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La storia del Burlesque, dal palcoscenico al cinema
Potremmo definire il Burlesque un mix di seduzione ed ironia, che convivono perfettamente tra loro, dando vita ad una forma d’arte tutta al femminile che è, al tempo stesso, leggera e sofisticata ma mai banale, caratterizzata anche da una punta di esibizionismo e da un gusto estetico particolarmente retrò. La parola Burlesque deriva invece dal francese e il suo suono richiama molto il termine italiano burlesco e quindi si lega e fa riferimento al termine burla, il cui significato è quello di scherzo irriverente, uno scherzo giocoso ma simpatico, fatto, appunto, con grande ironia. Le origini di questa nuova forma d’arte risalgono all’Inghilterra dell’800, già all’epoca infatti, esisteva un genere di spettacolo basato proprio sull’ intrattenimento sensuale e malizioso, che per alcuni aspetti richiamava molto la tecnica del soft-streaptease, anche se nel Burlesque il nudo non è mai del tutto integrale ed è sempre caratterizzato da una verve parodistica, che alla fine dà vita ad una femminilità del tutto nuova e particolare, autentica, creativa e sicuramente fuori dagli schemi.
Il Burlesque quindi nasce inizialmente come spettacolo satirico, per poi aggiungere, nel corso dei secoli, delle nuove importanti caratteristiche al suo stile, fino a trasformarsi completamente, diventando, nell’America del XIX secolo, uno spettacolo vero e proprio, molto vicino al grande varietà, caratterizzato da canzoni e da danze fatte da ballerine sempre più svestite, che alla fine dello show mettevano in scena uno spogliarello ricco di fascino e di seduzione retrò. I primi spettacoli di Burlesque furono quelli americani di Broadway, che nonostante l’iniziale scandalo fecero in seguito numeri da capogiro, divenendo a tutti gli effetti un fenomeno di massa. Tra gli show più famosi The Black Crook è il più ricordato in assoluto, per l’esibizione di alcune ballerine che si mostravano in succinte calzamaglie, e poi Ixion, messo in scena dalla compagnia inglese British Blondes di Lydia Thompson, che fu lo spettacolo più chiacchierato e più visto a New York in quell’epoca. A questo tipo di spettacolo si aggiunse poi anche la danza del ventre, grazie alla Chicago World’s Columbian Exposition del 1893, con l’esibizione della ballerina armena Little Egypt, che infiammò completamente la platea con la sua esibizione e con la sensualità dei suoi movimenti.
In questo primo periodo le ballerine di burlesque erano poco vestite, ma non si spogliavano mai del tutto, l’aggiunta dello striptease come novità arrivò solo in seguito e si racconta che addirittura avvenne per caso. Nel 1917 infatti, durante uno spettacolo dei fratelli Minsky, considerati i Re del Burlesque, si esibì una ballerina di nome Mae Dix, che durante un’esibizione, a causa di un incidente tecnico, perse in scena gran parte del suo abito. Il pubblico fu completamente entusiasta e quell’ incidente di percorso diventò poi parte integrante dello spettacolo. La stampa però non fu mai dalla parte del Burlesque, scagliandosi sin dall’inizio contro questa nuova forma di spettacolo ritenuta peccaminosa, ma questo contribuì ad aumentarne il successo, anche se la legge riuscì comunque a chiudere tutti i Burlesque di New York, a partire dalla metà degli anni ’20 e per tutto il decennio successivo, e tutti i teatri che fino ad allora erano stati utilizzati per gli spettacoli del Burlesque vennero trasformati in semplici cinema. Gli unici “luoghi” in cui comparivano ancora tracce di Burlesque furono le riviste maschili più osé, che continuarono a mostrare le famose signorine, anche se solo su carta. Negli anni ’60 nacquero invece i go-go club, dei locali in cui si esibiva un intero corpo di artiste, sul modello delle Folies Bergère, ma quelli erano ormai i tempi della liberazione sessuale e ben presto sarebbe nata la pornografia, fu così infatti che in pochi anni il pubblico preferì ai casti burlesque le novità sfacciate proposte dai film a luci rosse. Dal 1965 in poi le cose cambiarono definitivamente e il Burlesque venne considerato solo un reperto del passato.
