Il regista francese Olivier Assayas dirige un cast prevalentemente femminile nel film drammatico ed introspettivo Sils Maria, che esce nelle sale italiane il 6 Novembre distribuito dalla Good Films. Juliette Binoche interpreta Maria Enders, un’attrice di successo che si reca in Svizzera con la sua giovane assistente Valentine (Kristen Stewart) per celebrare il lavoro di Wilhelm Melchior, un celebre drammaturgo di Amburgo che aveva segnato il suo debutto sulla scena. Quando quest’ultimo muore all’improvviso, il suo viaggio in quel remoto paese delle Alpi, chiamato Sils Maria, si rivela un’occasione per riscoprire se stessa e mettersi alla prova come attrice, per un revival della commedia che l’aveva resa famosa venti anni prima, Maloja Snake. Mentre ai suoi esordi Maria interpretava la giovane intrigante Sigrid, che seduce il suo capo Helena fino a spingerla al suicidio, ora il suo ruolo è quello della matura e sofferente imprenditrice, alle prese con il tempo che passa e le sue debolezze.

sils maria recensioneAl centro del film la figura di un’attrice che sprofonda nell’abisso del tempo, sia per ragioni professionali sia per ragioni morali, ma il personaggio di Maria Enders ed Helena iniziano a procedere in modo parallelo, fino a confondersi l’una con l’altra, in un turbinio di sentimenti ed emozioni che portano ad una certa instabilità. Preparando il nuovo spettacolo ed esercitandosi insieme ripetendo il copione , Valentine e Maria esplorano quei personaggi così affascinanti ed inquietanti, limando il confine sottile tra realtà e finzione, che le divora, sullo sfondo di un paesaggio nebbioso, etereo e suggestivo dell’ Engadina. Il titolo dell’opera Maloja Snake infatti fa riferimento ad un affascinante fenomeno naturale che si incontra quando arriva il brutto tempo verso il passo del Maloja, quando l’aria umida sale trasformandosi in una nuvola che viene poi trasportata come una strisca tra le montagne, che ha la forma di un serpente. Juliette Binoche e Kristen Stewart sono legate da un’alchimia che funziona e coinvolge lo spettatore. I loro dialoghi hanno il tono e il contenuto di monologhi interiori, ma sono attraversati anche da una leggerezza e una dose di umorismo che li arricchisce ancora di più. Assayas sceglie una regia poetica e metaforica, che avvolge ed accompagna lungo la storia, sulle alte montagne della Svizzera e all’interno dell’animo umano, semplice e nudo, nonchè tormentato.

Sils Maria è un film teatrale che racconta la vita e si regge fondamentalmente sulla sceneggiatura capillare e logorroica che scava nei personaggi, ma ipnotizza il pubblico, vittima della bravura di un cast adatto ai vari ruoli. Persino la Stewart presenta nuove espressioni, che in altri film non abbiamo avuto la fortuna di notare, forse per la vicinanza con un’artista di un certo livello come Juliette Binoche, o forse per la scrittura di un personaggio interessante e ricco di sfaccettature. Una storia e una relazione tra due donne vista da diverse prospettive, con il passato che diventa uno strumento per svelare la propria identità, Sils Maria è un film che convince e trasporta in una strana dimensione, anche se la colonna sonora a volte sembra fuori luogo e il regista sembra avere il vizio di lasciare troppe porte aperte.

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