5 film su sette sataniche e rituali religiosi prima di Regression

E’ uscito nelle sale italiane lo scorso 3 dicembre il nuovo thriller satanista Regression, diretto da Alejandro Amenábar (qui la nostra intervista), regista premio Oscar per il bellissimo Mare Dentro con Javier Bardem. Protagonisti della pellicola Emma Watson e Ethan Hawke, in uno psicodramma che parte da una indagine per abusi sessuali per poi sfociare in una dettagliata analisi della psicosi che affligge una piccola comunità cittadina nella provincia del Minnesota. Nel corso degli anni, diversi registi hanno affrontato la materia delle sette religiose e del satanismo per costruire pellicole di denuncia, sia verso le deviazioni più pericolose della religiosità, sia verso poteri autoritari e opprimenti. Ecco una breve classifica di cinque film, conosciuti e meno conosciuti, che hanno saputo sfruttare intelligentemente un tema così difficile e oscuro.

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#5 LA SETTA – di Michele Soavi

Pellicola poco conosciuta di Michele Soavi, scritta e prodotta dal maestro del terrore italiano Dario Argento, La setta narra le vicende di un gruppo di fanatici nel tentativo di mettere al mondo il degno erede del diavolo. La “setta dei senza volto” protagonista del film sceglie quindi come madre una giovane insegnante di Francoforte. La pellicola non lesina su riferimenti e citazioni al mondo del cinema e della attualità. La prima vittima della setta, infatti, si chiama Marion Crane proprio come la prima vittima dello Psyco di Hitchcock. Uno dei santoni del gruppo, inoltre, cita come fonte di ispirazione la celebre canzone dei Rolling Stones, Simpathy for the devil, esattamente come negli anni ’70 la setta di Charles Manson citava la conturbante e dissonante Helter Skelter dei Beatles come proprio inno.

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#4 RED STATE – di Kevin Smith

Per la regia di Kevin Smith, il folle autore di Dogma, Clerks e del recente Tusk, Red State ribalta la classica contrapposizione male – bene, mettendo al centro della sanguinosa vicenda narrata una setta non di satanisti o miscredenti, bensì di ferventi cattolici. Il gruppo di fanatici, capitanato dal santone Abin Cooper, si riunisce quotidianamente in una chiesetta persa tra gli alberi di un boschetto per torturare e punire tutti i “nemici di Cristo” presenti sul territorio circostante, dagli omosessuali ai ninfomani. Accidentalmente, però, un gruppo di agenti federali, indagando sul caso di alcuni ragazzi scomparsi, si troverà al centro di una frenetica e serrata sparatoria con i folli membri della setta. Perfetta la morbosa quanto inquietante interpretazione di Michael Parks nei panni del pastore della chiesa. Lo stesso regista rimase particolarmente colpito dalle abilità recitative dell’attore statunitense, dopo averlo visto all’opera in uno dei film diretti dal duo Tarantino/Rodriguez, tanto da volerlo al suo fianco per questo progetto indipendente.

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#3 ROSEMARY’S BABY – di Roman Polanski

Impossibile non citare in questa breve classifica uno dei capisaldi del moderno horror hollywoodiano, Rosemary’s baby di Roman Polanski. La pellicola narra le vicende di una giovane donna inconsapevolmente in cinta del diavolo, costretta a terminare la propria indesiderata gravidanza sotto il maniacale controllo di alcuni membri di una setta di fanatici. E’ necessario inoltre inquadrare il film in un contesto storico turbolento e difficile come quello americano del 1968, con la sanguinosa escalation della guerra in Vietnam, i due omicidi politici di Kennedy e Martin Luther King e la sempre più inquietante avanzata della Family di Manson. La setta al centro della pellicola non è infatti solo idealistica rappresentazione di una pericolosa deviazione religiosa, bensì incarnazione di un potere borghese che omologa e opprime, tanto che la povera Rosemary sarà costretta, quasi inconsciamente, a obbedire a tutti gli ordini e consigli dei membri del gruppo.

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#2 KILL LIST – di Ben Wheatley

Uno dei film più controversi e interessanti degli ultimi anni, Kill List è forse il prodotto più famoso del giovane talento inglese Ben Wheatley. La pellicola, poco conosciuta da noi a causa di una distribuzione su territorio nazionale praticamente inesistente, è riuscita a crearsi un nutrito gruppo di appassionati grazie al passaparola sul web. Kill List vive innanzitutto sul piano della potenza visiva, attraverso immagini in grado di trasmettere nello stesso istante emozioni contrastanti e antitetiche, stuzzicando e turbando uno spettatore sempre più marionetta nelle sapienti mani del cineasta burattinaio. Il film si apre come delicata kammerspiel famigliare, virando poi sul gangster movie ironico e spietato, per concludersi in un finale atroce e disarmante dalle tinte esoteriche e horror. La scena di inseguimento nei cunicoli e la sequenza finale del rituale di iniziazione sono due momenti indimenticabili, limpidi esempi di un talento registico abile e inventivo.

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#1 THE WICKER MAN – di Robin Hardy

Uno dei capolavori del cinema horror contemporaneo, The wicker man di Robin Hardy riesce nel difficile compito di inquietare e straniare lo spettatore, e allo stesso tempo divertirlo e coinvolgerlo attraverso una sceneggiatura profonda e intelligente. Il sergente Howie, devoto cristiano episcopale celibe, si reca sulla remota isola di Summerisle dopo aver ricevuto una lettera anonima circa la scomparsa di una bambina di nome Rowan Morrison. Ben presto il protagonista scoprirà di essere a contatto con una religione pagana ben diversa dalla sua, immersa in credenze di tipo esoterico e basata sulla sfacciata promiscuità dei corpi: le coppie hanno rapporti sessuali in pieno giorno e in luoghi pubblici e ai bambini viene insegnato a scuola il simbolismo fallico alla base della loro deviata fede. Una sconcertante analisi sulla figura del “diverso”, e sullo scontro tra culture completamente opposte tra loro. Dopo il successo del primo film sono stati proposti diversi sequel, che si sono però rivelati non all’altezza della materia originale.