendo da specchio riflettente di passioni, memorie e fragilità. Fred e Mick sono, insomma, due facce di una stessa medaglia rovinata dal tempo, ma che non ha perso il proprio valore e anzi, tenta di riconquistarlo sino alla fine tra angosce, attese e segreti fino all’estrema risoluzione finale.

y2

Tornata da Cannes a mani vuote, la pellicola si è comunque consolata al botteghino dove ha battuto persino il famigerato reboot di Mad Max in quanto ad incassi. Avevamo già parlato nella nostra recensione di quanto quest’ultima perla sfornata dal regista napoletano rappresenti in fondo la summa dei temi e degli stilemi più ricorrenti all’interno della sua produzione filmica, e del senso onirico che accompagna lo spettatore per centodiciotto simbolici minuti. Ma cosa ne pensa la stampa internazionale? Grazie a Twitter e a altri super-efficienti social networks, divenuti al giorno d’oggi il mezzo di comunicazione più rapido ed efficace per esprimere il proprio parere su qualsiasi cosa, giornalisti di tutto il mondo si sono espressi in merito.

Dagli USA arrivano i complimenti più sfegatati, elargiti da diversi magazines. Tra i più conosciuti vi sono senz’altro LA Times, che definisce il film “un vincitore totale, divertente, filosofico ed anche commovente” (S. Zeitchik), Variety che caldamente conferma Youth come una delle pellicole più controverse e probabilmente più meritevoli in gara al festival cinematografico francese (P. Debruge) accolta da un mix di applausi e fischi di disapprovazione ma prevedibilmente splendido (J. Chang). Vanity Fair suggerisce a Sorrentino che “quando ogni scena si dimostra straordinaria, non ha più senso esprimere un giudizio” (J. Hoffman), mentre Indiewire paragona il lungometraggio italiano al celebre Sils Maria di Assayas, completo di Michael Caine e Harvey Keitel al loro meglio. Anche AP si pronuncia a favore di un Sorrentino che mette in scena la solita abbagliante e spiritosa sinfonia di senescenza, morte e musica, carica di grande bellezza (J. Coyle), e Hollywood Elsewhere definisce il suo stile divertente, scenico, squisito (J. Wells).

y4

Seguono a ruota Francia e Regno Unito: Le Figaro, Les Echos, Telerama, Le Parisien concordano tutti sulla grandezza della pellicola. Le JDD inneggia alla grazia infinita e all’emozione devastante del regista, dichiarando la nuova opera più potente de La grande bellezza (S. Belpêche), 20 minutes lo definisce strambo, sensibile ed elegante (S. Leblanc), Metro sospira una bella commedia umana, tra serietà e inutilità, tinta di raffinatezza, che prova che la giovinezza non ha età (M. Omaïs); e ancora il Times lo elegge tra i preferiti in questa edizione di Cannes (K. Muir), il Telegraph pur con qualche riserva ne elogia i lampi d’arguzia (R. Collin) e ne apprezza l’argutezza e la pungente ironia (P. Yeung). Total Film si sofferma sulla tristezza, sulla tenerezza, sull’humor e soprattutto sulla compassione, definendolo un vero e proprio k.o. visivo (J. Graham).

Reazioni positive giungono anche dall’Olanda e dalla Norvegia – rispettivamente su Het Parool e sul Dagbladet – così come dall’australiano The Sun-Herald che definisce il lavoro di Sorrentino una bizzarria seducente a vista (E. Gibbs) e dal canadese Toronto Star che sulla scia delle riviste statunitensi paragona la pellicola a Sils Maria in nella classica e strabiliante dicotomia della vita (J. Howell). In definitiva, Youth si conferma quindi un capolavoro che andrà ad ingrossare le fila di quel cinema d’autore di cui possiamo senz’altro far vanto anche all’estero, nell’attesa di un nuovo gioiello che riesca, come finora hanno dimostrato di saper fare le opere di Sorrentino, a non deludere le aspettative.

Speciali

La scena peggiore della trilogia di Batman di Christopher Nolan

Published

on

Ecco qual è la scena peggiore della trilogia di Batman di Nolan

Batman Newscinema.it

Vediamo insieme qual è stata per il web la scena peggiore della trilogia di Batman di Christopher Nolan. Vi diciamo solo che c’entra un cattivo e sicuramente il padre non ne sarebbe per niente fiero.

Ecco qual è stata la scena peggiore che appare nella trilogia di Batman ideata da Christopher Nolan che ha scioccato tutti i fans. Non c’era quello stile subdolo che ci si aspetta da un villain, per questo la sua performance ha deluso molto, anche perché suo padre aveva molta più grazia pur essendo stato un cattivo peggiore.

