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Juan Antonio Bayona, 5 motivi per amare il suo cinema

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Per raccontare fiabe, devi scoprire il lato oscuro”, chi parla è Juan Antonio Bayona, l’autore di Sette minuti dopo la mezzanotte, il dramma tratto dall’omonimo romanzo di Patrick Ness. Interpretato da Lewis MacDougall, Sigourney Weaver e Felicity Jones, Sette minuti dopo la mezzanotte racconta la magica storia di Conor (Lewis MacDougall), un dodicenne che sfugge dalla realtà invocando una creatura che si manifesta sette minuti dopo la mezzanotte. Un cult nato da uno dei più amati romanzi di formazione che, trascendendo le parole in immagini, consacra Bayona l’erede di Guillermo del Toro.

In occasione dell’uscita in sala di Sette minuti dopo la mezzanotte, ecco cinque motivi per considerare Juan Antonio Bayona un maestro del cinema fantastico.

juan antonio bayona

Una terrificante sequenza di The Orphanage

1. Il fascino gotico

Nonostante sfiorino il dramma, le opere di Juan Antonio Bayona hanno un fascino gotico che inquieta e seduce. Colpito dal talento di Bayona, Guillermo del Toro finanzia il suo debutto cinematografico, The Orphanage. Un cult  che, accolto da dieci minuti di applausi al Festival di Cannes 2007 e premiato con il Goya per la regia, lancia uno dei più grandi registi del genere.

Inserito tra i migliori horror del decennio, The Orphanage sorprende tra case infestate, fantasmi rancorosi e guizzi di drammaticità. Gli ingredienti-simbolo di Penny Dreadful, l’intramontabile serie tv con Eva Green di cui Bayona ha diretto i primi due affascinanti episodi.

juan antonio bayona

Felicity Jones e Lewis MacDougall sono i protagonisti di Sette minuti dopo la mezzanotte

2. Grandi stelle e attrici feticcio

Il cinema di Bayona si muove tra grandi stelle e attrici feticcio. Dopo la straordinaria Belen Rueda di The Orphanage, Bayona dirige le super star Ewan McGregor e Naomi Watts in The Impossible, il dramma tratto dalla tragica storia vera di una famiglia colpita dallo tsunami nel 2004. Un cult che, trascendendo la potenza visiva di Bayona, colpisce per l’umanità dei suoi protagonisti, afflitti da un dramma che abbandona il sovrannaturale per il reale.

Lo stesso discorso vale per Sette minuti dopo la mezzanotte dove Conor supera la malattia della madre (Felicity Jones) scappando dalla algida nonna (Sigourney Weaver) e invocando il mostro doppiato da Liam Neeson. Come tutti i geni della settima arte, Bayona ha la sua attrice feticcio, la grande Geraldine Chaplin. Dalla medium di The Orphanage fino alla preside di Sette minuti dopo la mezzanotte, l’interprete del Dottor Zivago cristallizza tre personaggi-cult del cinema di Bayona.

juan antonio bayona

La straordinaria potenza visiva di Sette minuti dopo la mezzanotte

3. La potenza visiva

Nonostante Juan Antonio Bayona si muova tra drammi reali e ghost-story, è indiscutibile il suo legame con il cinema fantastico; il genere-simbolo che lo lega a Guillermo del Toro, l’autore che ha aperto il confine tra orrori quotidiani e voli di fantasia. Al di là delle storie, il fascino del fantastico risiede nella potenza visiva di chi ha l’ambizione di realizzarlo. Un guizzo artistico che solo maestri della settima arte come Steven Spielberg, Robert Zemeckis e Del Toro realizzano trascendendo in immagini la loro fervida immaginazione.

Dal respiro gotico dei piano-sequenza di The Orphanage alla imponente esplosività dello Tsunami di The Impossible, Juan Antonio Bayona sa raccontarsi attraverso le immagini. Un dono che raggiunge l’acme in Sette minuti dopo la mezzanotte, il film che esalta l’immaginazione di Bayona attraverso straordinari guizzi di fantasia. Dipinti ad acquerello che colorano lo stile inconfondibile di un maestro del cinema fantastico.

juan antonio bayona

Eva Green, la malinconica regina di Penny Dreadful

4. Guizzi di malinconia

Il cinema fantastico è pervaso da una preziosa malinconia di fondo. Una drammaticità che, trascendendo il racconto di fantasia, abbatte la distinzione tra generi. La massima espressione è Il labirinto del fauno di Guillermo del Toro che, accompagnato dalla sinfonia di Javier Navarrete, regala brividi che vanno al di là degli orrori mostrati su pellicola. Un discorso che vale anche per The Orphanage dove Juan Antonio Bayona, ripetendo le suggestioni di Del Toro, dà vita a una ghost story degna di The Others.

