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10 sequel horror all’altezza del film originale
Anche durante questo 2015 ormai agli sgoccioli la sempre più dilagante moda dei sequel non ha risparmiato il genere horror, portando sul grande schermo film come Sinister 2, Insidious: Capitolo 3 e [REC] 4. Nonostante ciò, non è certo una novità il fatto che spesso registi e produttori sentano il bisogno di continuare una storia già narrata in un proprio film per ampliarla, esplorandone ogni suo aspetto più nascosto. In attesa di scoprire se i sequel in uscita il prossimo anno, come L’evocazione 2 e Ouija 2, possano riuscire nel compito di bissare il successo dei loro predecessori, ecco una lista dei dieci sequel horror più riusciti e interessanti.
10. Fantasmi II – Don Coscarelli
Seguito del classico Fantasmi del 1979, divenuto un vero e proprio cult grazie alla sua atmosfera onirica e angosciante, la pellicola del 1988 diretta ancora una volta da Don Coscarelli vede il ritorno di Angus Scrimm nei panni del folle Tall Man. Il protagonista Mike, invece, interpretato nella pellicola originale da A. Michael Baldwin, viene questa volta affidato all’attore statunitense James LeGros. In Fantasmi II il malvagio burattinaio antagonista del film è inquadrato nella sua veste più umana e più vicina alla realtà. Spesso la scelta di svelare troppo su di un personaggio di per sé volutamente etereo e misterioso si rivela controproducente, ma fortunatamente non è questo il caso.
9. Non aprite quella porta: Parte 2 – Tobe Hooper
Nonostante le vette artistiche e di avanguardia del primo Texas Chainsaw Massacre siano parecchio lontane, il seguito della storia di Leatherface, diretto ancora una volta da Tobe Hooper, riesce nel compito di suggestionare e stupire lo spettatore, entrando in maniera ancora più profonda e dettagliata nella perversa psiche della famiglia di cannibali. Memorabile la splendida interpretazione di Dennis Hopper, per un film che fa della lisergica e psichedelica messa in scena, e delle eccessive sequenze splatter, i suoi marchi di fabbrica. Peccato solo per una parte centrale fin troppo lenta e priva di mordente.
8. 28 settimane dopo – Juan Carlos Fresnadillo
Da molti considerato come uno dei miglior film post apocalittici degli ultimi dieci anni, il 28 giorni dopo di Danny Boyle ha saputo intelligentemente recuperare idee e spunti dalla tradizione cinematografica precedente, da Romero allo Steve Sekely del Day of the Triffids, per svecchiarle e modernizzarle e costruire un prodotto in grado di camminare autonomamente sulle proprie gambe. Per questo motivo molti storsero il naso nel momento dell’annuncio di un sequel diretto da Juan Carlos Fresnadillo. Fortunatamente, però, il regista spagnolo, già acclamato in patria per il suo esordio con Intacto, è riuscito a ricreare la stessa atmosfera di tensione e ansia del primo film, realizzando un seguito brutale, adrenalinico e spaventoso. Non c’è ancora nulla di confermato, ma sembra che la serie sia destinata a tornare con un terzo capitolo diretto ancora una volta dal suo iniziatore, Danny Boyle.
7. Venerdì 13 – Parte II: L’ assassino ti siede accanto – Steve Miner
Quando si pensa a Venerdì 13 come serie, le prima cose che vengono subito in mente sono la classica maschera da hockey e il caratteristico machete insanguinato utilizzato come arma del delitto. Si tende infatti a dimenticare come il fortunato franchise ebbe invece inizio con una madre assassina condotta alla pazzia dalla morte del proprio figlio. La classica icona del killer taciturno e spietato di Jason Voorhees non viene presentata al pubblico se non nell’ultima scena del primo film, per poi essere introdotta come personaggio solo nel seguito del 1981. Nel film, inoltre, il protagonista non indossa alcuna maschera da hockey, bensì un semplice sacchetto per coprire il suo viso deformato.
6. Scream 2 – Wes Craven
Con il suo cult del 1996, Wes Craven riuscì a svecchiare il genere degli slasher movies attraverso un approccio ironico e meta-cinematografico. Riprendendo proprio queste tematiche, il maestro statunitense confezionò a distanza di appena un anno il seguito delle avventure di Ghostface, mettendo al centro della scena ancora una volta giovani appassionati di cinema horror, ben coscienti quindi dei cliché e dei luoghi comuni che caratterizzano il genere. Divertente, spaventoso e sanguinolento, Scream 2 riuscì nel tentativo di essere tanto intelligente e divertente quanto la bellissima pellicola originale.
