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Teen Wolf, la prima convention italiana

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La Fantasy Events ha organizzato dal 19 al 21 dicembre all’Hotel Ergife di Roma la prima convention italiana dedicata ad una delle serie più amate degli ultimi anni: Teen Wolf. Dopo aver portato in Italia gli interpreti di cult seriali come The Vampire Diaries, C’era una volta, Twilight, Buffy e Streghe questa volta la Fantasy Events ha deciso di puntare sui lupi mannari creati da Jeff Davis nel 2011. E noi ovviamente non ci siamo persi per nulla al mondo questi incredibili tre giorni al fianco di Tyler Hoechlin, Ryan Kelley, Ian Bohen, JR Bourne e Holland Roden, interpreti nel telefilm rispettivamente di Derek Hale, Jordan Parrish, Peter Hale, Chris Argent e Lydia Martin. Ma la presenza dei lupacchiotti è solo un aspetto di questa spettacolare convention intitolata appunto per l’occasione Nemeton ItaCon. Infatti tra le tante imperdibili attività ci sono stati tantissimi Q&A con i protagonisti dello show, un panel dedicato alle bravissime responsabili di Subspedia ed Italian Subs ed alla serie di libri Lupus Occulta, eventi singoli intitolati “Knowing” sviluppati per permettere agli attori di farsi conoscere come persone oltreché come artisti, il Fluo Party Illuminight ispirato all’episodio della terza stagione della serie musicato dal nostrano Bloody Beetrots e tantissime sezioni di Meet & Greet, foto ricordo e autografi. Il clima rilassato e scherzoso e la gioia delle centinaia di partecipanti accorsi da tutto il mondo per conoscere i loro eroi preferiti ci hanno ricordato l’atmosfera di un Festival Internazionale del calibro del Giffoni. Quindi complimenti alla Fantasy Events. Siamo già ansiosi di vedere che sorprese avrete in serbo per i fan di The Vampire Diaries in occasione della Love & Blood ItaCon 3D prevista a Roma dal 18 al 21 giugno 2015. Potete trovare qui sotto le dichiarazioni di Tyler Hoechlin, Ryan Kelley, Holland Roden, Ian Bohen e J.R. Bourne durante la Nemeton ItaCon:

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Quando hai deciso di fare l’attrice?

Holland Roden: Ho capito subito di amare la recitazione. Ma non pensavo sarebbe stata il mio lavoro. Sono nata in Texas non ad Hollywood. Così ho deciso di studiare scienze. Ma al college mi sono trasferita in California e ho iniziato a recitare. Ormai sono sette anni che recito.

Come è stato il primo giorno sul set di Teen Wolf?

Holland Roden: Tremendamente freddo. La prima scena l’abbiamo girata sul campo di lacrosse ed ero vestita leggerissima. Ricordo ancora che tremavo nonostante la scena prevedesse una Lydia ammiccante.

Ryan Kelley: Il mio primo giorno di riprese è stato strano. Tutti pensavano fossi una comparsa. E tutti pensavano morissi subito. Mi sono accorto di essere un membro del cast quando sono arrivato vivo fino al finale di stagione.

Sei felice di interpretare una Banshee e non un lupo mannaro?

Holland Roden: Le mie corde vocali non sono affatto felici di questa scelta. Ma sono contenta del mio ruolo perché non devo passare ore e ore in prova trucco per diventare un lupo. Anche se credo di essere un pizzico gelosa perché vorrei proprio vedermi in versione lupo.

Riuscite ad immaginare il vostro personaggio tra dieci anni?

Ryan Kelley: Spero sia vivo. Sono appena entrato nel branco e voglio rimanerci a lungo.

Holland Roden: Lydia avrà finito il liceo e sarà sindaco di Beacon Hills

Avete degli attori preferiti?

Holland Roden: Adoro Rachel McAdams, Alison Pill e Michael Shannon.

Ryan Kelley: Mi piacciono tantissimi attori. Anche se la mia aspirazione massima è Leonardo Di Caprio.

Come è stare sul set senza Crystal Reed?

Holland Roden: Crystal è una mia cara amica. La vedo sempre quindi non può mancarmi. Però mi dispiace per i fan dello show perché è una attrice fantastica. Mi divertivo tanto con lei sul set e parlavamo sempre di cose da donne come shopping e scarpe. Ora è un po’ più difficile parlare di questo con Ryan e gli altri ragazzi.

Se foste dei semplici fan a quale convention andreste?

Holland Roden: Dieci anni fa avrei risposto Titanic. Ora risponderei la convention tenuta da J.J. Abrams e Damon Lindelof al ComiCon di San Diego sui progetti andati male dopo Lost. Si chiamava l’Arte del Fallire. Una convention ironica e geniale.

