Venezia 71°: Joe Dante omaggia gli anni ’80 con Burying the Ex

Cosa può esserci di più terribile di una ex fidanzata gelosa, possessiva e opprimente? Una fidanzata zombie. Questo è il succo di Burying the Ex, divertente opera di Joe Dante, presentata fuori concorso alla 71° edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Interpretata da Anton Yelchin, Ashley Greene, Alexandra Daddario e Oliver Cooper, Burying the Ex racconta la storia di Max (Anton Yelchin), un giovane nerd impiegato di un negozio che, deciso a chiudere per sempre il rapporto con la bella ma possessiva Evelyn (Ashley Greene), viene preceduto da un autobus che uccide la ragazza sul colpo. Tornato dopo un periodo di depressione alla normalità, Max inizia a frequentare Olivia (Alexandra Daddario), una nerd appassionata di cinema horror come lui. Ma a complicare le cose interverrà una statuetta magica capace di riportare in vita Evelyn sotto forma di zombie.

urlDopo la quantità infinita di mockumentary uscita negli ultimi dieci anni, avevamo nostalgia di un film horror vecchio stampo, privo di effetti digitali e dotato di quell’ironia caratterizzante gran parte della cinematografia di Peter Jackson, Wes Craven e Sam Raimi. E a colmare la lacuna ci ha pensato proprio lui, Joe Dante, padre di capolavori del calibro di Gremlins, Salto nel buio e L’erba del vicino: “Inizialmente la sceneggiatura era stata scritta per un cortometraggio. Poi abbiamo pensato ad un film, ma ci sono voluti cinque anni. Quando faccio film di un genere preciso, come l’horror, cerco sempre di inserirli in un contesto ben preciso. E poi anche se il film è interpretato da attori giovanissimi in un certo senso colma il divario con opere più vecchie“. Il film che cita opere di Romero (la resurrezione di Evelyn), Craven (Olivia lavora nella gelateria I-Scream), Friedkin (Evelyn vomita il liquido della imbalsamazione in faccia a Max), Zemeckis (Evelyn che si rompe il collo e se lo aggiusta da sola non può non ricordare la meravigliosa Meryl Streep de La morte ti fa bella) e tanti altri, è il frutto di una sceneggiatura intelligente di Alan Trezza: “Sono sempre stato un grande fan dei film dell’orrore, soprattutto quelli di zombie, come le opere di Romero degli anni ’70. I suoi film non erano semplici film horror, ma parlavano anche di consumismo, non a casa L’alba dei morti viventi è ambientato in un centro commerciale. Io ho fatto un film di zombie per raccontare una relazione andata male. Poi è stato il grande Joe Dante a conferire un incredibile equilibrio tra horror, commedia e dramma”.

url-1E in effetti Burying the Ex, nonostante il basso budget, funziona alla perfezione, offrendo divertimento, qualche scena gore e perfino un notevole salto sulla sedia in una delle scene madri del film. Il merito ovviamente è anche dei protagonisti, tra tutti la bella zombie interpretata da Ashley Greene, disposta a mostrarsi con un aspetto tanto inquietante quanto terrificante: “Evelyn è innamorata e vuole questa relazione a priori; ha paura di rimanere sola e poi è egoista”. La cosa interessante di questo film è che nonostante parli di zombie tratti tematiche ben più ampie. Altra protagonista del film è la città stessa, Los Angeles, vera e propria sede del cinema internazionale: “Los Angeles è un posto straordinario – sostiene Danteuna città fantastica. Ci sono cinema d’essai, proiezioni nei cimiteri, è la città degli amanti del cinema ed è un tributo alla cultura cinefila”. Ma i tributi non finiscono qui, perché in un piccolissimo ruolo che non vi sveliamo è possibile ritrovare un vecchio protagonista della filmografia di Joe Dante, Dick Miller, anche stavolta capace di strappare un sorriso ai più appassionati e ai cultori del genere. Ma Burying the Ex non ha solo pregi, ma anche difetti: infatti il montaggio risulta un po’ forzato, la sceneggiatura presenta qualche buco (nessuno ci spiega l’origine della statuetta magica e dopo la prima metà del film non viene neanche più citata), la regia appare leggermente arrugginita (questo è il quarto film diretto da Dante in sedici anni) e la storia è una sorta di mash-up tra Jennifer’s Body e Warm Bodies. Difetti su cui è però possibile sorvolare in nome del fine con cui Dante ha realizzato Burying the Ex, lo stesso per cui Raimi nel 2009 diresse Drag Me To Hell, regalare un film vecchio stampo che omaggiasse i mitici anni ’80. E l’operazione si può definire più che riuscita, perché Burying the Ex diverte, spaventa e intrattiene rivelandosi l’ennesimo colpo di genio di quel master of horror chiamato Joe Dante.

.