Prima di diventare Mr. Parasite, il coreano più amato dalla West Coast degli Stati Uniti, il regista Bong Joon-ho, firmò nel 2013 un film di culto, al crocevia tra grottesco, azione, fantasy e dramma: Snowpiercer. In un futuro ormai imminente, i superstiti di una nuova glaciazione vivono su un treno rompighiaccio che viaggia ininterrottamente sui binari della terra, tra differenziazioni sociali, oppressione e rivolte imminenti. Lunedì 25 maggio la piattaforma di streaming Netflix pubblicherà la serie tv omonima, che si pone come prequel dell’opera cinematografica ed è stata prodotta dallo stesso regista Premio Oscar. Nel ruolo (affascinante e ambiguo) della protagonista troviamo l’attrice Jennifer Connelly.
C’è chi la ricorda danzare eterea per Sergio Leone, aggirarsi nel bosco con un fedele seguito d’insetti per Dario Argento, o ancora destreggiarsi tra i rompicapo che le tende David Bowie. Jennifer Connelly è stata, quasi quarant’anni fa, una delle grandi promesse del cinema americano a da allora non ha mai abbandonato la recitazione (fatta eccezione per una breve parentesi musicale per il mercato giapponese!). Ma i giovani prodigi, si sa, non sempre hanno vita facile. I successi iniziali spesso vanno incontro ad un calo fisiologico, motivato da scelte interpretative discutibili o semplicemente dalla necessità di una formazione adeguata, necessaria per supportare anche i talenti innati. E così anche Jennifer, che dall’inizio degli anni ’80 è stata sempre attiva, ha dovuto attendere il 2000 per la sua consacrazione nell’Olimpo hollywoodiano.
Tra cult, film di genere, Oscar e flop clamorosi, nella sua carriera troviamo scelte audaci e diversificate, che l’hanno resa un’interprete versatile, disposta a sperimentare, anche a costo di qualche caduta. Ecco i 10 film che l’hanno resa celebre.
C’era una volta in America (1984)
Un piccolo ruolo in un film che ha fatto la storia: l’esordio sul grande schermo di Jennifer Connelly è di quelli capaci di tracciare il corso di una carriera. Su consiglio del direttore del casting, Sergio Leone la scrittura per il ruolo di Deborah, l’aspirante ballerina che da grande avrà il volto di Elizabeth McGovern, nel colossal gangster C’era una volta in America. A 11 anni grazia ed eleganza sono ampiamente riconoscibili, saranno il leitmotiv di tutto il suo percorso.
Phenomena (1985)
Soltanto un anno dopo, Jennifer è di nuovo la giovane musa ispiratrice di un maestro di genere, che gli concede stavolta un ruolo principale. Dario Argento la vuole come protagonista di Phenomena, horror soprannaturale, ambientato in un collegio svizzero. Eterea, a tratti irreale, potremmo definirla “la signora delle mosche”, visto che ha il potere il dialogare con gli insetti. 40 milioni di insetti, per la precisione, allevati appositamente per il film.
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Labyrinth (1986)
Il legame che unisce la Connelly con il cinema di genere sembra non conoscere sosta. Il candore, la bellezza impalpabile e una statura interpretativa che comincia a profilarsi in modo definito la portano al fianco di David Bowie nel fantasy Labyrinth, un cult per più di una generazione, che ha canonizzato l’immaginario dei film fantastici anni ’80. Non fu la prima scelta (e nemmeno la seconda) ma Bowie affermò che gli ricordava Elizabeth Taylor da giovane. E di certo fu una scelta azzeccata.
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Requiem for a Dream (2000)
Da enfant prodige che si rispetti, anche Jennifer Connelly, senza mai allontanarsi dalle scene, deve affrontare gli alti e bassi di una carriera iniziata troppo presto. Negli anni ’90 sono soprattutto i bassi, ma esattamente nel 2000 c’è un punto di svolta: Requiem for a Dream di Darren Aronofsky la impone con forza agli occhi della critica, con il ruolo drammatico di una tossicodipendente che si prostituisce e piomba in un vortice morale senza scampo. Tante nomination e la promessa di una consacrazione che non avrebbe tardato ad arrivare.