5. Aliens: scontro finale – James Cameron
Riuscendo nel compito di fornire un sequel all’altezza di uno dei capolavori più conosciuti e amati della storia del cinema contemporaneo, James Cameron, con la sua caratteristica abilità, confeziona una pellicola più fantascientifica e di azione rispetto alla precedente, basata invece su atmosfere più cupe e lovecraftiane. Tutto ciò è facilmente visibile analizzando il cambiamento caratteriale subito dal personaggio principale di Ripley nel corso delle due pellicole, da spaventata e impaurita sopravvissuta a combattente cosciente e coraggiosa. Riprendendo il lavoro già iniziato da Ridley Scott, Aliens vive di costanti e repentini cambiamenti di ritmo, dalle sequenze di azione più spinte agli assordanti silenzi di uno spazio immenso e ostile.
4. La moglie di Frankenstein – James Whale
Da molti considerato addirittura superiore al classico del 1931, grazie alla suggestiva atmosfera gotica e alla profondità degli argomenti affrontati, La moglie di Frankenstein, diretto da James Whale, prende il via immediatamente dopo gli eventi della pellicola originale, raccontando il tentativo del Dr. Frankenstein di costruire una moglie per la sua mostruosa creatura. Ricco di riferimenti religiosi e sottotesti omosessuali, il film è riuscito a conservare intatta la propria forza e ad essere ancora oggi ricordato come una delle migliori pellicole horror di tutti i tempi.
3. La casa 2 – Sam Raimi
Probabilmente il film più iconico e conosciuto della trilogia di Raimi, il secondo La casa punta tutto su di una nera comicità slapstick e sul gore delle scene splatter, abbandonando la tensione comunque presente nel primo capitolo. Ancora una volta Raimi riprende lo stratagemma della shakeycam, un prototipo primordiale di steadycam, per realizzare i rapidi spostamenti degli spiriti attorno alla baita. La sceneggiatura, come in molte pellicole del regista statunitense, è solo un pretesto per mettere in scena sequenze grottesche e deliranti, rese ancora più vive e schizoidi grazie alla memorabile interpretazione di Bruce Campbell.
2. Inferno – Dario Argento
Probabilmente uno dei massimi capolavori di Argento, insieme a Profondo Rosso e Suspiria, Inferno vive ancora una volta sul piano visivo e cinematografico grazie alla straordinaria forza delle immagini, piuttosto che per una sceneggiatura anarchica e priva di un filo rosso comune. Al centro della pellicola il sentimento della paura, quella più viscerale, trasmessa allo spettatore attraverso il sapiente uso del montaggio e della macchina da presa. Un film rivalutato con il passare del tempo, grazie anche agli splendidi effetti realizzati dal genio visionario di Mario Bava e alla colonna sonora prog rock di Keith Emerson. Purtroppo Argento, nel corso degli anni, non è più riuscito a raggiungere le vette di questo Inferno e del precedente Suspiria, collezionando una serie di film interessanti ma poco riusciti e altri decisamente dimenticabili, se non addirittura disastrosi. Noi vogliamo ricordarlo così.
1. Zombie – George A. Romero
Romero, riprendendo in mano la materia che riuscì a consacrarlo come indiscusso maestro nel 1968, dirige questo ideale seguito del seminale La notte dei morti viventi, ambientandolo in un mondo dove ormai i non morti hanno preso il sopravvento sugli umani. Ancora una volta a inquietare e spaventare lo spettatore non sono tanto i mostri presenti su schermo, quanto le persone in carne e ossa, con i loro comportamenti e le loro reazioni. Un essere umano divorato dalla società consumistica e capitalistica che lo rende antropologicamente violento e scontroso e che lo spinge verso la costante ricerca di beni inutili e accessori. Romero finisce inevitabilmente per tifare per gli zombie, paradossalmente le vere vittime del film.
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Zlatan | Da Malmö alla Juventus, l’ascesa di Ibrahimovic nel biopic tratto dal libro
Sono le difficoltà incontrate da Zlatan Ibrahimovic, più che le sue vittorie sul campo da calcio, ad essere esplorate nel film tratto dall’autobiografia best-seller del campione svedese di origine slava (Io, Ibra, in Italia edito da Rizzoli). La pellicola è stata presentata in anteprima mondiale alla 16esima Festa del Cinema di Roma.
Zlatan, diretto dallo svedese Jens Sjogren, titolo originale I am Zlatan ripreso dall’edizione internazionale del libro, è un racconto di formazione focalizzato principalmente sugli ostacoli incontrati lungo il cammino verso la gloria. Seguendo i primi passi della carriera dell’attuale asso del Milan, noto fuori dal campo per il carattere da duro e la forte autostima, il film ripercorre i suoi inizi da figlio di immigrati slavi nella periferia operaia di Malmö, fino al suo contratto con la Juventus, vero punto di svolta di una carriera che lo porterà a indossare le maglie anche di Inter, Barcellona, Milan, United e PSG.