Da qualche anno abbiamo assistito però alla rinascita e alla riscoperta del Burlesque, riproposto in una versione totalmente nuova e contemporanea e proprio per questo definito Neo Burlesque o New Burlesque, per distinguerlo da quello che aveva caratterizzato invece gli anni della Golden Age. Nel New Burlesque le esibizioni prendono come punto di riferimento quelle degli anni ’20 ’30 e ‘40, trasformandole poi in vere e proprie parodie, partendo dalla musica per poi arrivare ai vestiti e agli accessori. L’attenzione quindi è maggiormente rivolta, in questo caso, all’aspetto scenografico e allo spettacolo e non più alla nudità fine a se stessa, facendo del Burlesque una vera e propria arte seduttiva. Negli ultimi anni il Burlesque è diventato anche un’inesauribile fonte di ispirazione per il cinema, per il teatro, per lo spettacolo e per la danza, influenzando anche il look e l’abbigliamento di molte donne. Sul grande schermo ricordiamo ad esempio le performance sensuali di una Cher e di una Cristina Aguilera che nell’omonimo film-musical del 2011 vestivano i panni di due ballerine di burlesque, nell’ambito dello spettacolo invece, di straordinario fascino e sensualità sono le esibizioni, osannate dal grande pubblico di tutto il mondo, dell’icona contemporanea Dita Von Teese, considerata la Regina del Burlesque, che ha fatto di quest’arte un vero e proprio oggetto di culto.
Anche il cinema italiano ha portato in scena film che hanno come tema questa nuova forma d’arte, cercando di ricrearne l’atmosfera sensuale ed ironica che ne sta alla base. E’ questo il caso di Pane e Burlesque, un film sulle donne e per le donne, una commedia esilarante ed originale, che osserva da vicino un particolare aspetto del mondo contemporaneo, caratterizzato dalla crisi economica e familiare. Interamente girato a Monopoli, Bari, Modugno e Fasano, è stato scritto e diretto dall’esordiente regista romana Manuela Tempesta, qui alla sua opera prima. “L’idea è nata circa quattro anni fa, volevo raccontare, attraverso il mondo del Burlesque e il suo immaginario, il ruolo della donna all’interno della famiglia, svelandone fragilità e potenzialità. Lo scopo è stato quello di rimarcare la capacità della donna di reinventarsi sempre e comunque, anche dinanzi alle difficoltà più insidiose. Nel film, infatti, le donne riusciranno ad affrontare la sfida della mancanza di lavoro grazie al burlesque che consentirà ad ognuna di loro di riscoprire se stessa, trasformando i punti deboli in punti di forza.”
La storia raccontata nel film ricorda molto quella di Full Monty del 1997, che narrava le vicende di un gruppo di operai disoccupati e squattrinati che per guadagnare qualche sterlina si improvvisavano spogliarellisti, ottenendo così un successo insperato. La pellicola di Manuela Tempesta ha invece una trama più articolata e variegata e focalizza la sua attenzione su un paesino del Sud, in crisi a causa della chiusura di una fabbrica. Tutto sembra andare a rotoli fino al momento in cui arriva in paese un gruppo di artiste di Burlesque, Le Dyvettes, capeggiato da Sabrina Impacciatore, che ritorna dopo vent’anni per vendere le proprietà di famiglia. Il loro arrivo scompiglia completamente la vita tranquilla dell’intera comunità, dando vita ad una serie di intrighi e vicende cariche di sensualità e di comicità. Tra le performers del gruppo spicca il talento e la femminilità dell’attrice Lodovica Mairé Rogati, scelta dalla regista proprio per la sua bravura, per la straordinaria professionalità e per la sua capacità di incarnare sulla scena la sensualità retrò tipica del Burlesque.
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Gran Turismo: tutto quello che sappiamo del film sul famoso videogioco

