Assassin’s Creed: senza joystick non è la stessa cosa

Non è facile realizzare un buon film da un videogame di successo. Cult come Tomb Raider, Street Fighter, Max Payne e Hitman sono stati massacrati dalla settima arte attraverso trasposizioni prive dell’entertainment originale.

Il richiamo del box office predomina sul buon senso e, dopo la saga di Resident Evil, arriva nei cinema italiani Assassin’s Creed, il film tratto dall’omonimo videogioco del 2007. Una pellicola a lungo rimandata per la complessità di un videogame divenuto, tra sequel, spin-off, libri e merchandise, un franchise mondiale.

Ultimo ma non per importanza il film di Justin Kurzel con Michael Fassbender e Marion Cotillard, il trio dietro il complesso (e a tratti indigesto) adattamento del Macbeth di William Shakespeare.

Michael Fassbender è il fuorilegge Callum Lynch

Il videogame sul grande schermo

Il fuorilegge Callum Lynch, dopo essere stato “salvato” dalla pena di morte dalla società Abstergo, sperimenta i ricordi genetici di Aguilar, il suo antenato della Andalusia del 1492. L’obiettivo è trovare il frutto dell’Eden: l’oggetto che, contenendo il codice genetico dell’umanità, ha il potere di influenzare il libero arbitrio.

Dopo il successo di Resident Evil, la saga che ha trasformato il survival -horror nella versione zombie di Charlie’s Angels, Justin Kurzel realizza un’opera cinematografica fedele al videogame originale (qui puoi acquistare l’action figure di Assassin’s Creed). Un approccio rischioso tentato nel 2006 da Christophe Gans con Silent Hill e abbandonato dalle successive trasposizioni videoludiche per elementi più prettamente hollywoodiani.

Chi ha giocato al capolavoro Ubisoft ritroverà l’epico (e polveroso) passato del protagonista, l’Abstergo, le combo letali, i salti della fede e i combattimenti in assenza di gravità. Assassin’s Creed è a tutti gli effetti il gioco sul grande schermo: una pellicola spettacolare dal punto di vista visivo che ricrea l’avventura spazio-temporale di Callum Lynch.

Aguilar, l’antenato di Callum Lynch nell’Andalusia del 1492

Divertente da giocare, ma da vedere?

Ci sono videogame scritti e pensati per essere giocati. Come dimenticare il disastroso esperimento di Super Mario Bros con Bob Hoskins? O l’imbarazzante Street Fighter con Jean-Claude Van Damme? Assassin’s Creed si colloca su un altro livello grazie alla regia esteticamente perfetta di Kurzel e all’ottima interpretazione di Michael Fassbender nei panni contemporanei e passati dell’eroe.

Tralasciando la sceneggiatura debole e gli sprecati Jeremy Irons, Marion Cotillard e Charlotte Rampling, vittime di non-personaggi che oscurano il loro talento, Assassin’s Creed presenta una tragica fragilità: il ritmo lento. Se il videogame è appassionante e avvincente, il film di Kurzel è freddo e poco coinvolgente.

Dalle sequenze di combattimento alla caratterizzazione della storia, Assassin’s Creed si segue con eccessivo distacco. Lo spirito artistico di Kurzel è lo stesso di Macbeth: una freddezza narrativa che lascia nello spettatore più di qualche dubbio. Lento nella prima parte, dinamico nella seconda, Assassin’s Creed apre le porte di un universo cinematografico che, pur avendo il potenziale del videogame, risulta acerbo e indefinito.

La soluzione è puntare su un entertainment meno classico e più videoludico perché annoiarsi con Assassin’s Creed è un salto della fede senza un mucchio di paglia che addolcisce la caduta.

Assassin’s Creed verrà distribuito da 20th Century Fox Italia il 4 Gennaio 2017.

Trailer Assassin’s Creed