Se in America i biopic vengono dedicati per lo più ad artisti musicali, in Italia molti registi preferiscono portare sul grande schermo la vita dei politici, come nel caso del film Berlinguer – La grande ambizione in concorso alla Festa del Cinema di Roma 2024. Per restare in tema e in attesa di vedere questo film, ecco 5 biopic dedicati a personaggi di spicco della politica italiana da vedere.
Negli ultimi anni, il biopic dedicato alle figure politiche più importanti della storia d’Italia è diventato un genere molto apprezzato da pubblico e critica nazionale e internazionale. Di certo non possiamo considerarla una novità in campo cinematografico, ma più una tendenza che sta prendendo sempre più piede tra le produzioni nostrane. Ultimo in ordine di uscita è proprio il film Berlinguer – La grande ambizione del regista Andrea Segre, noto per aver realizzato altri lungometraggi a sfondo politico.
Selezionato come film d’apertura della Festa del Cinema di Roma 2024, nel ruolo del leader del Partito Comunista Italiano, troviamo Enrico Berlinguer. Co-prodotto tra Italia, Belgio e Bulgaria, nel film vengono raccontati gli anni della sua vita politica che vanno dal 1973 al 1978. Per restare in tema, potrete recuperare 5 biopic dedicati ai politici italiani che hanno scritto intere pagine di Storia del nostro Paese.
Il caso Mattei
Il regista Francesco Rosi nel 1972 decide di dirigere un film incentrato sulla vita di Enrico Mattei (Gian Maria Volonté), presidente dell’Eni, venuto a mancare a causa di un incidente aereo avvenuto il 27 ottobre 1962. Proprio da questo tragico evento che inizia il film, prima di essere catapultati in flashback che porta lo spettatore nel 1945, anno nel quale Mattei viene nominato commissario straordinario dell’Agip.
Nonostante l’ordine di liquidarla e svenderla, decide di contravvenire alle disposizioni, mantenendola in vita e rendendola più forte. L’intuizione del suo potenziale è ciò che lo porta a non venderla, grazie soprattutto alla scoperta di giacimenti di idrocarburi a Cortemaggiore tra il 1946 e il 1948.
Il film poi continua con un salto temporale nel 1970, mostrando proprio Francesco Rosi raccogliere materiale sulla vita privata di Mattei e prestando particolare attenzione alle possibili dinamiche che avevano portato l’aereo del politico italiano a quel tragico epilogo.
Come emerge dall’inchiesta dell’aeronautica militare, non è stato ancora dimostrato per quale motivo l’aeromobile non abbia concluso la sua tratta. Ma ciò che viene fatto notare sono alcune dispositive nelle quali Mattei era in compagnia di un magnate del petrolio americano. Da qui la narrazione ritorna agli anni ’60 continuando con questo salto indietro e avanti nel tempo, con la speranza di poter dare le giuste risposte a domande rimaste incomplete per troppo tempo.
Buongiorno notte
Ispirato al libro Il prigioniero della ex brigatista Anna Laura Braghetti, il regista Marco Bellocchio nel 2003 realizza la versione cinematografica di questo biopic dedicato agli ultimi giorni di vita di Aldo Moro. Una pagina di Storia italiana che sta molto a cuore al cineasta, tenendo conto anche dell’altra opera Esterno Notte sempre incentrata sull’ultimo atto nella vista del Segretario della Democrazia Cristiana, con protagonista un magistrale Fabrizio Gifuni nel ruolo di Aldo Moro.
Tornando a Buongiorno Notte, il film racconta il dramma vissuto dal politico, dalla sua famiglia, da chi lo ha sempre sostenuto politicamente e anche da chi non condivideva le sue idee. Bellocchio mette in evidenza due punti di vista: le emozioni di Aldo Moro e il dubbio provato da Chiara (Maya Sansa), una componente delle Brigate Rosse, mandanti del suo rapimento. Un film assolutamente consigliato, più che da raccontare, da vedere per la sua poetica in grado di coinvolgere il pubblico fino alla fine.