Gran Turismo – Newscinema.it
Gran Turismo è uno dei videogame più famosi su motori e auto da corsa. Già da diverso tempo, si sa che verrà trasformato in un film: ecco tutte le informazioni che abbiamo raccolto.
Già diversi mesi fa Sony Pictures e PlayStation Studios avevano annunciato che avrebbero prodotto un adattamento cinematografico di Gran Turismo, uno dei videogame più famosi e amati dai fan sul mondo delle gare e delle auto sportive. Ma quando uscirà esattamente, di cosa parlerà e da chi è composto il cast? Ecco tutto ciò che sappiamo.
Gran Turismo arriverà al cinema l’11 agosto 2023 e la casa di produzione ha già annunciato che uscirà solo al cinema. La data scelta è molto competitiva, dal momento che per in quelle settimane ci saranno altri film dalla tematica sportiva, come Challengers e The Last Voyage of the Demeter.

Jann Mardenborough – Newscinema.it
La trama di Gran Turismo
Ma come adattare in un film un videogame che si concentra su gare automobilistiche? Gran Turismo racconterà una storia vera, quella di Jann Mardenborough, un pilota professionista che si è avvicinato a questo ambiente proprio grazie all’omonimo videogame. La pellicola si concentrerà sulla sua adolescenza e sul suo rapporto con questo sport e il suo gioco preferito, ma ci sarà anche una storia d’amore.
Jann Mardenborough ha partecipato alla gara organizzata da Gran Turismo Academy dove ha battuto oltre novemila partecipanti, diventando il vincitore più giovane di sempre. Da qui, la sua carriera si è evoluta sempre di più e nel 2014 ha rappresentato Nissan alla Dubai 24 Hour Race.
Il trailer di Gran Turismo
Gran Turismo sarà diretto da Neil Blomkamp e scritto e sceneggiato da Jason Hall e Zach Baylin. Il trailer ufficiale è stato rilasciato a gennaio. Eccolo.
Il cast di Gran Turismo
Il cast di Gran Turismo è molto variegato e racchiude attori già famosi e altri meno. Archie Madewke interpreterà il protagonista: può vantare già diversi progetti importanti nel suo curriculum, come Midsommar – Il villaggio dei dannati e Voyagers. Ha lavorato anche in diverse serie tv, e dal 2019 al 2022 è stato Kofu in See.
Ci sarà anche David Harbour, ex stella di Stranger Things, che interpreterà l’allenatore del giovane pilota, Jack Salter. Infine, completano il cast Orlando Bloom, Geri Halliwell, Daniel Puig e Djimon Hounsou, che ha lavorato a tantissimi progetti dai generi diversi. Possiamo ricordare pellicole con supereroi come Guardiani della galassia, Shazam! e Aquaman e altri film completamente differenti, come Fast and Furious 7, A Quiet Place 2 e The King’s Man.
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Gli attori che hanno danneggiato il loro corpo per un ruolo

Tom Hanks in ‘Castaway’- newscinema.it
Ecco i film che hanno danneggiato in modo permanente il corpo degli attori: assolutamente da recuperare!
Rimarreste stupiti nel sapere quante volte gli attori sacrifichino il loro corpo per un ruolo, spesso anche a costo di riportare danni ingenti e irreparabili a loro stessi.
Gli attori che interpretano i personaggi in un film, spesso possono attraversare conseguenze e avvenimenti piuttosto intensi, sorprattutto cambiamenti che in sala sembrano naturali ma nel backstage invece c’è un percorso dell’attore abbastanza difficile come il dover cambiare da un momento all’altro stile di vita per soli 6 mesi, regime alimentare per un anno, oppure come è capitato a Mila Kunis nel Cigno Nero, dover fumare più di 2 pacchetti di sigaretta al giorno e abbassare di ben 600 calorie il suo fabisogno giornaliero per avere la silouette di una ballerina.
Molti sono gli attori che camaleonticamente sono entrati così intensamente nel loro personaggio da rimanere però seriamente danneggiati tanto che il loro corpo ne ha pagato le conseguenze. Ecco quali.
Jared Leto – Chapter 27