Non sono le immagini gotiche e gli escamotage narrativi a rendere uniche le opere di Bayona ma l’aura di malinconica drammaticità che le contraddistinque. Quel senso di cupo orrore che diventa dolore e dramma, abbandono e perdita, morte e rinascita. Sfumature che ritroviamo in Penny Dreadful dove Frankenstein, avvicinandosi a suo “padre”, cristallizza la malinconicità di Juan Antonio Bayona.

juan antonio bayona

Conor scappa dalla realtà e si rifugia nella fantasia

5. Tra realtà e fantasia

La fantasia è il rifugio dei sognatori dal mondo reale. Un universo dove la morte rappresenta qualcosa che va oltre la fine del tutto. Se Il Labirinto del Fauno simboleggia la fuga dagli orrori del Nazismo, i cult di Juan Antonio Bayona hanno chiavi di lettura sospese tra la realtà e la fantasia. Trascendendo la confezione gotica, The Orphanage è un dramma che affronta il lutto e la perdita di noi stessi. In Sette minuti dopo la mezzanotte il protagonista si rifugia nei sogni per scappare dai dolori della quotidianità.

Al di là del terreno The Impossible, il cinema di Bayona è il riflesso tra realtà e fantasia. Un universo dove, tra mostri giganteschi, spettri solitari e creature misteriose, ognuno di noi può perdersi e ritrovarsi.

Sette minuti dopo la mezzanotte verrà distribuito da 01 Distribution nei cinema italiani il 18 maggio 2017.

Sette minuti dopo la mezzanotte – Trailer

Segnato da un amore incondizionato per la settima arte, cresciuto a pane e cinema e sopravvissuto ai Festival Internazionali di Venezia, Berlino e Cannes. Sono sufficienti poche parole per classificare il mio lavoro, diviso tra l’attenta redazione di approfondimenti su cinema, tv e musica e interviste a grandi personalità come Robert Downey Jr., Hugh Laurie, Tom Hiddleston e tanti altri.

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Zlatan | Da Malmö alla Juventus, l’ascesa di Ibrahimovic nel biopic tratto dal libro

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Sono le difficoltà incontrate da Zlatan Ibrahimovic, più che le sue vittorie sul campo da calcio, ad essere esplorate nel film tratto dall’autobiografia best-seller del campione svedese di origine slava (Io, Ibra, in Italia edito da Rizzoli). La pellicola è stata presentata in anteprima mondiale alla 16esima Festa del Cinema di Roma.

Zlatan, diretto dallo svedese Jens Sjogren, titolo originale I am Zlatan ripreso dall’edizione internazionale del libro, è un racconto di formazione focalizzato principalmente sugli ostacoli incontrati lungo il cammino verso la gloria. Seguendo i primi passi della carriera dell’attuale asso del Milan, noto fuori dal campo per il carattere da duro e la forte autostima, il film ripercorre i suoi inizi da figlio di immigrati slavi nella periferia operaia di Malmö, fino al suo contratto con la Juventus, vero punto di svolta di una carriera che lo porterà a indossare le maglie anche di Inter, Barcellona, Milan, United e PSG.

Caduta e ascesa

Prima dell’ascesa c’è però una “caduta”. La pellicola inizia con Ibra già sotto contratto con il club olandese dell’Ajax. Il problema dell’attaccante è però nei numeri con pochi gol, che gli valgono l’etichetta di “immigrato pigro”. Il suo agente, Mino Raiola, lo convincerà a vendere la sua Porsche e a concentrarsi sui suoi allenamenti, perché all’orizzonte sembra esserci la vera prima grande chiamata, quella della Juventus

Viene difficile credere come il talento che giocava solo per sé, non passando mai la palla ai compagni e costringendo i suoi primi allenatori a tenerlo in panchina, oggi sia il leader indiscusso del suo Milan, anche se per adesso limitato al ruolo di “capo spogliatoio” secondo Tuttosport, visto l’infortunio che lo terrà fuori almeno fino agli inizi del 2023.

