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Dossier 137, a Cannes 78 un film sulle brutalità della polizia

A Cannes 78 abbiamo visto in anteprima il film Dossier 137 e qui trovate la nostra recensione.Dossier 137

è stato presentato durante la terza giornata del Festival di Cannes nella sezione in concorso. Il film denuncia e affronta il delicato tema degli abusi perpetrati dalle forze di polizia durante le manifestazioni del 2018 in Francia.

Stéphanie (Léa Drucker) è una poliziotta che lavora agli affari interni, il cui lavoro consiste nel rispondere ai reclami dei cittadini per il comportamento sopra le righe delle forze dell’ordine. Un film che indaga una tematica insolita e cerca di dare risposta all’annosa questione: chi controlla i controllori?

Famiglie divise

L’intera narrazione del film è costruita intorno all’indagine 137: durante le famose proteste dei giubbotti gialli in Francia nel 2018, un giovane di nome Guillame ha subito gravi lesioni alla testa a causa di un proiettile antisommossa sparato dalla polizia. Questo evento traumatico ha profondamente segnato la famiglia del ragazzo, che non ha più potuto vivere la vita come in precedenza a causa della necessità di assistenza costante.

In seguito a questo incidente la madre denuncia l’accaduto sperando di ricevere giustizia. Anche la famiglia di Stéphanie è divisa: con un divorzio alle spalle la donna cerca di conciliare lavoro e tempo dedicato al figlio, il quale si vergogna della professione dei suoi genitori. “Tutti hanno paura dei poliziotti

Una scena di Dossier 137 (Foto: Cannes) – Newscinema.it

Dossier 137: contrasti

Il lavoro di Stéphanie non è assolutamente semplice: tra la costante sfiducia dei cittadini e le bonarie punizioni per i poliziotti (al massimo una sospensione), la protagonista deve anche lottare contro il risentimento dei colleghi. L’IGPN (la polizia della polizia) è guardata con diffidenza e disprezzo dagli appartenenti alle forze dell’ordine, che giudicano il loro operato come tempo sprecato.

Léa Drucker offre una magistrale interpretazione di un’infaticabile ispettrice, la cui perseveranza e dedizione al lavoro offrono una costante speranza di poter finalmente ottenere giustizia.

Un paese in lotta

Dominik Moll

, regista del film, porta a Cannes un paese diviso in bilico tra scontri sociali, in cui predominano sentimenti di sconforto e sfiducia generali. È ancora possibile ottenere giustizia?

Dossier 137 porta sotto i riflettori un lavoro inusuale, quasi invisibile e nel farlo utilizza anche materiale di found footage creato ad hoc con i volti degli attori per ricreare l’atmosfera di tensione che si respirava durante le proteste dei giubbotti gialli.

Il film mette in evidenza anche il bias di chi lavora nell’IGPN: poliziotti che giudicano l’operato di altri poliziotti in condizioni di stress. Più che una netta dicotomia tra bene e male si assiste ad una zona grigia, in cui convivono sentimenti di omertà e cameratismo che offuscano la ricerca della verità

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