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Santa Clarita Diet, la rivoluzione della black comedy

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Netflix continua ad essere una fucina di idee interessanti per tutti gli amanti delle serie tv. Santa Clarita Diet, l’ultima produzione originale aggiunta al catalogo (disponibile dal 3 febbraio), è un’altra serie da non perdere: una dramedy brillante, folle, adatta agli stomaci forti, e un prodotto sperimentale che coniuga alla perfezione tutti i canoni del colosso americano (la qualità e la ricercatezza).

Vera perla di diamante è la presenza di Drew Barrymore; protagonista indiscussa di questo dramma familiare sui generis, l’attrice regala al grande pubblico la sua interpretazione migliore. Alla luce dei primi due episodi, assaporati e digeriti con estrema tranquillità, sicuramente Santa Clarita Diet sarà una serie tv che farà molto rumore.

Ambientata in un piccolo sobborgo californiano, Santa Clarita appunto,  il racconto è incentrato sui coniugi Hammond, entrambi agenti immobiliari avidi, sconsiderati e con una figlia adolescente sboccata con la voglia di crescere troppo in fretta. La routine quotidiana viene interrotta da un avvenimento che sconvolge (letteralmente) i menage familiari. Senza nessuna spiegazione plausibile (almeno fino ad ora), Sheila (Drew Barrymore) affronta un drammatico cambiamento: diventa uno zombie che si ciba di carne umana. Joel Hammond (Timothy Olypant), suo malgrado, si trova costretto a custodire – con metodi poco ortodossi – lo strambo segreto della moglie. Ma un colpo di scena è dietro l’angolo e la famiglia deve nascondere anche un cadavere piuttosto scomodo.

The Walking Dead incontra Desperate Housewives

Famelico come uno zombie movie, divertente e peccaminoso come un racconto al femminile. Santa Clarita Diet  riesce a miscelare in maniera assolutamente perfetta le due anime dello show; inquietano ed incuriosiscono le strane abitudine culinarie di Sheila, e allo stesso tempo divertono ed appassionano le vicende di questo sobborgo calmo e tranquillo, dove ognuno ha dei segreti da nascondere.

Se poi a questi ingredienti vengono mescolate battute sagaci, sboccate e di stile, la serie di Netflix acquista sicuramente uno spessore in più. Ma al di là del mero intrattenimento, Santa Clarita Diet non fa altro che fotografare con un pizzico di vanità, vita, morte e miracoli della classica famiglia americana; quella annoiata, quella che ‘l’erba del mio vicino è sempre più verde’, quella che bada solo alle apparenze, rinchiusa in una vita infelice. Sottolinea le abitudini di una famiglia moderna, che pensa solo ed esclusivamente al proprio benessere economico.

La nuova frontiera della commedia nera

Ma ci sono ben altre qualità che, almeno alla luce dei primi 2 episodi, rendono tale la nuova serie di Netflix. Oltre a brillare dal punto di vista attoriale, Drew Barrymore è un’abile mattatrice che porta sul piccolo schermo un personaggio da antologia. Oltre a denunciare le abitudini della famiglia moderna, Santa Clarita Diet segna una vera e propria rivoluzione per la commedia nera. Si inaspriscono temi e situazioni, le battute diventano più incisive e i personaggi hanno caratteristiche fuori dal comune e, questa congestione con la tematica horror, rende il tutto ancora più invitante, estremamente folle ed assolutamente divertente.

Se fino a qualche anno fa la black comedy raccontava comunque storie di vita vissuta con un pizzico di sano perbenismo, oggi Santa Clarita Diet rivoluziona tutti i canoni, realizzando la prima dramedy di stile del 2017. I primi due episodi convincono e, se anche i successivi mantengono questi standard, allora Netflix rappresenta a tutti gli effetti una ventata di aria fresca per tutti i serial addicted.

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Firebrand: La rivincita della donna tra violenze di corte | Recensione

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Recensione Firebrand

Recensione di Firebrand – Newscinema.it

Review 0
2.4 Punteggio
Regia
Sceneggiatura
Cast
Colonna Sonora

Diretto da Karim Aïnouz il film storico in questione è stato presentato in concorso alla 76esima edizione del Festival di Cannes.
Girato a Haddon Hall (Bakewell) tra l’aprile e il giugno 2022 si converte in 120 minuti di durata totale e vanta come principali protagonisti Alicia Vikander e Jude Law.

