“Yippee Ki Yay, motherfucker“è una delle battute più famose della storia del cinema d’azione, e a pronunciarla con il suo iconico alter-ego John McClane fu proprio Bruce Willis – già nel primo storico capitolo della saga di Die Hard , Trappola di cristallo (1998). Ci piacerebbe immaginare l’attore ugualmente scherzoso anche oggi, magari pronto a pronunciare la fatidica frase dopo aver spento le candeline sulla sua torta di compleanno che oggi sono ben sessantacinque.
Anche i miti di Hollywood invecchiano e in alcuni casi l’impressione o il ricordo che se ne vuole mantenere è quello di un’eterna giovinezza: Willis a dire il vero ha semplificato il compito nella sua ultima parte di carriera, andata in una lenta ma inesorabile discesa a partire dall’inizio del nuovo millennio. Nonostante la partecipazione a molte produzioni infelici se non addirittura inedite, il buon Bruce rimane uno degli attori più amati dal grande pubblico di diverse generazioni.
Auguri Bruce Willis | Le origini
Bruce Willis è, una volta tanto, il vero nome dell’attore: nessuno pseudonimo d’arte quindi per il figlio di David Willis, soldato americano che si trovava in Germania, e Marlene, originaria di Kassel. La star, nata in una base militare statunitense, si trasferisce quando ha solo due anni nel New Jersey e sin da ragazzino sviluppa la sua passione per il mondo artistico, iscrivendosi alla scuola d’arte drammatica anche al fine di correggere la sua fastidiosa balbuzie. Il sogno del giovane Bruce è quello di sfondare nel settore cinematografico e questi sembra realizzarsi nel 1980, quando ottiene il suo primo, piccolo, ruolo in Delitti inutili, un film con Frank Sinatra.
Dopo altre particine minori in prodotti di successo per il piccolo schermo come Miami Vice e Ai confini della realtà, arriva la svolta: il Nostro viene infatti scelto come protagonista maschile della serie Moonlighting (grazie alla quale vincerà un Emmy e un Golden Globe). La prima tappa fondamentale anche sul grande schermo arriva alla fine di quel decennio, quando Willis viene diretto dal maestro Blake Edwards in Appuntamento di mezzanotte (1987), dove condivide il set con l’icona sexy Kim Basinger.
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Bruce Willis | La scalata al successo
L’anno seguente è quello della consacrazione, con la partecipazione – citata ad inizio articolo – al primo episodio della fortunata saga poliziesca: Willis diventa un eroe action amato da grandi e piccini, capace di unire il carisma fisico a un senso dell’humour fino ad allora inedito nel filone. Negli anni ’90 l’attore vive il suo periodo di maggior gloria, inanellando performance che lasciano il segno in cult del calibro di La morte ti fa bella (1992), Pulp Fiction (1994) di Quentin Tarantino, L’esercito delle 12 scimmie (1995), Il quinto elemento (1997), Armageddon – Giudizio finale (1998), Il sesto senso (1999) e il dittico di FBI: Protezione testimoni, adattandosi con duttilità a diversi personaggi e generi.
Da lì in poi i ruoli di peso cominciano a diradarsi sempre di più, anche se l’attore è ancora incisivo in pellicole cult come Sin City (2005) e guascone eroe muscolare nella saga di Red – produzioni entrambe tratte da fumetti – nonché in sottovalutati sci-fi come Il mondo dei replicanti (2009). Dal 2011 in poi il Nostro si fa attrarre dai cosiddetti titoli di cassetta, operazioni direct-to-video di bassa qualità artistica, ma riesce a regalare un’altra manciata di interpretazioni “pesanti” in Moonrise Kingdom (2012), Looper (2012) e nel recente Glass (2019), episodio finale della trilogia di M. Night Shyamalan iniziata quasi due decadi prima col magistrale Unbreakable – Il predestinato (2000). Viene inoltre “arruolato” dagli amici Sylvester Stallone e Arnold Schwarzenegger nel folto cast a tema de I mercenari.
Bruce Willis | Al di fuori del set
Proprio con questi due ultimi colleghi ha fondato la catena di ristoranti Planet Hollywood, ispirata alla Mecca del Cinema, dando vita ad un quintetto che comprendeva anche Whoopi Goldberg e Demi Moore, con la quale è stato sposato per tredici anni, dal 1987 al 2000, e ha avuto tre figlie – una delle quali, Rumer, ha scelto di seguire le orme dei genitori. Dal 2009 Willis si è risposato con la modella britannica Emma Hening, di ventiquattro anni più giovane di lui, diventando papà per la quarta volta. In atteso di rivederlo nell’annunciato McClane, sesto capitolo della saga di Die Hard il cui destino appare comunque nebuloso, non possiamo che fare i nostri migliori auguri ad una delle star che hanno segnato la passione cinefila di molti coloro che stanno leggendo.