Jared Leto in ‘Chapter 27’- newscinema.it
Jared Leto per esempio, nel film in pochissimo tempo, tra un film all’altro ha dovuto perdere peso vertiginosamente, poi ingrassare il doppio del suo peso forma e poi di nuovo arrivare a numeri da capogiro che resentavano l’essere sottopeso.
Ovviamente cambiamenti repentini del genere il suo corpo non ha potuto reggerli e poiché per Chapter 27, il film indie in cui l’attore interpretava il killer del cantante John Lennon, ha dovuto mettere su peso velocemente, l’attore si è preso la gotta, la malattia dei reali: “Verso la fine delle riprese, uno dei problemi evidenti era il dolore che avevo ai piedi. Avevo una sedia a rotelle perché era così doloroso. Il mio corpo era sotto shock per la quantità di peso che avevo messo su. Ci è voluto circa un anno per tornare in uno stato che sembrava semi-normale. Non so se tornerò mai nello stato in cui ero fisicamente”.
Michelle Yeoh – La tigre e il dragone

Michelle Yeoh in ‘La tigre e il dragone’- newscinema.it
Non sorprende che Michelle Yeoh si sia ferita durante il film La tigre e il dragone. Con tutta l’incredibile coreografia acrobatica coinvolta, doveva esserci un passo falso e, a un certo punto delle riprese, Yeoh è atterrata male e il suo ginocchio ha ceduto.
Ha raccontato dell’esperienza, ricordando: “La prima sequenza d’azione è stata molto intensa. Stavo facendo un calcio in salto in avanti che ho fatto migliaia di volte ma ho avuto un incidente di atterraggio … Ho pensato, ‘Sto bene, posso andare avanti.’ Devi dare il massimo perché la celluloide è per sempre. Ma ho capito che era brutto quando ho girato a sinistra e la mia gamba continuava a oscillare a destra“. Si era purtroppo rotta totalmente il crociato anteriore nel ginocchio.
Tom Hanks – Castaway e Philadelphia
Tom Hanks non è necessariamente uno di quegli attori che si perde nei ruoli, ma ha raggiunto alcuni estremi. Sia in Philadelphia del 1993, in cui interpreta un avvocato affetto da AIDS, sia in Cast Away del 2000, in cui il suo personaggio è bloccato su un’isola deserta per quattro anni: per questi due ruoli Hanks ha perso molto peso.
L’attore nella fattispecie pensa che la perdita e il recupero del peso, insieme alla possibilità di essere “geneticamente inclini”, possano aver contribuito alla sua diagnosi di diabete di tipo 2. “L’aumento e la perdita di peso potrebbero aver avuto qualcosa a che fare con questo perché mangi così tanto cibo cattivo e non fai alcun esercizio quando sei pesante“, ha detto,”Ho parlato con un certo numero di attori che hanno guadagnato peso per i ruoli e solo per il puro carico fisico sulle ginocchia e sulle spalle, nessuno vuole farlo di nuovo. Penso che sia più o meno un gioco da giovani“.
Angelina Jolie – Salt

Angelina Jolie in ‘Salt’- newscine.it
In Salt, Angelina Jolie interpreta un ufficiale della CIA accusato di essere una spia russa che deve dimostrare la sua innocenza mentre è in fuga. Per prepararsi alle scene di combattimento, l’attrice ha dovuto imparare mosse miste di Muay Thai e Krav Maga, e alcune delle sue acrobazie includevano camminare su una stretta sporgenza in cima a un edificio di 12 piani e saltare da un sottopassaggio dell’autostrada su un camion in movimento. Ma è stata una scena “ridicolmente” facile, ha detto, che le ha fatto cicatrizzare permanentemente il viso.
L’attrice infatti ha rivelato che è successo durante una scena che la vedeva rotolare sul pavimento. Il suo allenatore di stuntman Simon Crane ha detto: “Durante il suo combattimento finale con Liev ha dovuto tuffarsi attraverso una porta che si apriva sparando con una pistola mentre continuava la sequenza, si è precipitata in un pezzo d’angolo di un set e ha sbattuto la testa“.
Jessica Chastain – Gli occhi di Tammy Faye