Firebrand: la trama del film

Liberamente ispirato al romanzo La mossa della regina (2013) di Elizabeth Fremantle è incentrato sulla figura della regina Caterina Parr, sesta e ultima moglie di Enrico VIII d’Inghilterra.
Intrighi e violente circostanze macchieranno il reame e le dinamiche attorno alla corona, finendo per soggiogare le decisioni sia del Re che della Regina.

Jude Law magistrale, meno la Vikander

Concepito come un film in costume dall’assetto inizialmente pacato, prende poi man mano una via decisamente più thriller. Jude Law (nei panni di Enrico VIII) è capace più di tutti di dimostrare ancora una volta l’enorme dote attoriale che possiede, senza paura di scomparire dietro al trucco, ai chili in più o agli sfarzosi ed ingombranti costumi di scena.

Al contrario Alicia Vikander vestita da Caterina Parr, si limita a fare il suo senza però lasciare un gran segno, pur avendo tutto lo spazio di manovra necessario per definire l’intero film. Il distacco tra i due è netto e ahimè il film crolla talvolta in una tracotante esibizione di sé stesso, dirigendosi verso un dilatato, non sempre ficcante, Trono di spade da Festival. Per essere del tutto onesti questa è solo una sensazione sporadica, il prodotto visto dall’esterno da una visuale ampia, ha senza dubbio i suoi meriti e non è timido nell’esporli.

Alicia Vikander Firebrand

Alicia Vikander in Firebrand – Newscinema.it

Un assetto tecnico invidiabile

Suggestive location incorniciano ad esempio un contesto, di certo già visto più volte in passato, ma al tempo stesso lodevole nel suo essere puntigliosamente accurato. Complici sono le scenografie, l’impianto sonoro e l’abbondante quantità di cibo, che finiscono per dipingere un clima intenso, colmo di dettagli e magnetico per chi guarda.

Volti incattiviti, vendetta, sotterfugi, una resilienza impunita, tutti elementi volti a delineare un reame trasudante di intrighi, sangue e tremende violenze. Tra acconciature ingombranti e trasformazioni fisiche c’è spazio poi per una sorta di vena ironica, velata ma funzionale.

Si può parlare dunque di un film perfettamente in linea con l’attuale panorama, dedicato alla figura di una donna, che si prende con la forza ma ancor prima con la furbizia, il pieno potere di un regno sovvertendo le regole fino a quel momento incancrenite.

Niente più sottomissioni, orgasmi unilaterali, impedimenti ingiustificati o fatica nel realizzare la giusta causa, l’orizzonte vede un nuovo inizio, tutto #metoo.

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Festival

Black Flies: l’incubo urbano di due anime che vagano in una cupa realtà | Recensione

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Black Flies recensione

La recensione di Black Flies – Newscinema.it

Abbiamo visto in anteprima Black Flies a Cannes 2023 ed ecco la nostra recensione.

Review 0
3.5 Punteggio
Regia
Sceneggiatura
Cast
Colonna Sonora

Presentato in concorso al Festival di Cannes 2023, il lungometraggio diretto da Jean-Stéphane Sauvaire si sviluppa in 120 minuti e vede protagonisti Sean Penn nel ruolo di Gene Rutkovsky e Tye Sheridan in quello di Ollie Cross.

Basato sul romanzo di Shannon Burke I corpi neri (2008), segue la storia del giovane paramedico Ollie Cross, il quale accompagna la guardia medica notturna Gene Rutkovsky in giro per le violente strade di New York. Situazioni al limite della sopportazione umana e imprevisti dietro l’angolo, metteranno alla prova questi due professionali operatori medici, forgiando anche un legame che andrà oltre al normale rapporto tra colleghi.

Black Flies: un thriller compatto

Immediatamente esplosivo e compatto, il film inizia prosegue e si conclude seguendo una linea ansiogena che non lascia modo allo spettatore di concepirlo diversamente. Per tutta la sua durata, questo dramma dalle venature thriller investe intensamente tanto gli occhi quanto le corde emotive di chi guarda.

Ciò che ne esce è principalmente una connessione di anime differenti, capace di crescere ma anche incupirsi. Da un lato c’è un veterano, un mentore scheggiato da traumi ormai radicati nel profondo, mentre dall’altro troviamo la nuova recluta, il novellino che gli farà da partner, mosso da venerazione ed enorme stima nei confronti del capo medico.