Ryan Kelley: Parteciperei sicuramente ad una convention di The Walking Dead o Star Wars. Sono convention divertenti perché la gente si maschera.

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Vi capita di rivedere le puntate dello show?

JR Bourne: Certamente. É bello rivedere i vecchi episodi perché mostrano le origini della storia.

Ian Bohen: Quando rivedo i vecchi episodi mi trovo sempre un po’ impacciato.

Come è stato iniziare con una serie del calibro di Dawson’s Creek?

Ian Bohen: Quando ho girato quella puntata non immaginavo cosa sarebbe diventato Dawson’s Creek. Ma è stato grande baciare Katy Holmes, lei è veramente hot.

In che settore vi piacerebbe dare il vostro contributo?

Ian Bohen: Adoro lavorare con i ragazzi. É molto importante lottare contro il bullismo. La tolleranza è la cosa più importante e va portata avanti.

JR Bourne: Mia nipote è malata di fibrosi cistica. Lotto da sempre per trovare una cura.

Vi piacerebbe interpretare un personaggio in particolare di un film o di uno show?

JR Bourne: Adoro Michael Fassbender e la sua interpretazione in Shame. Ma alla fine interpreterei ogni ruolo di Fassbender, anche gli X-Men.

Ian Bohen: Mi piace molto il protagonista principale dei Guardiani della Galassia interpretato da Chris Pratt.

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Che cosa penserebbe Derek del tuo personaggio in Settimo Cielo?

Tyler Hoechlin: Forse Derek lo morderebbe per incentivarlo un po’.

Ti piacerebbe interpretare un Derek totalmente cattivo?

Tyler Hoechlin: Sarebbe molto divertente. Ho adorato la scena in cui Derek cerca di uccidere Chris Argent. Interpretarla è stato come tornare alla prima stagione del telefilm. Sarebbe una bella sfida come attore.

Se potessi incontrare te stesso da teenager che consigli ti daresti?

Tyler Hoechlin: Di stare più attento a scuola e di studiare italiano, francese, spagnolo e musica. Quando sei giovane devi imparare delle cose e non hai minimamente voglia. Quando diventi grande avviene il contrario.

Che genere di film ti piacerebbe interpretare?

Tyler Hoechlin: Troppi. Mi piacciono i film che nascono con uno scopo e che parlano di storie e di persone. Mi piacerebbe molto lavorare in una commedia.

Che cosa hai in comune con Derek?

Tyler Hoechlin: Solo gli occhi, ovviamente quando non sono blu o rossi. Un attore poi mette sempre se stesso nel personaggio che interpreta. Ho in comune con Derek il senso dell’umorismo, anche se sono decisamente più simpatico io, e la concentrazione quando c’è un compito da portare a termine.

Quale è stata la scena più bella da girare in Teen Wolf?

Tyler Hoechlin: Ce ne sono tante belle e non riesco a sceglierne una. Le mie preferite sono state sicuramente la morte di Boyd e JR posseduto da un nogitsune.

Ti piacerebbe interpretare un villain in particolare di un film?

Tyler Hoechlin: Si, molto. I villain sono divertenti. Ma ce ne sono così tanti. La sfida sarebbe interpretare un villain che tutti amano odiare come Joker, un villain che non puoi proprio dimenticarti. E poi puoi fare brutte cose senza finire nei guai.

Che cosa succederebbe se tu e Derek vi incontraste?

Tyler Hoechlin: Il lupo della prima stagione mi spaventerebbe molto. Derek è molto più tosto di me, preferirei non incontrarlo. E poi non gli piacerei perché ho ancora una famiglia intorno. Anche se è un personaggio che si è evoluto molto nel corso delle stagioni ed ora è sicuramente un uomo ed un lupo migliore.

Potete vedere qui sotto l’incredibile team della Fantasy Events alle prese con i simpaticissimi attori di Teen Wolf e la gallery delle foto che abbiamo scattato nel corso dell’evento.

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FOTO GALLERY

Segnato da un amore incondizionato per la settima arte, cresciuto a pane e cinema e sopravvissuto ai Festival Internazionali di Venezia, Berlino e Cannes. Sono sufficienti poche parole per classificare il mio lavoro, diviso tra l’attenta redazione di approfondimenti su cinema, tv e musica e interviste a grandi personalità come Robert Downey Jr., Hugh Laurie, Tom Hiddleston e tanti altri.

