Venezia 70°: Gia Coppola presenta Palo Alto, un film dal libro di James Franco

Abbiamo seguito in occasione della 70°edizione della Mostra Internazionale del Cinema di Venezia la conferenza stampa dell’ambizioso e interessante Palo Alto. Diretto da Gia Coppola e interpretato da Emma Roberts, James Franco e Val Kilmer Palo Alto racconta la dura e triste storia di quattro adolescenti perennemente sospesi tra sesso, droga e rock and roll. Potete trovare qui sotto le domande poste dalla stampa internazionale a Gia Coppola, James Franco, Claudia Levy e Jacqui Getty.

Come è nato questo progetto?

James Franco: Sono nel mondo del cinema da oltre diciassette anni. Ho scritto un libro e volevo adattarlo ma non come regista. Se avessi diretto il mio libro avrei fatto una semplice ripetizione di quello che avevo già scritto. Mi piaceva l’idea di consegnare il mio lavoro ad un altro, di vedere una versione diversa della storia. Quando ho conosciuto Gia a Deli ho avuto la sensazione che i suoi lavori avessero la sensibilità giusta, così l’ho contattata e le ho chiesto di fare la trasposizione del mio libro. Dopo due anni ce l’abbiamo fatta ed eccoci qui a Venezia.

Gia Coppola: Ho letto il libro e l’ho subito amato. E’ una perfetta rappresentazione del mondo dei teenagers.

Come è stato essere diretta da tua figlia?

Jacqui Getty: E’ stato assolutamente straordinario vedere Gia così indipendente e così creativa. C’è stata una relazione straordinaria sul set, eravamo come una grande famiglia. Ospitavo tutti i ragazzi del film a casa, gli preparavo la cena e poi li portavo sul set.

Claudia Levy: E’ stato straordinario lavorare con Jacqui e Gia. Gia ha una grandissima innocenza, un enorme senso di compassione per questi giovani che sprecano la loro vita in alcol e droga.

Nel film si percepisce un enorme distacco tra generazioni, vediamo degli adulti disinteressati e degli adolescenti perduti. Solo il personaggio di James Franco ha un qualche interesse ma è comunque un uomo poco adulto. Cosa pensate a questo riguardo?

paloalto_2593063bJames Franco: Uno dei motivi per cui ho voluto scrivere dei ragazzi di questa fascia d’età è perché è un periodo di transizione molto importante, un momento in cui l’innocenza si confronta con l’esperienza, una fase in cui si entra una volta e per tutti nel mondo degli adulti. Quando ti definisci come adulto è eccitante ma è anche pauroso. Molti dei miei artisti preferiti si sono occupati di questo periodo della vita, un momento vitale in cui accadono moltissime cose. Questo argomento è vitale e lo sarà sempre, un periodo sempre interessante da studiare. Ci sono molte persone come il mio personaggio, tanti sono venuti da me raccontandomi storie simili. Non so, ho scritto di qualcosa di cui ho avuto esperienza diretta cercando di descrivere il tutto nel miglior modo possibile. Una delle cose in cui Gia è riuscita meglio è sicuramente definire in modo chiaro quanto sia poco netta la linea di demarcazione tra il bene e il male e quanto sia possibile talvolta giustificare le azioni di questo personaggio. Non volevo caratterizzarlo come cattivo o renderlo pauroso, volevo solo trasmettere la facilità di trovarsi in determinate situazioni.

Gia Coppola: I ragazzi cercano amore, affetto, cura. Volevo rendere il personaggio di Franco come solo, un uomo abbandonato pieno di solitudine.

Scrivi libri, dirigi film e reciti. Da dove proviene tutta la tua energia?

James Franco: Mi piace fare molto, voglio sempre trarre il meglio dalla vita. Quando lavorai con il grande Altman lui mi disse: fare un film è come costruire un castello di sabbia con la propria famiglia. Ad un certo punto, una volta finito il castello, arriva l’onda che lo distrugge e si fa di nuovo. Mi sento vivo quando faccio queste cose, mi sento gratificato, probabilmente se non facessi tutto quello che faccio sarei depresso. Questo è il mio modo di vivere la vita, non ho bisogno di vacanze e pause perché amo il mio lavoro.

Appartenere ad una delle più grandi famiglie della storia del cinema influenza il suo lavoro?

Gia Coppola: Adoro la mia famiglia e amo i loro film. Ma è molto importante per me fare questo mestiere senza il loro aiuto, posso chiedere consigli ma voglio lavorare da sola.

Questo è il suo primo film, ne seguiranno altri?

Gia Coppola: Lo spero tanto, i film contengono tutto quello che amo, la musica, la fotografia, i costumi. Mi piacerebbe molto continuare a svolgere questo mestiere.

Come è stato essere dirette da Gia?

Claudia Levy: Gia come regista è dolce, mite e riservata. Sul set aveva una visione chiara e netta del suo lavoro ed era bello perché sapevamo già i suoi obiettivi, per questo il film è venuto così bene. Inoltre sul set si era sviluppato un ambiente meraviglioso, i ragazzi andavano d’accordo fra di loro, tutti si sentivano a loro agio. Gia fa sentire gli attori bene, li corregge ma non li critica mai. E’ una persona molto positiva.

Jacqui Getty: Gia ha voluto che i ragazzini vivessero a casa per creare un rapporto tra di loro, alcuni sono anche diventati migliori amici fuori dal set. Gia ha molta cura, sostegno e amore per il suo cast e la sua troupe. Mi ha fatto fare cose che non credevo di poter realizzare. La stimo moltissimo.