Caduta e ascesa
Prima dell’ascesa c’è però una “caduta”. La pellicola inizia con Ibra già sotto contratto con il club olandese dell’Ajax. Il problema dell’attaccante è però nei numeri con pochi gol, che gli valgono l’etichetta di “immigrato pigro”. Il suo agente, Mino Raiola, lo convincerà a vendere la sua Porsche e a concentrarsi sui suoi allenamenti, perché all’orizzonte sembra esserci la vera prima grande chiamata, quella della Juventus.
Viene difficile credere come il talento che giocava solo per sé, non passando mai la palla ai compagni e costringendo i suoi primi allenatori a tenerlo in panchina, oggi sia il leader indiscusso del suo Milan, anche se per adesso limitato al ruolo di “capo spogliatoio” secondo Tuttosport, visto l’infortunio che lo terrà fuori almeno fino agli inizi del 2023.
Alle origini di Ibra
Gli appassionati di calcio sanno per certo che Ibra, pur non potendo contribuire con gol e assist come un tempo, anche da bordocampo farà di tutto per trasmettere alla squadra la sua fame di vittorie per capovolgere l’inerzia di una gara, come testimoniato dalle telecamere fisse su di lui a San Siro. Il Milan che in queste prime giornate di Serie A è tra le quattro papabili per la vittoria, a giudicare dalle scommesse live su NetBet, subito dopo Juve e Inter, deve molto allo slancio motivazionale di Zlatan e solo continuando a guardare al film (o leggendo il libro) possiamo capire davvero come si forma il carattere impavido di Ibra. In particolare, attraverso il lungo flashback che parte dalle sue prime mosse sui campi da calcio a Malmö, si può comprendere tutta la forza interiore di questo campione. Poche persone credevano davvero in lui, ma Ibra non ha desistito e ha continua a salire di livello mostrando già doti fuori dal comune nella squadra della sua città.
Le guide che lo spronano
Nel frattempo sono due gli attori che si alternano nel ruolo per rendere realistica la crescita dello svedese, Bajraktari Andersson e Granit Rushiti. Con quest’ultimo torniamo alla quasi attualità e all’incontro con il potente direttore generale della Juve Luciano Moggi, poi, attraverso nuovi flashback veniamo di nuovo trasportati tra le periferie di Malmö, nelle case dei due genitori separati e al campo d’allenamento, tra gli echi della guerra dei Balcani e gli omaggi rimarcati a Muhammad Alì, fonte di ispirazione principale del dodici volte Guldbollen, o Pallone d’Oro svedese. Il focus si sposta sulla guida paterna: “Devi usare la critica come una forza trainante”, gli dice il padre Sefik per spronarlo a sfidare i suoi nemici, tirando sempre fuori il meglio di sé. Oggi forse Ibra non ha più bisogno di consigli e dal film capiamo meglio il perché.
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Il Signore degli anelli: Il ritorno del fantasy più amato di sempre
Sono passati poco più di vent’anni da quando il primo film di questa epica trilogia fantasy è stato proiettato nelle sale cinematografiche di tutto il mondo, trovando un posto nel cuore di tutti gli appassionati di mondi fantastici abitati da creature e razze di ogni tipo.
Dopo un silenzio che dura da un bel po’ di anni, precisamente dal 2014, data in cui uscì l’ultimo film della trilogia Lo Hobbit, il mondo che J.R.R. Tolkien ha creato torna nuovamente a trasportarci nella magica Arda o Terra di Mezzo che a dir si voglia, ma questa volta non lo farà sui grandi schermi del cinema, bensì sul nostro televisore, computer o cellulare.
Il nuovo Signore degli Anelli infatti non sarà un lungometraggio, ma una vera e propria serie che verrà inserita nel catalogo di Amazon Prime Video.
Una serie con un arduo compito
Come sappiamo bene, l’universo fantasy creato dal noto scrittore è tuttora fonte di ispirazione per numerose storie, basti pensare ai vari film, fumetti e, in particolare, ai videogiochi come Dragon’s Crown e Skyrim. Molti titoli videoludici, alcuni anche molto apprezzati, sono ambientati proprio nella Terra di Mezzo, mentre è possibile scaricare giochi come Throne: Kingdom at War che si ispirano parecchio alle epiche battaglie, alle grandi città e ai fitti boschi verdi, pieni di misteri e creature inimmaginabili.