A Beautiful Mind (2001)
A Beautiful Mind di Ron Howard è il film della consacrazione: nel ruolo di Alicia – la moglie dell’economista Premio Nobel John Nash affetto da schizofrenia – Jennifer porta a compimento un cammino cominciato sul grande schermo 20 anni prima. Il suo personaggio è di quelli che hanno bisogno di acume, autocontrollo ed empatia da parte dello spettatore. Vince ogni premio possibile, tra cui l’Oscar alla migliore attrice non protagonista, e riesce a tener testa a un Russell Crowe gigantesco.
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La casa di sabbia e nebbia (2003)
La leggenda vuole che dopo l’Oscar ci sia uno scivolone. Ma non è questo il caso. Il 2003 vede Jennifer protagonista di ben due film. La casa di sabbia e nebbia è un dramma in piena regola su una ragazza che tenta di riappropriarsi della casa sul mare lasciatale in eredità dal padre. Un film riuscito a metà che trae forza dalle interpretazioni dei protagonisti e riporta alla Connelly i favori di pubblico e critica.
Hulk (2003)
Abbandonati da tempo gli accenti fiabeschi degli esordi, il 2003 conferma la sua versatilità e il desiderio di sperimentare e muoversi agilmente tra i generi. Di nuovo al fianco di una personalità forte con tante ombre come nel ruolo che le aveva dato l’Oscar, Connelly affianca Eric Bana in Hulk, il film tratto dal fumetto Marvel in cui il regista Ang Lee rilegge il tema del supereroe, alternando intimismo e azione. Non fu il successo sperato ma con il tempo si è creato il proprio fandom.
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Dark Water (2005)
Non sarà un tassello imprescindibile della sua filmografia, eppure Dark Water, remake dell’omonimo horror giapponese ed esordio hollywoodiano del regista de I diari della motocicletta, è un film che si vede e rivede con piacere. Sarà che riporta la Connelly ad un genere che ha segnato la sua fortuna all’inizio della carriera, ma anche senza parlare con mosche e insetti di vario genere è affascinante e credibile, mentre affronta i fenomeni sinistri che animano l’appartamento in cui ha traslocato con la figlia.
Little Children (2006)
Tra i film più sottovalutati dei primi anni duemila, Little Children tocca con una sceneggiatura perfetta e un cast d’attori scelti al microscopio le vite di alcune persone che abitano la periferia d’America. Alla luce del sole sono stimabili e senza macchia, ma dietro la facciata si celano frustrazioni, tradimenti e pedofilia. Jennifer Connelly è una donna attenta, precisa, a tratti fredda, legata ad un marito con cui non c’è passione, che la tradisce con Kate Winslet. Assolutamente da recuperare.
Blood Diamond (2006)
Accanto a Leonardo DiCaprio, Jennifer Connelly affronta con Blood Diamond – Diamanti di sangue un ruolo di denuncia tra i più importati della sua carriera. Maddy è una giornalista intenzionata a denunciare i traffici di diamanti sporchi di sangue nella Sierra Leone. Un dramma con venature thriller che conferma, se ancora ce ne fosse bisogno, la sua abilità nell’infondere tratti di profonda caratterizzazione anche ai ruoli d’azione.
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Poliedrica e coraggiosa, Jennifer Connelly calca da quattro decenni le strade del grande schermo, con l’audacia di chi non teme i passi falsi, e sempre facendosi forte della sua innata versatilità. Non ci resta che scoprirla nel ruolo di Melanie in Snowpiercer, in streaming su Netflix a partire da lunedì 25 maggio, in attesa di rivederla al cinema con Top Gun: Maverick.