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Alien: Romulus guarda al passato | Ecco perché

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Alien Romulus film

Alien Romulus (Foto: ufficio stampa 20th Century Studios Italia – NewsCinema.it)

Oggi arriva nelle sale italiane Alien Romulus, scopriamo il motivo per cui potrebbe essere decisamente migliore rispetto agli altri capitoli della longeva saga fantascientifica.

Ci sono voluti 5 film, 45 anni e 2 crossover con Predator per arrivare a questo Alien Romulus dopo il pioniere del 1979, ma forse ce l’abbiamo fatta. C’è chi ama Aliens di Cameron, chi il terzo di Fincher ma nel cinema spesso e volentieri, e qui di gran lunga, il primo amore non si scorda mai. Cunicoli bui, sudiciume, atmosfere claustrofobiche e un’unica inquietante creatura aliena mostrata pochissimo, ecco la ricetta del capolavoro di Ridley Scott che ancora oggi non ha rivali.

Alien: il miglior film sugli alieni

Reputato giustamente, uno dei migliori film di fantascienza mai realizzati, nonché capostipite di un filone che ancora oggi cerca di essere ripetutamente nutrito, Alien di Scott ha fatto e fa ancora scuola. Com’è accaduto molte volte nel passato, il motore che tesse l’intera ragnatela narrativa è semplice, ma l’ingegno registico nel realizzare il contenuto finale, unico.

Le vicende ruotano attorno a una specie aliena costituita da feroci predatori dotati anche di una spiccata intelligenza, che si riproducono come parassiti annidandosi nei corpi di altri esseri viventi provocandone di conseguenza la morte.

Da qui, lo sceneggiatore Dan O’Bannon in scrittura e Scott sul set, misero a disposizione dell’allora incognito successo, ogni loro geniale intuizione al fine di realizzare qualcosa di mai visto prima. Dagli animatronics al make-up prostetico fino agli effetti speciali tangibili, si cercò di creare un ambiente ostile ideale attingendo a un basso budget ma tanta arguzia.

Alien Romulus scena del film

Scena di Alien Romulus (Foto: ufficio stampa 20th Century Studios Italia – NewsCinema.it)

Dove si posiziona Alien Romulus

Il settimo capitolo del franchise di Alien ci viene presentato come un midquel, ossia un film ambientato cronologicamente tra il primo Alien (1979) e Aliens – Scontro finale (1986). In questa nuova oscura avventura troveremo, oltre a mandrie di facehugger, un equipaggio pronto a soccombere (ovviamente) sotto la spietata violenza della famosa specie aliena xenomorfa.

Alien Romulus è stato inoltre definito uno “stand alone”, ossia un titolo autonomo senza l’ambizione di guidare il franchise verso una nuova saga, più o meno parallela. Il suo unico obiettivo è quello di continuare a far pulsare il famoso marchio fantascientifico, provando a ravvivare la narrazione con un cast giovane, un po’ come era stato fatto con Prey in ottica Predator.

Alien Romulus film

Alien Romulus Poster (Foto: ufficio stampa 20th Century Studios Italia – NewsCinema.it)

Un film potenzialmente migliore dei precedenti

Basandoci al momento su ciò che è stato condiviso dalle fonti ufficiali e dagli otto minuti in anteprima condivisi con la stampa in quel di Riccione, durante l’annuale presentazione dei listini distributivi al Ciné, pare che questo Romulus possa toccare lidi che la saga non riusciva a captare da tempo.

Si torna a quelle tinte cromatiche, a quel clima opprimente, alla reale sensazione che negli angusti corridoi di quella scatola metallica spaziale, niente e nessuno potrà salvarci. I molteplici rimandi minuziosi poi, fin dalla creazione del titolo in apertura, sembrano facilitare ulteriormente l’immersione in zone che solo il primo Alien riuscì a visitare.

La regia è inoltre un altro punto a favore, affidata al Fede Álvarez dell’ansiogeno Man in the Dark o della meravigliosa serie di AppleTv+ Calls (sia regista che ideatore). Questi prodotti, curatissimi e d’impatto, accrescono l’attesa e le aspettative nei confronti del suo apparentemente calibrassimo approccio col genere tensivo. Ridley Scott dal canto suo, non lascia navigare la barca in solitaria, posizionandosi al contrario in cima alla catena e quindi come produttore.

Non abbiamo al momento la sfera di cristallo per affermare che la nostra ipotesi diventi a tutti gli effetti realtà, ma di certo le intenzioni e le basi su cui fare affidamento ci sono tutte. Invitandovi dunque a correre al cinema da oggi 14 agosto, per tuffarvi nuovamente in quelle atmosfere che ogni amante della fantascienza brama, vi auguriamo una buona (e inquietante) visione.