Lavorare a testa bassa seguendo il classico percorso di formazione, studiando e imparando sul campo, questo è il destino che Ollie vorrebbe seguire, ma ahimè la vita a volte sceglie per te e lo stravolgimento di trama sarà all’ordine del giorno. Crude realtà, situazioni instabili, un’imprevista ondata di momenti stressanti. Il lungometraggio è capace di definire davvero bene le difficoltà di questo lavoro.

Tye Sheridan in Black Flies

Black Flies – Newscinema.it

Sean Penn e Tye Sheridan strepitosi

Sean Penn e Tye Sheridan risultano perfettamente calati nei panni dei loro personaggi ma ancor più riescono a rendere credibile quel profondo feeling che contraddistingue il rapporto. Varie meteore vagano attorno ad essi, come Michael Pitt dal temperamento impulsivo, carismatico e giustamente odioso e un Mike Tyson, inutilmente sprecato.

Esplicito visivamente e coraggioso nelle tematiche, affronta depressione e sensi di colpa incessanti, strattonandoti con poca gentilezza all’interno di una ragnatela narrativa che si sviluppa tra disturbi interiori. Luci intense, sirene persistenti e un impianto sonoro determinante che sfocia in vette assordanti, riportano allo spettatore il profondo disagio di Ollie.

Un incubo urbano

Se il ritmo da un lato dona identità e definisce un clima solido e ben caratterizzato, il film non si dimentica di controbilanciare, mostrandoci la pace e la calma in un contesto più intimo, riservato, quando Ollie entra in questo limbo staccato dal caos lavorativo, distraendosi nel silenzio dell’amore, tra carezze e silenzi che compensino la frenesia.

Sean e Tye sotto la mano di Jean-Stéphane Sauvaire, trovano dunque lo spiraglio giusto, quella finestra accessibile che li rende le mosche nere del titolo, insetti sporchi che vagano su un mondo di cupe realtà.

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La Sirenetta: recensione del live action Disney | Mahmood come Sebastian è un no

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La Sirenetta recensione

La recensione de La Sirenetta – Newscinema.it

Abbiamo visto La Sirenetta live action al cinema dal 24 Maggio e vi diciamo cosa ne pensiamo del film di Rob Marshall.

Dal 24 Maggio è al cinema La Sirenetta, il live action di Rob Marshall che ripropone il classico di animazione del 1989 in una chiave nuova. Dopo tante polemiche per la scelta di casting, finalmente il film è arrivato nelle sale e lo abbiamo visto per potervi dire cosa ne pensiamo in questa video recensione che trovate di seguito.

La Sirenetta: trama del film

La Sirenetta racconta l’amata storia di Ariel, una bellissima e vivace giovane sirena in cerca di avventura. Ariel, la figlia più giovane di Re Tritone e la più ribelle, desidera scoprire di più sul mondo al di là del mare e, mentre esplora la superficie, si innamora dell’affascinante principe Eric.

Alle sirene è vietato interagire con gli umani, ma Ariel deve seguire il suo cuore e stringe un patto con la malvagia strega del mare, Ursula, che le offre la possibilità di sperimentare la vita sulla terraferma, mettendo però in pericolo la sua vita e la corona di suo padre.

Magico e inclusivo, ma Mahmood doppiatore bocciato

La storia è sempre la stessa e le canzoni anche, e questi sono i due punti di forza che rendono La Sirenetta un live action di successo per i fan del classico Disney. Ma nella versione italiana ci ha stonato un po’ la scelta di far doppiare Sebastian a Mahmood, come sottolineiamo nella video recensione sopra.

Melissa McCarthy come Ursula invece è assolutamente perfetta, come anche Javier Bardem e i due protagonisti Halle Bailey e Jonah Hauer-King, rispettivamente nei panni di Ariel e il principe Eric. Fotografia suggestiva, musiche familiari, avventura, romanticismo, insomma tanti ingredienti per rendere questo film un’esperienza piacevole e divertente da vivere sul grande schermo.

Rob Marshall, in fondo, non è nuovo all’avventura e ai film musicali. Basti pensare che ha diretto film come Chicago, Into The Woods, Pirati dei Caraibi: Oltre i Confini del Mare e, se volete saperne di più sul suo cinema potete recuperare questa live dei registi qui sotto.

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