Guarda qui la video recensione in anteprima di Snowpiercer la Serie
Serie tv
Mare Fuori ad Alice nella Città 2023: in anteprima i primi episodi della quarta stagione

I protagonisti più amati della serie tv Mare Fuori 4 – Fonte: NewsCinema.it
Nel corso della ventunesima edizione di Alice nella città durante la diciottesima edizione della Festa del Cinema di Roma verranno presentati in anteprima i primi due episodi della nuova stagione di Mare Fuori.
La serie dei record Mare Fuori è pronta a tornare con i nuovi episodi della quarta stagione. Per celebrare questo grande ritorno verranno presentanti in anteprima i primi due episodi durante la ventunesima edizione di Alice nella città e della diciottesima edizione della Festa del Cinema di Roma.
Nella quarta stagione i protagonisti della serie si trovano metaforicamente a navigare in mare aperto. Rosa, Carmine, Mimmo, Kubra, Dobermann, Cucciolo e Micciarella vivono tutti la consapevolezza di non essere più attaccati all’àncora salvifica della famiglia. Sono soli, spinti dalla corrente verso il largo. Ora devono vincere ogni giorno le loro più intime paure per affrontare la vita.
Cosa accadrà nella quarta stagione di Mare Fuori?
Al fianco dei protagonisti non c’è più l’amore incondizionato della famiglia, ma quello degli amici con cui scelgono di navigare. A contrastare questo racconto ci sono Pino, Edoardo, Cardiotrap, Giulia e Silvia che, nel bene e nel male, vivono ancora il peso dei legami familiari capaci di condizionare la loro vita. È il momento di crescere e questo significa capire chi si vuole diventare e cosa si desidera essere. Ormai la maggior parte dei detenuti è maggiorenne. Il cambiamento è inevitabile, ma la crescita personale è una scelta che richiede coraggio.
Bisogna decidere in che modo e verso dove orientare la propria vita, il proprio viaggio. Chi non lo fa permette ad altri di farlo per lui. La libertà non è solo fuori dal carcere, è anche una conquista interiore dettata dal coraggio di scegliere. La durezza della nuova direttrice forza i ragazzi a una scelta necessaria: ribellarsi per la propria autodeterminazione. Lo scontro fra il mondo degli adulti e quello dei ragazzi è inevitabile per capire chi si è, chi si vuole diventare e trovare la voce per dirlo.

Carmine di Salvo e Rosa Ricci in Mare Fuori 4 – Fonte: NewsCinema.it
Chi ci sarà nel cast di Mare Fuori?
La quarta stagione di Mare Fuori, con la regia di Ivan Silvestrini, è una coproduzione Rai Fiction – Picomedia, prodotto da Roberto Sessa da un’idea originale di Cristiana Farina, scritta con Maurizio Careddu: nel cast, Carmine Recano, Lucrezia Guidone, Massimiliano Caiazzo, Maria Esposito, Matteo Paolillo, Artem, Domenico Cuomo, Kyshan Wilson, Clotilde Esposito, Giovanna Sannino, Alessandro Orrei, Ludovica Coscione, Clara Soccini, Francesco Panarella, Salahudin Tijani Imrana, Giuseppe Pirozzi, Vincenzo Ferrera, Antonio De Matteo, Raiz, Pia Lanciotti.
Serie tv
Heartstopper: le 10 frasi più belle della serie Netflix

I protagonisti della serie Heartstopper – Fonte: NewsCinema
La serie Heartstopper ha richiamato a se un gran bel numero di spettatori, grazie anche alle citazioni che nel corso di queste due stagioni hanno fatto breccia nel cuore degli spettatori.
Tra le serie più amate dal pubblico adolescente – e non solo – degli ultimi anni c’è Heartstopper. Il cast composto da attori simpatici, irriverenti e talentuosi, sono diventati famosi per aver pronunciato alcune battute diventate cult. La creatrice dei fumetti e della serie Alice Oseman ha scritto alcune frasi strazianti, commoventi e altre più incisive nei rapporti tra i protagonisti che non sono passate inosservate al pubblico. Il risultato finale? Un perfetto equilibrio tra i momenti tristi e quelli allegri. Per celebrare questo valore aggiunto alla serie, ecco le dieci citazioni migliori pronunciate durante le prime due stagioni di Heartstopper .