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I film di Deadpool: scene riprese dal altri cinecomics

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Deadpool - fonte_web - newscinema.it

Deadpool – fonte_web – newscinema.it

Indiscrezioni su quello che è uno dei film più attesi in assoluto. Ecco le scene di Deadpool prese da altri cinecomic.

Con l’arrivo della stagione autunnale non solo i palinsesti TV sono attesi, ma anche i film che verranno messi in scena in questo lungo anno tutto da godere. Tra i più attesi ci sono i film Marvel destinati ai veri appassionati del cinema. Gli amanti del genere non vedono l’ora di fare una scorpacciata di quelli che sono i loro personaggi preferiti in assoluto.

Tra i personaggi più amati, oltre a quelli che tutti conosciamo ce n’è uno che si è conquistato la gloria dei riflettori, tutto grazie agli attori che lo hanno portato sul grande schermo. Stiamo parlando dei film di Deadpool. Il personaggio è stato in grado di guadagnarsi gli apprezzamenti del pubblico grazie a quelle che sono le sue buffonate. Siamo certi che molti di voi lo amano.

In queste settimane si torna a parlare proprio di lui, l’antieroe per eccellenza che però è talmente vicino a noi umani, che finisce per piacere veramente tanto al pubblico. I suoi film sono veramente esilaranti, il primo in cui ha avuto il ruolo da protagonista è stato nel 2016. Alcune delle scene sono ancora oggi veramente memorabili.

Nei film di Deadpool sicuramente non sono pochi i richiami al fumetto originale o ad altri film in cui era solo un personaggio marginale. Scopriamo allora quali sono le scene più fedeli a quelle storiche.

Le scene di Deadpool prese da altri cinecomic

Deadpool ha debuttato per la prima volta sul grande schermo in X-Men Origins: Wolverine, dove però non fece un gran figurone perchè troppo lontano da quello che era il personaggio di partenza.

Poi però si è rifatto, conquistando gli apprezzamenti del pubblico. Il film che lo ha visto letteralmente fiorire è stato, appunto, quello del 2016, in cui era il protagonista.

Da buon antieroe per una volta voleva la scena tutta per se. Ovviamente con il passare del tempo, quella linea su cui il personaggio solista è nato è stata mantenuta, creandone il vero successo.

Deadpool - fonte_web - newscinema.it

Deadpool – fonte_web – newscinema.it

Le scene che hanno fatto la storia del personaggio

Direttamente dai fumetti è presa la storia di come il personaggio sia nato, ovvero curando con una serie di sperimentazioni il suo cancro, che però lo ha lasciato per sempre deturpato.

La scena della pizza all’ananas è anch’essa ripresa dalla storia originale di questo personaggio. Se la scena della pizza all’ananas ha fatto storia, figurarsi quella della disastrosa missione a capo degli X-force.

Potremmo poi citare il periodo di prova con gli X-Men presente di Deadpool 2, ma anche lo scontro e incontro tra Colosso e Juggernaut. Insomma, un film che merita di entrare letteralmente nella storia cinematografica del genere.

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5 disaster movie da vedere se ti è tornata la voglia dopo Twisters

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Twisters film

Scena del film Twisters (Foto: ufficio stampa Warner Bros. – NewsCinema.it)

Chi più riuscito chi meno memorabile, i film appartenenti alla categoria del “disaster movie” hanno sempre avuto un unico obiettivo principale: spettacolarizzare la catastrofe.

Molto spesso prodotti con alti budget e appoggiati sulla star di turno a tirare le redini dell’avventura, sono sviluppati essenzialmente per regalare intrattenimento da pop-corn e Coca Cola. Negli anni, molti di essi hanno anche subito una sorta di contraccolpo da esubero, ossia quella dinamica che s’innesca quando la voglia di guadagno supera la creazione di idee. Il fascino istantaneo dunque si è sommato alla mancanza di vere motivazioni, portando all’esaurimento immediato della sua intensità. Questo a differenza invece di cult nati decenni fa e rimasti ancora oggi punti saldi del genere.

I disaster movie possono essere essenzialmente di tre tipologie: quelli che cercano di prevenire la catastrofe (qualunque essa sia), quelli che ci entrano dentro e quelli che ne elaborano le conseguenze. Oggi proviamo a toccare tutti i sottoinsiemi, tracciando un elenco di cinque visioni da recuperare prima o dopo aver goduto del nuovo Twisters, arrivato da pochi giorni nelle sale.