Jessica Chastain in ‘Gli occhi di Tammy Faye’- newscinema.it
Concludiamo infine con l’attrice premio Oscar, Jessica Chastain che nel film, per il quale poi l’Academy ha provveduto subito a darle tra le mani la statuetta d’oro, ha dovuto indossare sulla sua faccia, moltissima pittura per viso e tantissima colla per tutte le ore delle riprese: a suo dire, la prostatica che le ha permesso di somigliare in modo realistico alla protagonista del film biopic, le veniva fatta indossare all’alba e poi le veniva tolta a tarda sera.
Le ha stressato così tanto la pelle a causa del peso e della colla che ora la sua pelle non può più rimanere troppo tempo al sole altrimenti potrebbe seriamente danneggiarsi.
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Chi era il vero strangolatore di Boston? | La storia vera

Keira Knightley in una scena de Lo Strangolatore di Boston – Newscinema.it
Lo Strangolatore di Boston è il nuovo film prodotto da Hulu. Si ispira da una storia vera: chi si celava davvero dietro questo assassino?
Il 17 Marzo la piattaforma Disney+ ha rilasciato un nuovo film, Lo Strangolatore di Boston. Si tratta di un movie crime che porta sullo schermo la storia di un serial killer spietato che tra il 1962 e il 1964 uccise in totale tredici donne. Queste donne erano tutte diverse tra loro – l’età variava dai 19 agli 85 anni – ma avevano tutte un elemento in comune: erano state strangolate.
La vicenda colpì profondamente gli Stati Uniti, ma ancora oggi non è del tutto chiara. Alla fine fu catturato Albert Henry DeSalvo nel 1964, che confessò dopo poco tempo. Nonostante la confessione, tuttavia, l’uomo non fu condannato per gli omicidi, ma per una serie di stupri che aveva commesso in precedenza.
Questo misterioso fatto è rimasto oggetto di dispute anche negli anni a seguire – Albert DeSalvo è morto nel 1973, ucciso mentre si trovava in carcere – tanto che ancora oggi se ne parla. Il nuovo film con Keira Knightley si conclude con un finale aperto perché ancora oggi non tutti sono d’accordo sulla colpevolezza dell’uomo. Chi si celava davvero dietro allo Strangolatore di Boston?
Lo Strangolatore di Boston, c’era più di un assassino?
Lo Strangolatore di Boston accetta la versione che vede Albert DeSalvo come il non unico colpevole dei tredici omicidi che sconvolsero la città statunitense negli anni ’60. Il film termina con un finale dolce-amaro, che fa intendere che la verità non è stata del tutto scoperta. Albert DeSalvo, infatti, soffriva di evidenti problemi psichiatrici e potrebbe non aver ucciso tutte le donne di cui è stato accusato.
Nel 2013 venne riesaminato un campione di DNA di una delle vittime, Mary Anne Sullivan, che accerta che venne violentata proprio dall’uomo. Questo chiuse ufficialmente il caso, ma i dubbi non sono spariti.

Albert DeSalvo negli anni ’60 – Newscinema.it
Ci sono ancora delle cose che ancora sembrano non tornare. Non tutte le donne vennero uccise con esattamente lo stesso modus operandi e avevano età molto diverse tra di loro: le prime vittime avevano 55 e 85 anni, mentre le ultime due 23 e 19.
Per questo, anche il film diretto da Matt Ruskin accetta la teoria che ci fossero più assassini, non solo DeSalvo, almeno due. Un uomo misterioso avrebbe ucciso le donne più anziane, mentre DeSalvo si sarebbe concentrato sulle più giovani. Un altro colpevole potrebbe essere Daniel Marsh, amico di quest’ultimo. Probabilmente, la verità non si saprà mai.
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