A prescindere da questo, il mondo che Nolan ha costruito attorno a Batman è stata considerata la visione migliore di tutti, sul super eroe alato, in quanto c’era tutto quello che ci si aspetta dall’uomo pipistrello secondo la storia dei fumetti. Poi vabbè non aver trovato più il grande Heath Ledger, nei panni di Joker, è stato un duro colpo per tutti.

Se ti piacciono il cinema, le serie tv e i viaggi iscriviti al canale YouTube MADROG CINEMA, clicca qui.

La trilogia più vista di sempre

Cristopher Nolan ha dato alla luce una trilogia di tutto rispetto, amata tutt’ora nonostante siano passati molti anni dall’uscita dell’ultimo capitolo della saga, incentrata su uno dei super eroi più amati di sempre, cioè Batman. Di film basati su questo personaggio dei fumetti DC Comics ne sono usciti molti, ma la storia che si assapora in questa serie, è qualcosa di eccezionale in quanto c’è la dose giusta di tutto, dolore, vendetta e speranza.

Questa trilogia è composta da Batman Begins, uscito nel 2005, Il cavaliere oscuro uscito nel 2008 e infine Il cavaliere oscuro – il ritorno uscito nel 2012. Tra i vari nomi del cast che sono comparsi nelle varie pellicole, sicuramente i protagonisti indiscussi restano Christian Bale, Michael Caine, Liam Neeson, Katie Holmes, Gary Oldman, Morgan Freeman, Heath Ledger e molti altri.

La storia che segue le vicende dell’uomo pipistrello impegnato a mantenere segreta la sua identità quando non indossa i panni di Batman, mentre cerca di tenere al sicuro Gothma City dai vari villain della storia, ha vinto diversi premi e riconoscimenti, regalando al regista notevoli soddisfazioni.

La morte di Talia al Ghul è la scena peggiore di Batman di Nolan

La morte di Talia al Ghul Newscinema.it

La scena peggiore per molti è una sola

La trilogia di Batman di Christopher Nolan come vi abbiamo raccontato è stata una delle storie più belle e seguite di sempre per quanto riguarda il super eroe mascherato. Ovviamente come in tutte le cose ci sono due lati della medaglia, questo franchise non è stato solo idolatrato, ma è stato anche ampliamente criticato per alcune sequenze che proprio non sono piaciute. Tra queste però ce né stata una in particolare, considerata una delle scene peggiori di questa storia.

Stiamo parlando della morte della villain, Miranda Tate alias Talia al Ghul di Marion Cotillard, figlia dell’altrettanto cattivo, Ra’s al Ghul. Per molti, la scena della sua morte proprio non è piaciuta, in quanto non c’è stata quella dose di eleganza che suo padre ha mostrato durante la sua di dipartita. È stata per molti una sequenza piatta, non all’altezza del film, semplicemente lei è morta e Batman può continuare la sua missione di salvataggio, disattivando quella bomba senza lei come “spina nel fianco”. Dopo aver riportato il pensiero della maggioranza, voi cosa ne pensate? Siete d’accordo anche voi?

Continue Reading

Speciali

Spider-man: Across the Spider-verse | Cosa significa il cliffangher finale per il futuro del franchise

Published

on

Spider-man: Across the Spider-verse | Newscinema.it

Spider-Man: Across the Spider-Verse si conclude con un grande cliffhanger. L’intenzione di dividere il film in due parti è sempre stata chiara, fin dall’annuncio del progetto nel 2019.

Tuttavia è stato comunque uno shock per la maggior parte degli spettatori vedere Spider-man: Across the Spider-verse finire in quel modo, con una rete piuttosto intricata di intrighi. Dopo che Miles Morales (Shameik Moore) apprende da Miguel O’Hara (Oscar Isaac) che il ragno che ha trasformato Miles in Spider-Man proviene da un altro universo e che suo padre Jefferson (Brian Tyree Henry) è destinato a morire, torna a casa sua per cercare di salvare la situazione.

Solo che non è nel suo universo, ma sulla Terra-42, la realtà da cui è venuto il ragno. Lo zio Aaron (Mahershala Ali) è sopravvissuto in questo universo e Jefferson è morto. Across the Spider-Verse rivela che non solo la Terra-42 ha un suo Miles Morales, ma che è diventato Prowler invece di Spider-Man.

Se ti piacciono il cinema, le serie tv e i viaggi iscriviti al canale YouTube MADROG CINEMA, clicca qui.

Deve pensarsi Gwen a salvare il mondo?