Alle origini di Ibra

Gli appassionati di calcio sanno per certo che Ibra, pur non potendo contribuire con gol e assist come un tempo, anche da bordocampo farà di tutto per trasmettere alla squadra la sua fame di vittorie per capovolgere l’inerzia di una gara, come testimoniato dalle telecamere fisse su di lui a San Siro. Il Milan che in queste prime giornate di Serie A è tra le quattro papabili per la vittoria, a giudicare dalle scommesse live su NetBet, subito dopo Juve e Inter, deve molto allo slancio motivazionale di Zlatan e solo continuando a guardare al film (o leggendo il libro) possiamo capire davvero come si forma il carattere impavido di Ibra. In particolare, attraverso il lungo flashback che parte dalle sue prime mosse sui campi da calcio a Malmö, si può comprendere tutta la forza interiore di questo campione. Poche persone credevano davvero in lui, ma Ibra non ha desistito e ha continua a salire di livello mostrando già doti fuori dal comune nella squadra della sua città.

Le guide che lo spronano

Nel frattempo sono due gli attori che si alternano nel ruolo per rendere realistica la crescita dello svedese, Bajraktari Andersson e Granit Rushiti. Con quest’ultimo torniamo alla quasi attualità e all’incontro con il potente direttore generale della Juve Luciano Moggi, poi, attraverso nuovi flashback veniamo di nuovo trasportati tra le periferie di Malmö, nelle case dei due genitori separati e al campo d’allenamento, tra gli echi della guerra dei Balcani e gli omaggi rimarcati a Muhammad Alì, fonte di ispirazione principale del dodici volte Guldbollen, o Pallone d’Oro svedese. Il focus si sposta sulla guida paterna: “Devi usare la critica come una forza trainante”, gli dice il padre Sefik per spronarlo a sfidare i suoi nemici, tirando sempre fuori il meglio di sé. Oggi forse Ibra non ha più bisogno di consigli e dal film capiamo meglio il perché.

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Il Signore degli anelli: Il ritorno del fantasy più amato di sempre

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Sono passati poco più di vent’anni da quando il primo film di questa epica trilogia fantasy è stato proiettato nelle sale cinematografiche di tutto il mondo, trovando un posto nel cuore di tutti gli appassionati di mondi fantastici abitati da creature e razze di ogni tipo. 

Dopo un silenzio che dura da un bel po’ di anni, precisamente dal 2014, data in cui uscì l’ultimo film della trilogia Lo Hobbit, il mondo che J.R.R. Tolkien ha creato torna nuovamente a trasportarci nella magica Arda o Terra di Mezzo che a dir si voglia, ma questa volta non lo farà sui grandi schermi del cinema, bensì sul nostro televisore, computer o cellulare. 

Il nuovo Signore degli Anelli infatti non sarà un lungometraggio, ma una vera e propria serie che verrà inserita nel catalogo di Amazon Prime Video. 

Una serie con un arduo compito 

Come sappiamo bene, l’universo fantasy creato dal noto scrittore è tuttora fonte di ispirazione per numerose storie, basti pensare ai vari film, fumetti e, in particolare, ai videogiochi come Dragon’s Crown e Skyrim. Molti titoli videoludici, alcuni anche molto apprezzati, sono ambientati proprio nella Terra di Mezzo, mentre è possibile scaricare giochi come Throne: Kingdom at War che si ispirano parecchio alle epiche battaglie, alle grandi città e ai fitti boschi verdi, pieni di misteri e creature inimmaginabili. 

Con questa incredibile base, anche un solo passo falso potrebbe essere un enorme problema, quindi ecco cosa bisogna aspettarsi dalla serie in uscita il 2 Settembre di quest’anno. 

Coerenza 

L’universo che Tolkien ha creato è immenso e gestirlo all’interno di un’opera potrebbe rivelarsi un’impresa non da poco. 