10) Le persone bisessuali esistono
Durante la fase dell’innamoramento provato da Charlie (Joe Locke) nei confronti di Nick (Kit Connor) e mostrato al pubblico durante la prima stagione, è emerso molto il suo lato ottimista e romantico. La battuta “le persone bisessuali esistono” pronunciata da Charlie ha permesso allo spettatore di capire subito chi era il personaggio principale.
Dietro queste parole c’è molto altro. Quando si raccontano storie appartenenti alla comunità LGBTQ+ risulta complesso affrontare il tema della bisessualità. Solitamente si preferisce affidare un partner ai personaggi, senza dover andare a scandagliare nei meandri della vita e psicologia dei protagonisti. In Heartstopper invece non si ha paura di esplorare le varie storie, mostrando ogni tipo di sentimenti.
9) “Come tuo simbolico amico etero, è mio dovere ricordarti che a volte le persone sono etero”
Di tutta risposta alla battuta citata prima, arriva quella pronunciata da Tao (William Gao) che offre un ulteriore spunto alla storia. Il motivo che porta Tao a dire quella battuta è legato al senso di protezione che nutre nei confronti di Charlie, per paura che venga ferito nuovamente. L’episodio si rifà all’aggressione subita dal ragazzo da parte di alcuni bulli, subito dopo aver fatto coming out.
Questa dichiarazione di amicizia, di fedeltà di Tao, si sposa alla perfezione con il contesto narrativo della prima stagione. Il ragazzo pur di difendere Charlie è pronto a tutto, senza temere alcun tipo di ripercussione. Vederlo così combattivo, nel proteggere Charlie e i suoi amici era davvero bello da vedere. Servirebbero più persone come lui, anche nella realtà.
8) “Parla ancora di mio fratello e ti ammazzo”
Tori (Jenny Walser) è la sorella di Charlie e nella serie Heartstopper appare e scompare senza che il pubblico se ne renda conto. Tuttavia, parlando del suo personaggio ciò che viene maggiormente apprezzato è il suo saper lasciare il segno con delle battute che non lasciano spazio alle interpretazioni.
“Parla ancora di mio fratello e ti ammazzo” riassume perfettamente il rapporto che Tori ha col fratello. Lei rappresenta il porto sicuro per Charlie. Ogni volta che appare in qualche scena è sicuramente per difendere il fratello da chiunque voglia fargli del male, a causa del suo orientamento sessuale. Meriterebbe sicuramente il premio come sorella migliore del mondo.

I personaggi Charlie e Ben della serie Heartstopper – Fonte: NewsCinema
7) “Voglio credere nel romanticismo”
Nella serie Heartstopper non ci sono personaggi secondari, sebbene siano previsti dalla sceneggiatura. Un esempio eclatante è rappresentato da Isaac (Tobie Donovan), partito in sordina e diventato un elemento incisivo nella storia. Oltre alla bisessualità, in questa serie viene trattato un altro argomento tabù ad Hollywood: l’asessualità. Il modo di affrontare questo discorso da parte del cast risulta assolutamente naturale, per nulla forzato e curato nei minimi dettagli.
La battuta “Voglio credere nel romanticismo” mostra la lotta interna che Isaac combatte ogni giorno con se stesso. Il suo personaggio è importante per tutte quelle persone che si sentono confuse, che non hanno ancora ben chiaro il loro orientamento sessuale e sono spaventati all’idea di essere etichettati.
6) “Non puoi più farmi sentire una schifezza solo perché odi te stesso”
All’interno degli episodi c’è anche spazio per delle zone d’ombra, come nel caso del rapporto tra Charlie e Ben (Sebastian Croft). Quest’ultimo non essendosi esposto, con un coming out pubblico, gli ha consentito di approfittarsi emotivamente di Charlie, condizione che ha portato il ragazzo a vivere in uno stato di angoscia e paura ogni volta che si trovano nello stesso spazio.
