Till | un film struggente, utile e importante sorretto da un grande cast

Till | un film struggente, utile e importante sorretto da un grande cast
3.3 Punteggio
Regia
Sceneggiatura
Cast
Colonna Sonora
Locandina del film Till (fonte: IMBD)
Locandina del film Till (fonte: IMBD)


Till, il nuovo film di Chinonye Chukwu, racconta la storia dell’omicidio di Emmett Till e dell’attivismo di sua madre per tenere viva la memoria di quell’atto brutale.

Mamie Till è diventata educatrice e attivista nel Movimento per i diritti civili degli afroamericani dopo la morte del figlio di 14 anni, Emmett, che, nel 1955, fu picchiato ed ucciso a colpi di arma da fuoco e poi gettato nel fiume Tallahatchie da suprematisti bianchi.

La signora Till insistette affinché la bara contenente il corpo di suo figlio fosse lasciata aperta per mostrare al mondo cosa gli avevano fatto.

Una scena del film Till (fonte: IMBD)
Una scena del film Till (fonte: IMBD)

Quella di Chukwu è la seconda trasposizione di questa storia nel corso di pochi mesi, dopo la miniserie della ABC dello scorso gennaio dal titolo Women of the Movement. Si potrebbe pensare che due versioni filmate della stessa storia in così poco tempo possano essere eccessive, ma i recenti fatti di cronaca (ad esempio il memoriale dedicato a Till a Sumner, Mississippi, crivellato da colpi di pistola) suggeriscono il contrario.

Chwuku mantiene per tutto il film la promessa iniziale di non rappresentare graficamente alcuna violenza contro i suoi personaggi sullo schermo, ma ugualmente indugia in maniera controversa sui corpi ormai senza più vita, sul dolore di chi, inevitabilmente, resta in un mondo che ha strappato a forza i loro affetti più cari.

Il modo in cui il film mostra la signora Till-Mobley con il corpo di Emmett sarà sicuramente oggetto di polemiche: Chukwu non inquadra subito il corpo, quando sua madre entra per la prima volta nella stanza, ma pian piano la macchina da presa si solleva in modo da poter far percepire allo spettatore tutto il peso (letteralmente) di quanto successo.

Chiunque abbia visto Clemency il lungometraggio di Chukwu del 2019 con Alfre Woodard, riconoscerà il suo amore per i volti dei propri attori e per i silenzi ambigui che punteggiano le loro performance. Chukwu ottiene un ottimo lavoro da tutti i suoi interpreti, incluso il sempre bravo Frankie Faison nel ruolo del padre di Mamie.

Goldberg è memorabile nelle sue poche scene e Hall riesce a far empatizzare lo spettatore con il giovane Till grazie al suo minimalismo e al naturalismo della sua prova attoriale. Ma è Danielle Deadwyler a spiccare su tutti, specialmente nelle scene ambientate in tribunale.

Till, un film che la cronaca rende utile e importante

Till è un film giusto, ben fatto, sorretto da un buon cast e mosso da insindacabili buone intenzioni. Ma è anche un film, come ormai capita sempre più di frequente con il cinema americano, fin troppo programmatico nel suo essere l’ennesimo tentativo di riparazione che l’industria cinematografica statunitense mette in campo dopo anni di distrazione o di diverse priorità.

Una scena del film Till (fonte: IMBD)
Una scena del film Till (fonte: IMBD)

Ed è per questo che l’intento pedagogico e di sensibilizzazione del film prende il sopravvento sul resto. Conseguentemente, il giudizio su di esso non può limitarsi agli aspetti tecnici e formali dell’opera cinematografica, ma deve considerare le possibili ricadute nella realtà.

Una delle tante battaglie per cui il movimento per i diritti civili ha lottato duramente è stata quella per ottenere una legge federale contro il linciaggio. Nel 2022, una legge del genere è stata finalmente approvata dopo decenni di tentativi falliti e prende il nome proprio da Emmett Till.

Che ci sia voluto così tanto tempo e il fatto che una legge del genere sia stata accolta anche da scetticismo e polemiche, basta a sottolineare perché Till sia, al netto di tutto, un film importante.