Con questa incredibile base, anche un solo passo falso potrebbe essere un enorme problema, quindi ecco cosa bisogna aspettarsi dalla serie in uscita il 2 Settembre di quest’anno.
Coerenza
L’universo che Tolkien ha creato è immenso e gestirlo all’interno di un’opera potrebbe rivelarsi un’impresa non da poco.
La storia del mondo di Arda è piena di eventi particolari avvenuti in una linea temporale veramente lunga, la serie si basa in particolare sugli eventi accaduti nella seconda era. Trovare alcuni dei personaggi della prima trilogia in una serie ambientata nella Terra di Mezzo del passato, potrebbe far (giustamente) infuriare i fan più accaniti.
Source: Pexels
Fedeltà
Le caratteristiche delle razze, l’architettura, la fauna e la flora, i personaggi più importanti, tutto deve essere il più possibile fedele all’universo narrativo. Il trailer della serie mostra delle immagini promettenti: grandi ambienti come le città o i boschi sembrano simili a quelli presenti nella prima trilogia di Peter Jackson, così come altri particolari come per esempio le armature.
Effetti speciali
Nonostante il peso degli anni si faccia sentire, La Compagnia dell’Anello mostra degli splendidi effetti speciali. Per fare un esempio, il Balrog è tutt’oggi una delle creature più belle realizzate in CGI (Computer-generated imagery). Anche sotto questo aspetto, sembra che la serie mostrerà i suoi muscoli con una computer grafica di tutto rispetto.
Per quanto riguarda la trama, dovremmo avere una storia fantasy avvincente, anche se bisognerà vedere come verrà raccontata allo spettatore. Il trailer mostra avventura, grandi battaglie e tanti altri elementi che potrebbero tenerci incollati allo schermo.
Le premesse per un’ottima serie ci sono tutte, quindi possiamo solo attendere il 2 Settembre con ansia, magari leggendo un libro o giocando a un titolo ispirati alle storie della Terra di Mezzo.
Fonte: Pexels
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Linkem & GF 2021
In occasione della nuova partnership con il Grande Fratello VIP 2021, Linkem ha lanciato un concorso a premi dal 27 settembre 2021 al 15 dicembre 2021. Si chiama “Vinci il GF VIP con Linkem” ed è aperto a clienti e non.
Per partecipare, gli utenti dovranno completare la procedura di registrazione sull’apposita landing page al seguente link, compilando i campi indicati e se saranno i fortunati vincitori dell’estrazione finale potranno vincere:
· n. 1 TV 4k 82” UHD
· n. 5 tablet Galaxy Tab S7+5g
· n. 12 Box brandizzate Linkem e GF VIP contenenti: una t-shirt, una tazza e un quaderno
Altre iniziative Linkem + GF Vip 2021
Mercoledì 27 ottobre Linkem ha fatto atterrare nella casa del GF Vip un drone con un messaggio misterioso per uno dei concorrenti, senza però conoscere né il mittente né il destinatario di questo messaggio e lasciando così i concorrenti nella curiosità più totale. Abbiamo scoperto i protagonisti del misterioso messaggio solo durante la live del venerdì successivo in prime time, quando la figlioccia di Jo Squillo, Michelle Masullo, è entrata nella casa a sorpresa regalando forti emozioni al pubblico e alla cantante milanese. Guardate la clip sul sito: https://www.linkem.com/gf-vip.
In puntata abbiamo potuto assistere alle spettacolari riprese dall’alto effettuate dal drone, trasmesse sul tablet del pilota con definizione Ultra HD. Linkem è un’azienda leader nel settore della costruzione e gestione di reti wireless a banda ultra-larga da oltre dieci anni e incoraggia lo sviluppo di servizi innovativi 5G in tutto il Paese. I clienti possono contare su una rete veloce ed efficiente, sia per strumenti di lavoro sia per le varie soluzioni di intrattenimento online.
Come le reti FWA, le reti 5G sono basate su tecnologie miste fibra – radio per abilitare in modalità wireless connessioni ad altissima velocità e con bassissima latenza in grado di supportare lo sviluppo dell’Internet of Things (IoT), ovvero la connessione in rete di migliaia di oggetti intelligenti.
Linkem ha già attivato in centinaia di comuni la sua nuova e velocissima rete 5G. Con l’offerta dedicata 5G Maxi Promo 20 Anni l’utente può fruire di una connessione internet ultraveloce fino a 1 Gigabit senza linea fissa e senza limiti di traffico a soli 19,90€ al mese per i primi 6 mesi anziché 26,90€ al mese. E con l’opzione voce Parla&Naviga può usufruire di chiamate illimitate da casa verso mobili e fissi nazionali con tecnologia VoIP senza nessun costo aggiuntivo.
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