Il fatto che anche Ben sia combattuto con se stesso, non lo giustifica dal trattare Charlie in questo modo, per questo motivo la battuta pronunciata da Charlie: “Non puoi farmi sentire una schifezza solo perché odi te stesso” è il momento nel quale la forza e un’innata sicurezza si impossessano del giovane.
5) “Beh, quando non capisci di essere gay prima dei vent’anni, tendi a perdere quelle bellissime esperienze da adolescente gay”
Nella seconda stagione di Heartstopper entra a far parte del cast il signor Farouk (Nima Taleghani), nel ruolo del severo professore della scuola frequentata da Nick e Charlie. Dietro quel suo carattere duro, pronto a sgridare i suoi alunni all’occorrenza, anche lui come i ragazzi, cela un animo molto dolce e un’identità mai rivelata. La frase che leggete come titolo del paragrafo, viene pronunciata proprio da lui, quando si trova a rispondere a un collega, mentre Nick e Charlie vivono tranquillamente il loro amore.
La paura di fare coming out in età adolescenziale spesso porta ragazzi e ragazze a non vivere alla luce del sole i primi turbamenti emotivi. Questo ovviamente penalizza notevolmente la loro esistenza, portandoli a perdere la possibilità di vivere delle esperienze che potrebbero aiutarli a capire ancora meglio il loro orientamento sessuale. Fortunata che il prof Farouk dall’altra parte trova il collega Ajavi (Fisavo Akinade) pronto a comprendere le sue parole.
4) “Merito di essere apprezzato”
Questa battuta che dovrebbe anzi appartiene al personaggio di Tao, in realtà la si può considerare come l’anima, il cuore pulsante della serie Heartstopper. Il ruolo di Tao nei confronti degli altri è sempre quello di essere da supporto, soprattutto nei momenti di maggiore crisi di Charlie. A volte però si ha come la percezione che in molti se ne approfittino del suo carattere troppo affabile ed altruista. Per questo motivo Tao arriva a dire: “merito di essere apprezzato”.
Un pizzico di egoismo, di autostima è giusto averlo e mostrarlo agli altri, perché vuol dire che non esistono solo gli altri e i loro problemi, ci sono anche io e merito rispetto e considerazione. Volete un consiglio?Questa frase dovrebbero tenerla a mente soprattutto le persone che si rispecchiano nel ruolo di Tao.

Il personaggio Imogen della serie Heartstopper – Fonte: NewsCinema
3) “Non sono omofoba. Sono un’alleata”
Ed ecco il personaggio più buffo di Heartstopper. Il suo look colorato, la dolcezza, la sincerità con la quale è solita rapportarsi con gli amici di sempre, porta Imogen (Rhea Norwood) ad essere uno dei personaggi più amati della serie. Lei è l’amica che tutti vorrebbero e risulta anche molto divertente quando si trova a doversi confrontare con altre persone, provando ad esternare dei pensieri che risultano sempre sopra le righe.
“Non sono omofoba. Sono un’alleata” porta inevitabilmente lo spettatore a sorridere, perché in una forma un po’ particolare, dimostra la lealtà di Imogen per i personaggi LGBTQ+. Battute come questa, estrememente autentica, semplice ma d’effetto, sono la vera forza della serie, motivo per il quale è sempre più seguita sui social
2) “Penso che mi abbia sorpreso quanto fossero omofobe le persone. Pensavo che le cose andassero meglio oggigiorno”
Dall’inizio della serie, il personaggio di Charlie si trova quotidianamente a dover combattere contro episodi di omofobia e violenza, colpevole – agli occhi di qualcuno – di essere gay. Tutto cambia però, a subire questo trattamento è il suo ragazzo Nick.