Il Divo
Il regista Paolo Sorrentino inizia a dedicare il suo estro artistico a biopic politici, come nel 2008 quando decide di portare sul grande schermo Il divo – La spettacolare vita di Giulio Andreotti. Presentato a Cannes, vinse il premio della giuria, oltre a numerosi premi e la candidatura agli Oscar come miglior trucco.
La scelta del titolo nasce dal soprannome che il noto giornalista politico Mino Pecorelli diede ad Andreotti all’epoca, prima del suo assassinio avvenuto il 20 marzo 1979 a Roma. Il cineasta napoletano ha deciso di focalizzare l’attenzione al periodo dal 1991 al 1993, a partire dalla presentazione del suo VII governo e l’inizio del processo di Palermo a causa dei possibili accordi tra Stato e mafia.
Fin dai primi minuti, si prospetta un quadro molto duro, nel quale vengono mostrate tutte personalità di spicco – legate ad Andreotti – che hanno perso la vita tra strani incidenti e attentati. Le parole di Aldo Moro scritte in una lettera redatta durante i suoi giorni di prigionia a causa delle Brigate Rosse sono espressamente rivolte a Giulio Andreotti, nel quale sperava un po’ di umanità e una celere apertura e chiusura delle trattative con i terroristi. Da qui in poi, il cuore del film sono i cambi al vertice del Governo Italiano e le udienze del maxi processo secondo le quali, Andreotti fosse colluso con la mafia.
Loro 1 – Loro 2
Esattamente dieci anni dopo, nel 2018, Paolo Sorrentino decide di cimentarsi nel film Loro, diviso in due parti. Al centro di questi due lungometraggi la vita politica, professionale e privata del leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi. Interpretato dall’attore feticcio delle opere cinematografiche di Sorrentino, Toni Servillo, quest’ultimo diventa l’ossessione di Sergio Morra, un giovane imprenditore di Taranto convinto che arrivare a Berlusconi vuol dire fare quel salto di qualità tanto agognato.
L’incontro con una donna, Kira, lo porterà ad avvicinarsi e a mostrare il momento difficile di Silvio Berlusconi da solo nella villa in Sardegna e intento a recuperare il rapporto con la moglie Veronica Lario (Elena Sofia Ricci). Mentre la vita del politico vede il partito di Forza Italia smettere di essere al capo del Governo, il mondo della televisione continua ad andare avanti a gonfie vele, nonostante gli sforzi per riconquistarla, continuino i problemi con la Lario a causa delle amicizia molto particolari con ragazze giovani e in cerca di successo.
Hammamet
E per chiudere la Top5 dei biopic dedicati ai politici, non poteva non esser inserito il film biografico Hammamet del regista Gianni Amelio. Nel 2020, l’attore romano Pierfrancesco Favino offre un’interpretazione sensazionale nei panni del Segretario del Partito Socialista Italiano, Bettino Craxi.
Le tantissime ore di trucco sono riuscite a cancellare perfettamente i lineamenti di Favino, facendo rivivere sul grande schermo colui che venne accusato da Vincenzo Sartori (Giuseppe Cederna), di aver tradito gli ideali del socialismo, a favore di azioni illecite che avrebbero poi portato sotto inchiesta il partito. Con il tempo, tra indagini e silenzi, quattro anni dopo il PSI viene coinvolto nel processo Tangentopoli, portando Craxi in disgrazia e Sartori a decidere di porre fine alla sua vita.
Sette anni dopo, Craxi ha decido di trasferirsi ad Hammamet, la sua città natale in Tunisia, ormai affaticato dall’età e soffre di una grave forma di diabete. Nonostante la vigilanza, Fausto Sartori (Luca Filippi), figlio di Vincenzo, decide di fare irruzione nella sua dimora per consegnargli una lettera del padre. Bettino convinto che il suo intento sia di ucciderlo, decide di prenderlo sotto la sua ala protettiva.
Craxi arriva addirittura a fare un patto con il giovane: realizzare un video nel quale parla di segreti politici taciuti per anni in cambio della sua vita. Proposta che viene ovviamente accolta e che porta il ragazzo a sparire dopo aver realizzato le riprese. Da qui, la vita del politico tunisino, inizia a prendere una piega sempre più drammatica.