La storia del mondo di Arda è piena di eventi particolari avvenuti in una linea temporale veramente lunga, la serie si basa in particolare sugli eventi accaduti nella seconda era. Trovare alcuni dei personaggi della prima trilogia in una serie ambientata nella Terra di Mezzo del passato, potrebbe far (giustamente) infuriare i fan più accaniti.

Source: Pexels 
Fedeltà 

Le caratteristiche delle razze, l’architettura, la fauna e la flora, i personaggi più importanti, tutto deve essere il più possibile fedele all’universo narrativo. Il trailer della serie mostra delle immagini promettenti: grandi ambienti come le città o i boschi sembrano simili a quelli presenti nella prima trilogia di Peter Jackson, così come altri particolari come per esempio le armature.

Effetti speciali 

Nonostante il peso degli anni si faccia sentire, La Compagnia dell’Anello mostra degli splendidi effetti speciali. Per fare un esempio, il Balrog è tutt’oggi una delle creature più belle realizzate in CGI (Computer-generated imagery). Anche sotto questo aspetto, sembra che la serie mostrerà i suoi muscoli con una computer grafica di tutto rispetto. 

Per quanto riguarda la trama, dovremmo avere una storia fantasy avvincente, anche se bisognerà vedere come verrà raccontata allo spettatore. Il trailer mostra avventura, grandi battaglie e tanti altri elementi che potrebbero tenerci incollati allo schermo. 

Le premesse per un’ottima serie ci sono tutte, quindi possiamo solo attendere il 2 Settembre con ansia, magari leggendo un libro o giocando a un titolo ispirati alle storie della Terra di Mezzo. 

Fonte: Pexels 

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Linkem & GF 2021

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In occasione della nuova partnership con il Grande Fratello VIP 2021, Linkem ha lanciato un concorso a premi dal 27 settembre 2021 al 15 dicembre 2021. Si chiama “Vinci il GF VIP con Linkem” ed è aperto a clienti e non.

Per partecipare, gli utenti dovranno completare la procedura di registrazione sull’apposita landing page al seguente link, compilando i campi indicati e se saranno i fortunati vincitori dell’estrazione finale potranno vincere:

·      n. 1 TV 4k 82” UHD

·      n. 5 tablet Galaxy Tab S7+5g

·      n. 12 Box brandizzate Linkem e GF VIP contenenti: una t-shirt, una tazza e un quaderno

Altre iniziative Linkem + GF Vip 2021

Mercoledì 27 ottobre Linkem ha fatto atterrare nella casa del GF Vip un drone con un messaggio misterioso per uno dei concorrenti, senza però conoscere né il mittente né il destinatario di questo messaggio e lasciando così i concorrenti nella curiosità più totale. Abbiamo scoperto i protagonisti del misterioso messaggio solo durante la live del venerdì successivo in prime time, quando la figlioccia di Jo Squillo, Michelle Masullo, è entrata nella casa a sorpresa regalando forti emozioni al pubblico e alla cantante milanese. Guardate la clip sul sito: https://www.linkem.com/gf-vip.

In puntata abbiamo potuto assistere alle spettacolari riprese dall’alto effettuate dal drone, trasmesse sul tablet del pilota con definizione Ultra HD. Linkem è un’azienda leader nel settore della costruzione e gestione di reti wireless a banda ultra-larga da oltre dieci anni e incoraggia lo sviluppo di servizi innovativi 5G in tutto il Paese. I clienti possono contare su una rete veloce ed efficiente, sia per strumenti di lavoro sia per le varie soluzioni di intrattenimento online.

Come le reti FWA, le reti 5G sono basate su tecnologie miste fibra – radio per abilitare in modalità wireless connessioni ad altissima velocità e con bassissima latenza in grado di supportare lo sviluppo dell’Internet of Things (IoT), ovvero la connessione in rete di migliaia di oggetti intelligenti.

Linkem ha già attivato in centinaia di comuni la sua nuova e velocissima rete 5G. Con l’offerta dedicata 5G Maxi Promo 20 Anni l’utente può fruire di una connessione internet ultraveloce fino a 1 Gigabit senza linea fissa e senza limiti di traffico a soli 19,90€ al mese per i primi 6 mesi anziché 26,90€ al mese. E con l’opzione voce Parla&Naviga può usufruire di chiamate illimitate da casa verso mobili e fissi nazionali con tecnologia VoIP senza nessun costo aggiuntivo.


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