Oltre a mostrare il lato più bello dell’amore tra due ragazzi, la serie vuole mettere in evidenza anche il pregiudizio e l’odio che alberga nell’animo di alcune persone contro la comunità LGBTQ+. Il perfetto equilibrio tra leggerezza e crudeltà si evince dai dialoghi affidati a tutti i personaggi. Quel che conta più di ogni altra e che i creatori di Heartstopper vogliono mettere in risalto è l’inclusione tra i vari ragazzi e la necessità di non vergognarsi di amare qualcuno del proprio sesso.
1) “Mi dispiace se ti ho fatto sentire come se non potessi dirmelo”
Gli spettatori più adulti hanno iniziato ad incuriosirsi alla serie Heartstopper presente su Netflix solo dopo aver scoperto che il premio Oscar Olivia Colman ha preso parte in un cameo. Il bello però, è che molti – se non tutti – alla fine si sono incuriositi e hanno continuato a seguire la serie a prescindere dalla sua presenza. Il momento più alto della prima stagione è senza dubbio il coming out di Nick con la relativa accettazione e comprensione da parte della madre.
Colpisce molto la frase pronunciata dalla donna nei confronti del figlio: “Mi dispiace se ti ho fatto sentire come se non potessi dirmelo”. Questo è il tipo di reazione che ogni genitore dovrebbe avere e soprattutto che ogni figlio vorrebbe ricevere, visto che il momento di esternare il proprio orientamento sessuale non è mai una decisione presa a cuor leggero.
Serie tv
The Bear: le Crocs ispirate alla serie tv | Gadget imperdibile

La seconda stagione della serie The Bear – Fonte: NewsCinema.it
Il personaggio di Carmy interpretato dall’attore Jeremy Allen White nella serie di successo The Bear è diventato anche un’icona di stile con una serie di gadget ispirati al mondo della cucina.
Una delle serie maggiormente attese degli ultimi mesi è The Bear 2 disponibile su Disney+ dallo scorso 16 agosto. Gli alti e bassi vissuti dallo chef Carmen Carmy Berzatto interpretato da Jeremy Allen White, tornano nel corso degli episodi che compongono la seconda stagione.
La critica, come era accaduto anche per la prima serie, ha confermato di amare questo prodotto seriale, soprattutto per quanto riguarda la stesura di una sceneggiatura ben ritmata e dettagliata. Questo amore verso i protagonisti di The Bear, si percepisce soprattutto tra il pubblico, tanto che è stata lanciata una linea di gadget ispirati alla serie.
Le Crocs ispirate alla serie The Bear
Avete presente quelle ciabatte morbide di plastica e dai colori sgargianti? Bene, proprio loro, le famose Crocs hanno avviato una collaborazione con il brand di abbigliamento da cucina Hedley & Bennet. Il look semplice e sexy di Carmy ha conquistato tutti, tanto da aver avviato una moda nel seguire il suo look, con t-shirt bianche da quasi 100 dollari, classici grembiuli blu da cucina e anche la marca di gel utilizzata per gestire i suoi capelli.
Oggi a incuriosire i fan della serie tv, è la capsule in edizione limitata formata da nuovi modelli di Crocs, adatti a tutti. Come potete vedere nella foto, il modello più particolare e ricco di riferimenti ispirati alla serie, è questo con i simboli del berretto, del grembiule, della frase “si, chef” e tanto altro. Nel colore bianco sporco, il cinturino presente sul tallone è facilmente regolabile e con la suola anti scivolo.

Il modello delle Crocs ispirate alla serie The Bear – Fonte: Hedley and bennett
I modelli di Crocs più amati dal pubblico
Nonostante ancora non sia stato fatto il lancio ufficiale di questa collaborazione, il pubblico sta già chiedendo come poter fare per avere quei gadget che appartengono alla serie The Bear. Un altro modello che sta piacendo molto, decisamente più classico, è quello colore blue navy, dedicato e ispirato a chi lavora nel mondo della ristorazione.
La possibilità di regolare il cinturino, unito a una suola molto comoda, permette a chi lavora molte ore in piedi, di non sentire le gambe pesanti. Questo è il classico esempio di come si può essere alla moda, puntando alla comodità.
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