La società della neve film

La società della neve (Foto: Netflix – NewsCinema.it)

Armageddon (1998)

Divenuto in brevissimo un titolo iconico per una generazione intera e non solo, vede Michael Bay al timone di un film spettacolare seppur narrativamente poco solido. Come abbiamo detto però, non è di certo il fulcro principale l’essere logici in questo sottogenere, ciò che più importa è sbalordire e Armageddon lo fa. In secondo luogo poi la medaglia da attribuirgli è la semplice ma funzionante capacità di esondare empatia. Grazie anche al brano I Don’t Want to Miss a Thing degli Aerosmith, la storia romantica tra Grace e A.J. (alias Liv Tyler e Ben Affleck), a cui gravitano attorno giganteschi asteroidi e un agguerrito Bruce Willis che tenta di contenerli per salvare il pianeta, ha fatto senza dubbio emozionare milioni di persone.

Deepwater (2016)

Siamo ancora una volta in lotta per la sopravvivenza (come sempre d’altronde nei disaster movie), ma questa volta ci troviamo in mare aperto e la star di turno è Mark Wahlberg. La trama, basata su articoli di cronaca, prevede l’esplosione di una piattaforma petrolifera nel mezzo dell’oceano con la conseguente e irreparabile devastazione ambientale. Alla regia abbiamo Peter Berg che sceglie di mostrarci il quadro completo, in primis crea il contesto pre-disastro poi affida una buona parte all’evento e tutta la sua violenza, e infine cerca di tirare le somme. Non un cult, non uno dei migliori film catastrofici mai fatti, ma di piacevole fruizione, pertanto da citare, proprio perché non lo fa mai nessuno.

Twisters film

Twisters (Foto: ufficio stampa Warner Bros. – NewsCinema.it)

Con Air (1997)

Simon West, su sceneggiatura di Scott Rosenberg, dirige Nicolas Cage in una delle sue più pompose e muscolari performance. A metà tra l’action e il thriller naviga questo Con Air, un film dove la necessità primaria è contrastare un’enorme sovversione di potere per evitare la catastrofe. Siamo in aria, su un aereo pieno di detenuti e una conseguenza inevitabile: il dirottamento. Meno male però che all’interno del velivolo si trova anche questo condannato buono, ovviamente Cage, che ha l’unico obiettivo di tornare a casa da sua moglie e sua figlia.

La società della neve (2023)

Sorprendente e davvero intenso il film di chiusura dell’80ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, riesce a coinvolgere dal primo all’ultimo minuto. Impreziosito dalle musiche di Michael Giacchino e inquadrato dall’ormai sapiente mano di Juan Antonio Bayona, fonda le sue origini sull’omonimo libro di Pablo Vierci adattato però su sceneggiatura da Bayona stesso, in collaborazione con altre tre menti. Il film racconta il disastro aereo delle Ande del 1972, o meglio elabora le conseguenze. Ciò che più colpisce è lo scarto a cui si aggrappa per regalare allo spettatore importanti riflessioni umane. Tutto ondeggia sui conflitti interiori e i traumi di questi 16 sopravvissuti allo schianto. La pellicola è stata anche selezionata per rappresentare la Spagna ai premi Oscar 2024, nella sezione Miglior film internazionale.

La società della neve film

Scena film La società della neve (Foto: Netflix – NewsCinema.it)

Twister (1996)

E per finire, non potevamo non citare ovviamente il cult grazie al quale è nato il reboot presente ora nelle sale. Twister è in primis un’avventura cosparsa di vorticosi tornado, che ha di certo segnato gli anni 90 cinematografici. Diretta da Jan de Bont e basata su un’idea di Michael Crichton e Anne Marie-Martin, si affidò ad una messa in scena caratterizzata dall’ampio utilizzo di effetti speciali (anche molto avanzati per l’epoca). Allo stesso tempo però si mostra anche come un perfetto cocktail di azione tensiva e sottotrama romantica, elementi che hanno contribuito a sigillare in 113 minuti un progetto d’intrattenimento funzionante per un vasto pubblico. Nel 1996 il critico statunitense Roger Ebert descrisse il film con parole che possono perfettamente identificare il genere “disaster” tutto. “Vuoi vedere un film spettacolare, catastrofico e sciocco? Twister fa per te. Vuoi ragionarci sopra? Pensaci due volte prima di vederlo.”

Eccoci qua dunque a tirare le somme di un articolo che ci auguriamo sia riuscito a condensare in cinque titoli, lo spettro globale del sottogenere in questione. Disastri in aria, acqua, terra, neve e spazio, alcuni dedicati a trovare una soluzione conseguente, altri che provano ad evitare il peggio, ma ognuno meritevole di essere recuperato.

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