RomaFF13, Sigourney Weaver: “Per un regista io non sono una scelta logica, ma un’intuizione”

Sigourney Weaver è ospite alla 13° edizione della Festa del Cinema di Roma per ricordare alcuni dei suoi successi sul grande schermo, da Ghostbusters al cult di fantascienza Alien, che hanno plasmato la sua carriera di attrice all’insegna della versatilità. Prima di essere protagonista di un Incontro Ravvicinato con il Direttore artistico Antonio Monda, la star di Hollywood ha incontrato la stampa. “La cosa interessante per me è sempre la storia. Ghostbusters è stata una fantasia sui fantasmi e poi tutto si è spostato verso la fantascienza, un genere sofisticato adesso che affronta alcune grandi domande sull’esistenza (chi siamo?, dove andiamo?, cosa succede al nostro pianeta?) In America abbiamo grandi scrittori di fantascienza” ha affermato, continuando poi a condividere la sue esperienza dentro e fuori dal set sorridente e disponibile.

I suoi genitori sono entrambi attori. Ha imparato qualche lezione importante da loro?

Ho ammirato molto entrambi. Mio padre mi ha fatto innamorare di questo mondo e di questa arte. Faceva soprattutto programmi televisivi e quando tornava la sera a casa si capiva che si era divertito. Per questo mi ha fatto sviluppare una inclinazione verso questo mondo. Mia madre invece non parlava mai della sua carriera che ha dovuto abbandonare quando ha sposato mio padre. Non l’ha mai superata, e mi diceva sempre che è un mondo corrotto e di starne lontana, perché tutti volevano solo portarti a letto e approfittarsi di te.

Agganciandoci al consiglio di sua madre, cosa ne pensa del recente scandalo molestie con Harvey Weinstein e tutto quello che ne è derivato? E crede che per le donne qualcosa sta cambiando nell’industria cinematografica?

Era ora direi. E’ stato un passo fondamentale nella lotta per la qualità sul posto di lavoro. Queste donne coraggiose che hanno parlato hanno iniziato una rivoluzione, però l’industria che io conosco, delle troupe, dei registi, volevano che le cose cambiassero da molto tempo e che il cinema fosse più aperto alle donne. Credo che ci sia ancora molto da fare, ma siamo sulla strada giusta per un cambiamento, la parità e l’uguaglianza.

Il regista migliore con cui ha lavorato? 

Ho lavorato con registi molto diversi, ma tutti meravigliosi. James Cameron ha intuito in modo sottile come potevo lavorare, mentre ad Ang Lee, mentre giravamo Tempesta di Ghiaccio, bastava uno sguardo per capire cosa dovevo o non dovevo fare.

Conosce il cinema italiano?

Ho incontrato Luca Guadagnino e mi ha chiesto di essere in un paio di suoi film, ma uno poi non lo ha mai girato e un altro io non l’ho potuto fare. Però tutti sappiamo l’importanza del cinema italiano. In particolare ho visto e amato Roma di Fellini. 

Come ha vissuto l’esperienza di Alien? Si immaginava il successo che è arrivato dopo aver fatto quel film?

Ridley Scott aveva fatto I Duellanti e questo era il suo secondo film. C’era molta improvvisazione sul set e, venendo dal teatro questo un po’ mi spaventava, ma in fondo adoro farmi trasportare un po’ da tutte le parti quando faccio il mio lavoro. Alien è stata una grande sfida e poi sono passati due anni per fare un altro film. Lo ricordo come un film fantastico e innovatore semanticamente, ne sono molto orgogliosa. 

Non le hanno mai proposto il ruolo di una fidanzata o una moglie?

Quando parlavo con i produttori si volevano subito sedere perchè ero troppo alta. Appena mi vedevano non riuscivano a considerarmi una potenziale fidanzata di qualcuno perchè li mettevo in soggezione per la mia fisicità. Un anno vissuto pericolosamente forse è stato l’unico ruolo di quel tipo. Ma nella mia carriera sono stata ingaggiata da registi molto fantasiosi, perché la mia scelta non era mai logica ma solo l’intuizione di qualcuno.