Con Miles lontano da casa e catturato dalla versione di se stesso nell’universo alternativo, tocca a Gwen (Hailee Steinfeld) salvare la situazione con vecchi e nuovi amici. Il finale in stile Empire Strikes Back si conclude con Gwen che raduna le truppe dall’altra parte: Pavitr Prabhakar aka Spider-Man India (Karan Soni), Hobie Brown aka Spider-Punk (Daniel Kaluuya) e Margo Kess aka Spider-Byte (Amandla Stenberg) — insieme ai volti di ritorno di Into, tra cui Peter B. Parker (Jake Johnson), Peni Parker (Kimiko Glenn), Peter Porker aka Spider-Ham (John Mulaney) e Spider-Man Noir (Nicolas Cage) per salvare Miles e fermare The Spot (Jason Schwartzman) dal distruggere il mondo.

L’evento dello Spider-verse

Ma il finale strabiliante non è nemmeno l’idea più intrigante che Across presenta. Durante una sequenza espositiva sfacciatamente identificata, Miguel introduce il concetto di evento “canonico”, un evento predeterminato che si verifica in ogni Spider-Verse. Fondamentalmente, questi eventi canonici corrispondono a pietre miliari significative nella storia dell’editoria di fumetti di Spider-Man.

Quello al centro di Across riguarda la Morte del Capitano Stacy, definita da Miguel come ASM90, che corrisponde al numero 90 di Amazing Spider-Man, in cui il Capitano Stacy muore allontanando un bambino dalla caduta di detriti. Mentre Miguel lo mostra, si svolgono dozzine di casi della morte del Capitano Stacy, inclusi i pannelli del fumetto stesso e persino il momento live-action di The Amazing Spider-Man di Andrew Garfield.

Tutti sono Spider-man

Miguel afferma che ogni rispettivo capitano nella vita di Spider-Man (Stacy o altro) morirà e, considerando che Jefferson è appena stato promosso, è in pericolo, a meno che Miles non riesca a fermarlo. Tuttavia, se Miles sfida la sorte, il suo mondo potrebbe destabilizzarsi, provocando una domanda sul fatto che valga la pena salvare una persona a rischio di dozzine. A Miles, naturalmente, non piace l’idea di dover scegliere. Quell’idea, unita all’idea di essere un “falso” Spider-Man, è un’evoluzione importante dell’ideologia “Chiunque può indossare la maschera” del primo film.

Mentre aspettiamo di vedere Beyond, Across the Spider-Verse introduce l’idea che questi particolari film di Spider-Man siano racconti di tutte le storie di Spider-Man. Se eseguita correttamente, quella meta-narrativa offre un’inebriante esplorazione di ciò che ha reso popolare l’amichevole eroe di quartiere per così tanto tempo e una storia che arriva con l’ambizione di un multiverso.

Continue Reading

Speciali

5 film da vedere per vincere la paura del buio: spegnete la luce!

Published

on

The Boogeyman

The Boogeyman – Newscinema.it

Avete visto il nuovo The Boogeyman al cinema? In occasione dell’uscita abbiamo voluto realizzare un video con alcuni consigli di film che affrontano la paura del buio. Li avete visti tutti?

Con il termine “Acluofobia”, dal greco Aclus, si intende la forte paura del buio e degli ambienti oscuri che ha ispirato molti film e serie tv nel corso degli anni. Dall’1 Giugno al cinema c’è The Boogeyman, il nuovo film in cui una famiglia si ritrova ad affrontare una creatura inquietante e minacciosa dopo aver vissuto un grande dolore.

Diretto da Rob Savage, The Boogeyman è basato sul racconto breve di Stephen King e nel cast troviamo Sophie Thatcher, Chris Messina, Vivien Lyra Blair e David Dastmalchian. Questo film ci ha fatto venire in mente altri titoli che hanno affrontato la paura del buio, in un modo o nell’altro e in questo video qui sotto li condividiamo con voi così se volete recuperarli potete prendere appunti, Buona visione!

La paura del buio al cinema

Il buio nasconde sempre qualcosa di inquietante e pericoloso al cinema. Basti pensare al cult The Others o Al Calare delle Tenebre, piuttosto che al The Boogeyman del 2005 o Non avere paura del Buio scritto da Del Toro. Sono tanti i film sull’argomento ma ne abbiamo selezionati alcuni che potrebbero aiutarvi a superare questa paura o alimentarla magari.

Se vi va poi fateci sapere altri film che vi vengono in mente sull’argomento e se questi li avete già visti e vi sono piaciuti. Potete commentare direttamente il video sul canale YouTube MADROG CINEMA e se non siete iscritti fatelo, basta un click e sarete avvisati ogni volta che pubblichiamo qualcosa di nuovo, sempre a tema cinema, serie tv o viaggi. Tutto gratuito!

Continue Reading

iscriviti al nostro canale YouTube

Facebook

Recensioni

Popolari