Il 26 febbraio verrà distribuito da Warner Bros. Pictures in tutti i cinema italiani il nuovo psichedelico film scritto e diretto da Paul Thomas Anderson: Vizio di forma. Ambientato nella California degli anni ’70 ed interpretato da Joaquin Phoenix, Josh Brolin, Owen Wilson, Katherine Waterston e Reese Whiterspoon Vizio di forma è un brillante adattamento dell’omonimo libro di Thomas Pynchon che racconta per mezzo di una rotazione psichedelica del classico racconto poliziesco una bizzarra storia abitata da bizzarri personaggi.

TRAMA VIZIO DI FORMA

Larry “Doc” Sportello (Joaquin Phoenix) è un investigatore che, contattato dalla sua ex Shasta (Katherine Waterston) per risolvere il caso del suo nuovo fidanzato milionario, piomba in un universo popolato da surfisti, truffatori, tossici, strozzini, detective ed una misteriosa entità conosciuta come Golden Fang.

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RECENSIONE

Tratto dal settimo inadattabile libro di Thomas Pynchon Vizio di forma è il settimo film di Paul Thomas Anderson, un interessante trip nella california hippie dei primissimi anni ’70 caratterizzato da humour, ritmo ed un pizzico di malinconia. Al centro di questo psichedelico trip c’è ancora una volta lui, Joaquin Phoenix, l’attore più irriverente e controverso di Hollywood, qui alla sua seconda prova con Paul Thomas Anderson dopo l’apprezzatissimo The Master (qui la recensione) che lo vedeva al fianco del compianto Philip Seymour Hoffman. Ma proprio a differenza della toccante storia di Freddie Quell che presentava un universo popolato da soli volti maschili con l’unica eccezione della Peggy Dodd interpretata da Amy Adams Vizio di forma regala un mondo corale in cui il fulcro di tutto è l’amore, rappresentato dalla bella e brava esordiente Katherine Waterston e dalla sempre impeccabile Reese Whiterspoon, due archetipi di donna che rendono l’opera complessivamente più intrigante e appassionante del bello ma decisamente freddo The Master.

Tornano gli infiniti piano sequenza tanto cari ad Anderson e torna una caratterizzazione dell’opera estremamente raffinata in cui la fotografia, l’utilizzo delle musiche (le ballate di Neil Joung in primis visto che il personaggio interpretato da Joaquin Phoenix è proprio ispirato al cantautore e chitarrista canadese) e i riferimenti cinematografici al grande Robert Altman, di cui Anderson sembra essere l’unico indiscutibile erede, rendono l’universo di Doc Sportello una bellissima spirale di 150 minuti in cui perdersi è tanto facile quanto indispensabile. Perché non si può vedere un film come Vizio di forma ed aspettarsi un’opera razionale. Perché gran parte del fascino della cinematografia di Paul Thomas Anderson sta proprio nella intrigante irrazionalità della sua scrittura e della sua regia, arricchita qui da una improvvisa e inaspettata ironia che rende Vizio di forma un film che è impossibile non amare proprio per l’unicità della sua caratterizzazione.

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